-> ...VIVERE per MARE !!!: gennaio 2009

venerdì 23 gennaio 2009

Life Style, andare a vivere per mare in barca a vela ai Caraibi si può fare!!!




















Ciao, un argomento sicuramente principe nel coinvolgere e creare un vero interesse è sicuramente lo svelare, (sempre ammesso che lo si sappia) la verità sul badget che realmente necessita o in realtà ci si può far comunque far bastare se davvero si vuole fare questa scelta.

Che spero che ormai tutti abbiamo chiara che questa scelta è un qualcosa di più, che partire per un viaggio; ma di comprare una barca a vela che possa diventare anche una casa e vivere itinerante per quanto lo si vuole.In poche parole per riassumerevi vi parlo su come fare a trovare i soldi necessari a cambiare vita?

Perchè so che in realtà è già complicato stabilire innanzi tutto quanti soldi ci vogliono, necessitano per cambiare vita, ed andare a vivere almeno per ora solo ipoteteticamente su di una barca a vela che funga anche da Houseboat ai Caraibi?

Quindi per cercare innanzi tutto di non fare solo delle chiacchiere da banchina !!! Cercherò di dare delle indicazioni di riferimento, di tirare due conti, ma non senza prima aver fatto alcune doverore premesse. Ho già molte volte affermato ed oggi necessita che ribadisco che innanzi tutto bisognerà sfatare dei luoghi comuni, come quello di credere dandolo per scontato e/o associazione di idee.

Che determinate possibilità come quella di potersi permettere di comprarsi una Barca a Vela utile ad andare per poi rimanerci a viverci ai Caraibi,in grado quindi anche di navigare e compiere una traversata Atlantica!!!

Sia una di quelle cose, o per meglio dire attività che per il solo pensare di volerle intraprendere veramente necessiti di essere già ricchi sfondati. Questo credo perchè erroneamente forse si pensa e si associa che chi parte con una barca a vela, o la barca a vela in se sia una cosa esclusivamente da ricchi, e/o che chi parte vadi in una specie di vacanza a tempo pieno.

Innsomma non si va mai oltre a pensare che forse questa attività (che poi è un vero e proprio life style) molto più di molte altre si possa anche trovare il modo di renderla produttiva, si di monetizzarla, farla in poche parole diventare anche un lavoro, e questo sempre tra virgolette, nel senso che do e voglio dare per scontato che mi rivolgo a gente che per mare già ci va per vocazione.

Fortunatamente ed io ne sono una testimonianza, non è mai stato, e mai sarà così, ed anzi credo che in questi periodi di crisi diffusa e generalizzata per molti giovani Italiani, che dicono di amare il mare, la vela, il navigare, l'andare a vivere per mare ai Caraibi può addririttura concretamente essere diventare anche un business su cui investire.

Credo realmente che fare vela, saper navigare su lunghe tratte oceaniche in particolere da e per i Caraibi su piccole barche a vela sia una di quelle arti che se apprese sono ancora una delle poche attività che si possono intraprendere semplicemente investendo su se stessi, e quindi sicuramente una delle scelte più opportune possa fare oggi a mio avviso un giovane di talento, pensate solo al fatto di poter partire senza nessun bisogno di andarvi a raccomendare da nessuno.

Considerato tutto questo e visto che ho detto che avrei fatto delle cifre e dato dei riferimanti precisi, direi che ammesso e concesso che potreste venire a conoscenza anche di come si possono acquistare barche con pochi soldi!!!Visto che sarà argomento questo di uno dei prossimi post, direi che comunque per partire vi dovrete mettere nella condizione di avere o comunque indebitarvi per una 60mila euro.

Si tutto sommato questa credo possa essere una cifra che ci possa consentire di poterci dotare di una barca vela casa, utile ad arrivare ai Caraibi e poterci rimanere e viverci attivando quelle attività che possono se non far arricchire dal punto di vista dei soldi ma sicuramente farvi dignitosamente vivere senza che vi manchi ed arricchire di molte altre prerogative che scaturiranno dal vostro nuovo life style.

Quanto ci voglia poi mensilmente a vivere ai Caraibi, dove come poter comprare barche a vela con pochi soldi, e quali siano le attività che si possono fare per fare soldi ed altro ancora saranno i titoli dei prossimi post, per oggi una buona, oltre ad invitarti a lasciare un commento o ulteriori domande............

una buona serata da
_/)pipposail

mercoledì 21 gennaio 2009

Navigazione Oceanica a vela come avere una sicurezza intrinseca di base.



Ciao, oggi a riguardo della sicurezza della navigazione oceanica vorrei andare oltre ciò che tutti dovrebbero sapere,  oltre le classiche cose che comunemente tutti sappiamo dover essere fatte tipo: 

il dotarsi di un Epirb (sos, radio), di un buon riflettore radar, di luci di via rinviate in testa d'albero, dell'autogonfiabile revisionato in coperta, e tutte quelle altre precauzioni e dotazioni che si potranno e dovranno prendere in considerazione direi in modo pressochè standard e scontato.

Ma la cosa che determina ed influisce sicuramente molto su tutta la sicurezza intrinseca di una barca a vela in navigazione sarà data a mio avviso e prima di ogni altra cosa da quanto il suo equipaggio; 

anche se trattasi di un solitario sia all'occorrenza in condizione di ridurre e frazionare la superficie velica esposta al vento in modo agevole ed immediato ad ogni accenno di rinforzo di vento. 

Questo sempre nella previsione di volersi preparare seriamente ad essere un equipaggio ogni tempo, ossia che in previsioni di viaggi e navigazioni un attimo più impegnativi quindi Oceanici, metta in previsione e nel conto di dover tenere la barca in sicurezza, il chè significa tradotto con parole da marinaio saper trovare e settare comunque una configurazione velica e un'andatura che permetta sempre e comunque di navigare tenendo la barca in rotta sul timone efficace e mai perderne innanzi tutto il controllo e la padronanza, costretti ad accusare così maggiormente il mare sotto rinforzi di vento e mare grosso. 

Normalmente potendo contare per far questo di avere approntato per tempo un' attrezzatura velica che possa essere frazionata e maneggevole per configurla agevolmente in navigazione in base alle condizioni che si troveranno. Ho aggiunto questa successione di immagini sotto per dare l'idea di quante diverse possibilità di riduzione della superficie velica esposta può avere uno skipper nella possibilità di configurare in modo differente, e quindi via via nel poter ridurre la superficie velica esposta al vento in proporzione ed in base a quanto rinforza il vento. 

E quindi anche la possibilità di tenere ancora comunque in sicurezza la barca in rotta e navigazione fino ad un aumentare del vento tale da poter anche arrivare a tenere comunque la barca in rotta a secco di vele, o in una ultimissima analisi a fuggire il mare anche se questo dovesse arrivare da dove scapparlo significa tornare indietro.

Infatti sia tramite l'ausilio di un rolla-randa per la medesima e/o un o anche più rolla-fiocchi per le vele di prua. 

O anche se avremo ancora delle vele con i garrocci non infierite dentro una canaletta e quindi non rollabile, all'occorrenza vale lo stesso la regola che si dovrà comunque al minimo accenno di un rinforzo del vento poter sempre essere nelle condizioni di poter ridurre la superficie velica esposta al vento, molto tempestivamente ed agevolmente. 

E per come del resto già avveniva ancor prima che si usassero le vele avvolgibili, si potrà comunque armare un sistema che ridurrà la superfice di velica, con il sistema o metoto che è stato sempre usato dei "Terzaroli" che tramite i "matafioni" pezzi di cima appositamente lasciati penduli e pronti tramite un sistema di rinvii, ad essere serrati riuscendo così contemporaneamente ad eliminare e ridurre sempre anche uno spicchio di vela, 

Il tutto quindi per permettere (se tutto il sistema sarà ben armato e funzionte ???) comunque di poter ridurre in modo agevole e sicuro la superfice velica, il set di vele ad una configurazione di metri quadrati di vela esposta al vento opportuna e ottimale all'intensità o nodi di vento che averemo in tempo reale in quel momento.

una buona serata alla prossima da
/)pipposail

sabato 17 gennaio 2009

Vendée-Globe.Due donne tra i migliori dieci navigatori solitari al mondo!!!

Ciao a tutti la Vendée Globe nel compiere questa affascinante corsa attorno al mondo, oggi nel momento in cui sto scrivendo a 69 giorni - 5 ore dalla partenza si può considerare come essere giunta sulla via del ritorno.

Manca solo (sifa per dire) di risalire tutto l'Altlantico da sud a nord. Sicuramente non sono mancati i colpi di scena ed anche le solite polemiche che seguono gli incidenti e naufragi sulla sicurezza, e su quanto poi valga la pena rischiare così tanto. visti i disalberamenti e rovesciamenti che sono accaduti provocando dei clamorosi ritiri.

Anche se poi a mio avviso oggi i rischi anche se sono sempre gli stessi di sempre c'è però a mio parere da considerare che oggi i soccorsi,
a differenza di prima che più che altro si chiamavano ricerche non arrivano mai, come oggi in modo repentino e preciso come abbiamo visto avvenire oggi. Ma poi di fatto almeno io credo che tutto l'onore della cronaca di questa affascinante corsa in solitario attorno al mondo senza scalo, bebba andare a due fantastiche donne.

Infatti anche Dee Caffari (Aviva) oltre la sorprendente ed inoltre giovanissima Samantha Devies con (ROXI) che sta risalendo spedita con la sua barca alla frusta l'Atlantico, alle costole e preoccupando sicuramente non poco Le Cleac'h Armel (Brit Air) che si trova davanti a lei in terza posizione.


Ma tornando a Dee Caffari (Aviva) che attualmente ottava anche lei, anche se un pò attardata dal gruppo di testa, ma che sta in tutti i modi anche lei avendo doppiato Cap Horn, sta chiudendo più che dignitosamente questo suo giro del mondo in solitario senza scalo.
E comunque dopo avervi un pò riassunto il tutto il link diretto al sito ufficiale della corsa caso mai vogliate anche ammirare anche un pò di immagini e/o video di questa fantastica regata.
  • 1 - Michel Desjoyeaux - Foncia
  • 2 - Roland Jourdain - Veolia Environnement
  • 3 - Armel Le Cléac’h - Brit Air
una buona serata alla prossima da:
/)pipposail

venerdì 16 gennaio 2009

Filosofia e mentalità dei giramondo in barca a vela!


Ciao, non mi crederete ma avvolte l'argomento vivere per Mare, barche, vela, navigazione, viaggi, e talmente ampio che parlarne rischia di rimanere sempre una cosa vaga ed approssimativa, che è proprio la cosa che vorrei cercare di evitare io! Supponendo che già tutti sappiamo che la nostra ipotetica barca a vela, quella che alla fine avremo, non potrà certo essere la barca dei nostri sogni. Almeno se non vogliamo rischiare di finire come quelli che devono sempre finire gli ultimi lavoretti! E che insomma, ok il prepararsi bene, seriamente armare una barca adatta ma lo spirito del vero giramondo di chi parte, perchè va via, e vuole calarsi viversi una sua dimensione alternativa in un suo viaggio, è altra cosa 

E non perchè voglio indicare questa via come unico modo giusto, e ne che sia meglio o peggio di altre storie e modi di approciare al mare,alla vela e al navigare, io ho solo da testimoniarvi la mia storia, il viaggio sta in tutte quelle cose, che da prima intendevo essere delle sfortune e invece oggi posso ritenerle essere state la mia fortuna, come l'essere rimasto ad un certo punto del mio viaggio da solo e stata una cosa che credetemi ti ci trovi, non puoi fare altro che vivertela, ma dopo ti accorgi che la tua vita non è più la stessa e che sei diventato un'altra persona, più leggera e serena. La pienezza dell' alto mare, il vento teso, e la tua barca che parla solo lei, beh credetemi ho capito come ero poi solo prima in mezzo a tanta gente.

Quando io partì, avevo urgente bisogno di ridiventare protagonista della mia vita ad ogni costo, si certo la barca nessuno la vuole brutta o non sicura, ma la motivazione autentica del vero giramondo e altra cosa. E neanche cadere in un altro grosso equivoco di pensare che per fare dei viaggi più lunghi ed impegnativi ci vogliano proporzionalmente sempre delle barche più grandi migliori.In realtà non è assolutamente vero, in quanto vi assicuro che se andreste ad esempio al Puerto di Las Palmas (Isle Canarias), ma volendo basterebbe anche a Gibilterra in autunno, di barche a vela Oceaniche ne vedreste davvero di tutti i colori, ma parlo davvero di pezzi di ferro fatti con mille lire e che stentereste a credere che magari sono persone che con molta semplicità ti dicono che vanno a Panama - Pacifico addirittura ci sono i Francesi a cui antipatie a parte non si può certo negare che da MOITESSIER BERNARD in poi ne abbiano davvero solo loro incarnato lo spirito ancora oggi.Noi Italiani in tutto questo per la verità non facciamo testo andiamo per mare con tutt'altra cultura e approcciò, l'Italiano che si vede in giro per il mondo è, o uno skipper professionista che va sempre di corsa con barche sempre in tiro, o senno trattasi dell' avvocato, il medico chirurgo che amante della vela alla faccia di chi si muore di fane si fa un paio di anni sabatici con un barchini da centinaia di milioni di euro Il giramondo è quello che parte senza calendario, con una barca che tutto pensereste, meno che queste persone ripeto con molta semplicità vi dicano che magari vanno in Pacifico, inizialmente in tutto questo a me cera un qualcosa che non mi tornava!!!

Cavolo pensavo, ma è possibile che solo a me il mare avvolte mi spezza, ma poi ho capito la loro mentalità il loro approcciò del viaggiare a vela in modo autarchico se vogliamo, sempre sul risparmio e il minimalismo delle cose, non ha neanche bisogno di una barca che bolini, in quanto lui il giramondo si mette a ridosso all'ancora e aspetta che gira il vento. (ma questo vuole essere solo un stupido esempio per far capire la loro mentalità) Il fatto di andare per mare senza avere, e ne crearsi problemi di tempo è alla base del nostro modo di andare per mare.

una buona serata da:
/)pipposail

martedì 13 gennaio 2009

La Vendée Globe - Capo Horn una barca si rovescia,la barca che porta soccorso si danneggia e disalbera.



Ciao a tutti, un riassunto di ciò che successo e mi ha colpito negli ultimi giorni alla Vendèe Globe.Riassumere e ricostruire ciò che sul sito ufficiale è scritto in Francese e/o in Inglese, per noi Italiani non è certo cosa che ci permette di poter seguire questa fantastica regata attorno al mondo in solitario in modo veloce ed intuitivo, ma ci costrince come minimo a doverci avvolte applicare non poco da come è impostato il sito ufficiale che è addirittura in francese.


E nessuno ha ritenuto opportuno di pubblicare anche una buona versione tradotta in lingua Italiana e questo conferma, e fa denotare maggiormente il fatto che a mio avviso unico neo di questa favolosa corsa, che a questa edizione della Vendée Globe non c'è nessun concorrente Italiano in gara.

Ma comunque avendo tradotto studiato le carte e letto tutto anche per un mio vero appassionato interesse a seguire e coinvolgermi in questa fantastica regata in solitario intorno al modo, e quindi cercherò di riassumervi un po' il tutto:

I colpi di scena tra il gruppo di testa anche drammatici si sono susseguiti soprattutto nella notte della Befana il 6 e il 7 gennaio. Arriva alla base operativa della regata un SOS radio di Jean Le Cam che, a bordo del suo VM Matériaux, in terza posizione.
Le Cam praticamente urla per radio di aver probabilmente urtato un qualcosa e che la barca si stava rovesciando e poi il silenzio radio ed il tutto mentre la barca si trova a 200 miglia a ovest di Capo Horn.

In Cile si organizza la partenza di elicotteri e si dirige subito verso il punto dell'accaduto Vincent Riuo che lo seguiva in 4° posizione, e col suo PRB era circa 200 miglia dietro a Le Cam, informato dell'accaduto fa prua su Jean Le Cam, e la barca che intanto si deduce che è sicuramente rovesciata dopo aver perso il bulbo.

Le Cam, fa in tempo a prendere con la sua muta e tutto il pacco di sopravvivenza e si rifugia nel vano di prua che emerge un po’ di più dall’acqua che mediamente non scordiamo è ad una temperatura di 5 gradi e Le Cam sa bene che uscire e/o rimanere fuori significherebbe rischiare l’assideramento in poco tempo.

Ad arrivare sul posto per primo non è l’apparato di soccorso da terra, ma l’amico (ed avversario) Riou. Il quale nel pomeriggio di martedì avvicina il suo PRB allo scafo rovesciato e urla più forte che può. Da dentro il guscio capovolto Le Cam sente e risponde con grida che possono essere di sollievo. Allora il naufrago si prepara ad uscire.

E inutile dire che a questo punto almeno a noi Italiani non può tornare alla mente la stessa vicenda che capitò al nostro Giovannino Soldini nazionale quando quasi alla stessa maniera recuperò la Isabelle Autissier.

Comunque Le Cam deve traversare tutto lo scafo sommerso fino a poppa dove, quando un’onda alza la poppa della barca lui ha la possibilità di aprire la botola di sicurezza e ad uscire sulla pancia dello scafo aggrappato e facendo conto di sorreggersi su una deriva Riou è pronto.

Prova a fare passare PRB vicinissima a VM Matériaux in modo che Le Cam possa aggrapparsi e saltare al volo a bordo..........Ben al quarto passaggio passa vicinissimo e la manovra riesce e il naufrago è salvo a bordo di PRB.

Ma anche se e bene ciò che poi conta in questi casi e salvare la vita,la fortuna non ha dato proprio il massimo perchè durante l'ultimo passaggio, quando Riou porta la sua barca a rasentare lo scafo rovesciato, in realtà urta un autrigger (crocetta sul ponte che serve a sostenere l’albero alare, urta contro una chiglia e il suo attacco viene sezionato.

E tutti e due esperti navigatori sono consapevoli che in quelle condizioni l’albero può venir giù da un momento all’altro. Quindi strambano per portare il carico delle vele sull’altro bordo e intraprendono una riparazione di fortuna, un rinforzo a modo di legatura che gli potesse almeno permettere di poter riuscire a raggiungere la costa della Patagonia.

Ma non serve a nulla, neanche qualche ora a far rotta verso la Patagonia ed il rinforzo cede e l’albero crolla disastrosamente in coperta. Per fortuna e grazie al cielo nessuno dei due si ferisce, ma la barca è paralizzata perché l’attrezzatura necessaria per una vela di fortuna si è persa in mare. Così Riou preferisce chiedere soccorso e PRB viene rimorchiato da una vedetta della marina cilena verso Puerto Williams.

QUINDI Ricapitolando: Un solitario ha rischiato veramente di rimetterci la pelle. Un suo compagno d’avventura l’ha salvato con una manovra ardita e rischiosa. Tanto rischiosa che ha provocato il successivo disalberamento. Due fortissimi e favoriti skipper, che potevano aspirare certamente al podio, sono fuori dai giochi. Ed allora se non faccio casini, al momento sono 18 i solitari che si sono dovuti ritirare. Ne rimangono quindi per il momento in gara 12, meno della metà di quanti sono partiti.

A questo punto senz'altro qualcuno affermarà.
Una strage!!! Ma perchè farla???

La situazione vista per alcuni aspetti lo potrebbe davvero essere, ma se poi si andasse a guardare bene i numeri sono nella media e non è una novità e come nella storica altre edizioni. Certamente ora incomincerà tutta quella polemiche!!! Su che senso ha correre a questi livelli di esasperazione e rischio, e così via, ma questo lo sappiamo ed è risaputo che fa parte del circo mediatico.

Ciò che invece è interessante seguire è quella che in queste gare stanno sempre più testando essere se vogliamo nuova filosofia di navigare il cattivo tempo, che vede barche che devono planare sulle onde, correre più di loro, ed essere per questo molto leggere, beh su tutto questo anche se potrei avere delle mie idee non mi pronuncio più di tanto,

in quanto sono poi convinto che ogni tipo di cattivo tempo e ogni azione sia consequenziale e soprattutto contestuale al momento per cui non saprei... ma risponderei alle solite polemiche sulla sicurezza e su quanto poi siano solide queste barche e se la nuova filosofia,

il novo approcciò, delle barche leggere va lasciato proseguire, secondo me non è neanche da discutere certo che si. Comunque questo un altro argomento ancora, per ora torniamo ai 12 che sono ancora rimasti in gara, e stanno risalendo l'Oceano-Atlantico.

- Primo -
ormai da più giorni il “Professore” (i velisti francesi lo chiamano così) Michel Desjoyeax che su Foncia come un pazzo a tenere la barca alla frusta o piede sull’acceleratore, doppiato Capo Horn (ha già percorso 900 miglia dopo averlo doppiato) ha fatto faville lungo la costa argentina e continua ad essere decisamente più veloce del suo diretto avversario,
- Secondo - Roland Jourdain che lo segue su (Véolia).
-Terzo - Armel Le Cléac’h (Brit Air) Ma non bisogna scordarsi di elogiare e secondo me come del resto a lei ho già ieri un post anche la bella inglese:
- Quarta - Samantha Davies (Roxy) che non ha mai mollato, malgrado le durissime condizioni metereologiche, e si ritrova adesso in una splendida 4° posizione e davvero in splendida forma a darci prova nei video quanto equilibrio psicologico questa ragazza ci sta dimostrando di avere dopo decine e decine di giorni di mare in completa solitudine alle basse latitudini.
La situazione attuale vede: MichelDesjoyeax (Foncia) RolandJourdain (Véolia) a 105 migliaArmel Le Cléac’h (Brit Air) a 720 m.SamanthaDavies (Roxy) a 1.89


Una buona giornata alla prossima da:
/)pipposail

Storie vere di viaggi oceanici in barca a vela

Ciao in questo  post di oggi vorrei ribadire che su questo blog anche parlando di Mare, di Barche a Vela, navigatori e navigazioni vuole ed è comunque un qualcosa di completamente diverso, al confronto di tutto quanto si può trovare pubblicato su decine di altri blog e siti web dedicati all'argomento, e che al di là del front page poi nei loro contenuti i più attenti avranno certamente notato essere tutti la ripetizione l'uno dell'altro.

eldoran a Samana S.Domingo
Questo non per giudicare gli altri in quanto sono consapevole di quanto anche io in primis abbia un sacco di lacune e che quindi farei sicuramente meglio a mettermi io per primo in discussione e starmene zitto,

ma detto e ribadito questo è solo perchè ci tengo a rivendicare almeno l'originalità e per alcuni aspetti utilità delle autentiche informazioni di cui sempre e comunque cerco di infarcire i miei post,

che poi anche se scritti con i piedi questo credo non faccia altro che confermare che sono un marinaio, un giramondo e non uno scrittore!!!

Bene allora ad esempio voglio parlarvi di alcune cose a cui assolutamente bisogna porre particolare attenzione nell'intraprendere questo life style.

Come ho già raccontato ho avuto la fortuna/sfortuna (in quanto poi è terminato il tutto non per nostro volere) di essermi vissuto in barca a vela il Venezuela di prima del paro civico ed il colpo di stato al presidente Ugo Chavez.

Credo di non dire nulla di nuovo che il Venezuela è un vero paradiso, un paese bellissimo, varado (a poco prezzo), donne bellissime, gente allegra 

e per chi vive in barca anche geograficamente in una zona che rimane fuori dalla fascia battuta dai Cicloni che ogni anno preoccupano non solo chi vive per mare ed investono quasi tutto il Caribe,

ma soprattutto un paese che a noi giramondo ci lasciava vivere e lavorare, nessun problema di sorta, oddio se non quella di pagare sempre tutto e chiunque per cioò che serviva.

Ma!!! Se gli affari vanno bene; è anche quello un sistema a cui ci si abitua presto, e avvolte può risultare addirittura essere alla fine dei conti anche più efficiente da viversi,

che da noi, come ad esempio anche se certe cose nella teoria dovrebbero essere dovute, poi nella pratica e vita di tutti i giorni vengono comunque sempre disattese lo stesso..........

è quindi un tributo il sistema Sud Americano che voglio dire può essere anche giusto pagare senza star li a far troppo gli schizzignosi e i moralisti, perbenisti occidentali.

Quindi un paradiso per chi svolge l'attività di charter in barca a vela da giramondo freelance indipendente e, che alcuni come me rivendicano il diritto di poter fare e che in molti paesi già non ti lasciavano più fare liberamente.

In Venezuela ancora si poteva fare senza troppi problemi e burocrazia di poter accogliere diciamo i propri amici, che contribuiscono tipo a mantenerti e mantenere la barca in posti sempre stupendi,

ed era questo il sodalizio che io con quelli che oggi non potrei più definire i miei clienti ma i miei veri amici, non solo nei confronti di giustificare un lavoro fatto più o meno in regola,

ma confermato dal fatto che ormai sono anni che mi raggiungono in ogni posto, a trovare ed in un certo qual modo sponsorizzano i miei viaggi.

Da questa estate come molti sapete ho riproposto le isole Egadi ed il Canale di Sicilia come ai vecchi tempi e devo dire che rinavigare il Mediterraneo d'estate era cosa che avevo dimenticato cosa significasse,

avendo ai Caraibi quasi perso l'abitudine anche di pensare di avere il motore, credetemi non era raro che dall'ancoraggio si partisse semplicemente svolgendo il genoa,

e tenendo il motore acceso solo per non far andare giù le batterie ad usare il verricello elettrico che deve tirar su solitamente una 35 di metri di catena con la sua rispettiva ancora posata sul musone di prua.

Beh quindi capirete che il fatto di dovermi riabituare al fatto che non ci possa essere vento, è stato il mio primo vero scoglio da dover superare, e cosa che invece a parte qualche bella sporadica veleggiata l'estate Mediterranea almeno se si ha la necessità di fare miglia resta sempre una smotorata.

E che di fatto ero abituato ormai ad accogliere i nostri connazionali all'aeroporto e portarli come ho fatto per due stagioni a visitare 12 giorni posti come la isla di Tortuga o Los Roques e non giuggiole.

Beh a questo punto credo che molti di vuoi si staranno anche giustamente domandando ma allora come mai se era addirittura da come descrivi questi posti essere addirittura dei paradisi sei andato via da Los Roques???

Behh come ho già raccontato e dicevo poi siamo quasi tutti arrivati a dover scappare in quanto vivere su di una barca a Vela era diventato subito dopo il colpo di stato ai danni del presidente UGO CHAVEZ pericoloso e poco sicuro,  oltre che impossibile dal punto di vista logistico organizzativo nella vita di tutti i giorni, in quanto era praticamente tutto fermo !!!

Non si trovavano i soldi liquidi, i contanti, il casch, tutte le banche chiuse, rimesse di denaro ferme.E che poi anche se li avessi avuti o trovati dei soldi liquidi, per far rendere definitivamente l'idea di come stavano le cose ad esempio:

reperire, trovare anche solo 10 litri di gasolio in Venezuela era diventato un'impresa e con questo credo di avervi fatto intuire più o meno quale potesse poi essere diventata la situazione.

Praticamente ci finì un bengodi che per la verità era forse anche troppo bello per sperare che potesse davvero durare a lungo. Per farvi qualche numero e raffronto il marina ad esempio di Baia Redonda a Puerto la Cruz,

costruito e fatto da un nostro connazionale un complesso che prevede nel marina anche cantiere, butique, ristorante, parrucchiere, gioielleria ma che poi è inserito nel complesso del Morro,

che è praticamente è una spece di Venezia (non artisticamente si intende) e si arriva a fare la spesa con il tender in un centro commerciale che credetemi in Italia ve ne sono pochi così se non da Roma in sù qualcuno.

Il marina davvero ben fatto con piscina agorà che danno sul Mar dei Caraibi vabbè questo potrebbe essere anche normale,ma ad esempio io avevo preso un mini appartamento nel complesso stesso e quindi che praticamente avevo la barca in veranda

e non esagero nel dirvi che il tutto sinceramente con un favore al cambio avvolte che ci si vergognava forse addirittura anche un pò, ma che comunque vi riassumo nel dirvi che tutto sommato spendendo meno di quanto mi sarebbe costato tenere la barca all'ormeggio a Trapani in fondo al porto,

- (che voglio dire lo zio Toto mi ha visto nascere.........ed anche grazie alla sua disponibilità di marinaio prima ancora che da imprenditore, che sono oggi a raccontarvi di queste cose, ma il posto fa proprio pena).

Ma rinveniamo un attimo all'utilità e le cose che all'inizio ho detto che comunque oltre a perdermi in discorsi o ancor peggio far il solito post che parla di vela nei soliti termini, molla la cima, la bolina, la virata, 15-20-25 nodi sud - sud - est ecc.ecc

Vi avevo promesso di dover scrivere di cose diverse, ebbene eccole: Ho parlato ed introdotto con il Venezuela perchè io ho avuto la possibilità di arrivare per come allora mi avventuravo con la barca da pagare alle spalle e tanti buoni propositi, ed intenzioni di andare dall'altra parte dell' Oceano in Venezuela a fare del Charter per potermela ripagare,

credetemi ci potrà anche essere stata sarà stata anche in parte perizia e testa sulle spalle da parte mia, ma inutile non ammettere che il tutto non prenda un verso sbagliato e che non ci sia poi nulla di carino da poter da raccontare di tutta un'esperienza  come questa ma non posso di certo negare o non ammettere che il tutto èdipeso anche tanto dalla fortiuna e buona sorte che bisogna avere  anche questione di molta fortuna 

Pensate solo a come starei ora se allora con i debiti fossi arrivato in Venezuela (come è capitato lo chiamerò ipoteteticamente Pasqualino in quanto anche se storia vera non mi sento di certo io in diritto di parlarne al suo posto, e quindi terrò nomi e circostanze diciamo di fantasia ma la storia ripeto e realmente accaduta, e molti sanno di chi e cosa parlo) nel momento del casino e quindi non avrei di conseguenza potuto pagare i debiti?

Be ve lo dico io anche se non credo che io mi sarei mai spinto a fare di queste storie ma voglio dire, Pasqualino che era stato trall'altro molto a Los roques e quindi aveva già conosciuto bene tutti noi.

Anche giustamente non ci penso due volte, anche lui a tornare in Italia, vendere un garage un box che aveva per dare il contante, quanto bastava per fare il resto di debiti e poter così comprare la barca, bella nuova di pacca in alluminio e raggiungere anche lui il ben-godi e paradiso di los Roches, dove senza nessun problema si sarebbe dovuto solo unire alla già esistente piccola comunità di barche Italiane che li gia faceva questo da tempo.

Ed invece lui arrivo quando altri avevano già deciso di andarsene era andato via Marco (White-Bear un koala 50), Paolo con (Proteo un sun kiss 47), Io con il mio ( Alpa38 ) ed alrti che conoscevo meno.

Bene vengo al sodo negli stessi anni è stato anche solito vedere in giro avvolte inspiegabilmente come molti avventurieri della peggior razza da un momento all'altro li si è visti cambiare barca e ripulirsi essendo magari andati in Italia una sola stagione, e tutti sappiamo e possiamo immaginare a quali traffici essendo in sud america si fossero assoggettati.

Pasqualino poveraccio mi viene da dire era andato in Italia e nel vendere il Box aveva rotto irrimediabilmente già da più di un anno con suo padre, non aveva una casa un posto dove realmente andare e già tre tratte della barca non pagate, ed il Caribe se non per quel pezzo di mondo in quel contesto che egli aveva conosciuto esserci in Venezuela ora gli si rivelava un posto caro ostile un posto dorato in cui si va in giro solo con i soldoni.

E quindi anche senza soldi, ed è cascato nel solito ITALIANO del posto che ti vuole aiutare e in pratica gli ha riempito la barca di ciò che forse è un bene neanche nominare.

Nessuno sapeva e nessuno aveva detto nulla che lui sarebbe partito ma sta di fatto che la Guardia coste Americana in acque internazionali lo ha irrimediabilmente blindato e la sua barca è ancora la che muore all'ancora sotto sequestro alla isla Margarita.

In poche parole la cosa funziona più o meno che proprio chi deve venderla  (e quindi li si tratta di tutto un paese,) fa prendere agli Americani chi intende appunto fare un viaggio solo, lo sacrificano molto felicemente a costo poi di così poter mantenere il canale quello sempre aperto da dove tutto il paese vende e trae profitto.

Insomma che gliene frega di far passare il povero Pasqualino.

Quindi alla fine di tutto questo lungo post, ok la vela , il navigare ,il girare il mondo essere degli alternativi, ma attenzione a farei pasqualini della situazione alla fine non sto neanche a dirvi come è finita nella realtà la vera storia di Pasqualino, in quanto la potete in modo scontato immaginare.

Un Ciao alla Prossima
/)pipposail

lunedì 12 gennaio 2009

Vendee Globe Sam Davies doppia Capo Horn, e risale l'atlantico quarta .



Sam Davies, la giovanissima e bella navigatice di (Roxy) entra a buon diritto nell'albo doro dei Cap-Hornier ed sicuramente sempre lei la grande protagonista di questa Vendèe Gloobe 2008-09.

Una spendida ragazza, a dire il vero bisognava aspettarselo ne aveva parlato un gran bene, guarda caso anche la sua connazionale super titolata, e davvero signora della vela mondiale la navigatrice Ellen MacArthur,

si proprio lei aveva detto che questa ragazza sarebbe stata una vera ed autentica rivelazione, e che dietro ai modi se vogliamo anche da ragazzina ci saremo tutti stupiti, e non ha di certo sbagliato le sue previsioni.

Si é davvero una splendida ragazza che ci sta facendo sembrare l'Everest della vela, la regata più d'ura ed impegnativa al Mondo, una cosa quasi scontata da quanto fa traspirare entusiasmo dai sui filmati pare che lei la stia quasi vivendo come se fosse la stessa cosa di andare con le amiche a vedere un concerto delle Spice Girls,
.



davvero almeno a me sta entusiasmando molto il valore di questa ragazza il suo sorprendente equilibrio spicologico dopo 65 giorni di mare in completa solitudine su di una barca a vela da corsa, e non si può certo dire( e lo conferma anche la sua favoritissima posizione di quarta ) che non abbia tenuto la barca alla frusta, tra colpi di mare, iceberg.
 
Ma devo dire davvero tanto di cappello a questa navigatrice, davvero vi consiglio di andarvi avedere i video da lei stessa mandati al sito ufficiale della vendèe gloobe, da cui non si può certo prelevare il video senno lo avrei già messo qui vi e il video di lei che festeggia che è davvero simpatico.


Ciao buona serata da
/)pipposail

venerdì 9 gennaio 2009

Autocostruzione di una barca a vela tutte le fasi fotogallery





Salve, sinceramente devo dire che personalmelte io ho sempre visto il costruirsi una barca a vela una passione a sé nel senso che mal si sposa o coniuga con la necessità di procurarsi un' imbarcazione per salpare !!!


E quindi si capisce anche che con questa premessa alla base questo tipo di esperienza dell'auto costruzione è praticamente preclusa.


Ma il potersi costruire una barca a chi non piacerebbe!!! Ed anzi è un'attività che come vedete oltre ad appassionarmi mi interessa ed ammiro molto chi la porta a termine con successo, ma ripeto a me e credo a tutti coloro che come me mettono in primo piano il poter navigare e fare miglia, partire e viaggiare.

L'auto-costruzione in se a poco a che fare con quello che invece vuole essere lo spirito del velista navigatore giramondo indipendente e del blog che ha invece necessità di focalizzare ed ottimizzare il miglior modo per poter quanto prima procurarsi la barca per salpare e andare a vivere per mare su di una barca a vela per navigare a vela e girare il mondo.


A seguire comunque una foto-gallery che a mio avviso merita di essere vista sull'auto costruzione di una barca in ferro cemento.

il processo costruttivo suddiviso nelle varie fasi:

* Il lofting fase, in cui si traducono i disegni in scala 1:1 in modo che tu possa iniziare a tagliare tutti i pezzi. Se si parte dal disegno infatti il progettista e anche in grado di fornire modelli di mylar tracciati dal computer o tagliati in piena sizeof sezioni principali.

* Produzione di tutti i pezzi da assemblare, questi possono essere fatti a mano o prodotta da CNC utilizzando Computer Assisted Design and Manufacturing (CAD / CAM)

* L'allineamento è un fattore critico in quanto da qui dipenderà la precisione del resto del processo di costruzione, quindi da fare sempre con grande attenzione e cura.

* Montare la struttura longitudinale: chiglia, traversi, ecc. Anche qui la precisione è importante, la superficie esterna di questi elementi è la base per la forma dello scafo.

* La struttura sarà ovviamente progettata di prendersi cura dei carichi longitudinali e trasversali, e quindi i seguenti strati sono stati progettati per prendersi cura di carico torsionale. Significato le fibre sono orientate + / - 45 ° sulla chiglia, seguita da altre 0 ° e 90 ° strati se necessario (in questo caso di carbonio e fibra aramidica strati)


* Carena dello scafo, questo processo richiede un buon occhio e la tecnica per ottenere un buon e corretto superficie.


* Iniziare il lavoro interno della barca, da ora anzichè concentrarsi solo ad ad andare avanti con il lavoro sarà invece più opportuno capire e tenere sempre presentre che Tutto ciò che si può fare prima di coprire con il ponte dovrebbe essere fatto. Più tardi ogni piccola cosa dimenticata sarà un lavoro molto più complicato e lento da andare a fare ulteriori lavori per l'interno.


* Montare il ponte su pannelli cleancut travi del ponte. Fate un Keep up di precisione, come sempre. questa sarà la parte più visibile della barca in porto.


* Montare il tetto


* Carenatura e la pittura di tutti gli elementi. Questo è molto importante per farlo con cura e con un buon prodotto, l'ambiente marino è molto aggressivo.


* Installazione di strumenti e tutte la ferramenta .  Se si tratta di pratiche di montare alcuni di questi elementi in una fase precedente, farlo.


* Varo


* Rigg instalation Rigg instalation


* Test di tutti gli oggetti e le attrezzature.



Una buona giornata, e alla prossima da
/)pipposail
Skipper and publishers

mercoledì 7 gennaio 2009

Fare il pane in barca a vela non solo per una questione di pancia .


Farsi il Pane in barca a vela, anche se può sembrare entraci come il cavolo a merenda, nella vita del velista Giramondo che vive in barca a vela tutto l'anno in pianta stabile

in realtà diventa una necessita per tutti coloro che non intendono rinunciarvi anche solo sotto il profilo solo prettamente alimentare e di pancia.

E' è inoltre mia convinzione che coloro che anche solo qualche volta provano a farsi il pane in barca a vela, sanno che oltre ad essere uno di quei momenti magici,

quasi sicuramente sarà una di quelle attività che nella vita in barca, più di altre diventerà quasi una necessità a cui se mai poi bisognerà di doverci rinunciare per un qualsiasi motivo sarà cosa molto sgradita.

Questo perché:
provate ad esempio se ci riuscite a seguirmi un attimo ed immaginate una situazione del tipo di essere all'ancora dietro una barriera corallina, a ridosso del fetch Oceanico a Los Roques,

in acqua, ferma, piatta e trasparente come non mai all'interno della laguna diciamo a Franciskis sulla Tua barca a vela (casa)con cui ci sei arrivato navigando a vela dall'italia.

E Tu molto tranquillamente che sei li, che ti fai il tuo pane. Ecco è allora che nella mia testa ed anima scatta quella gioia e pienezza del vivere nella semplicità come in nessun 'altra circostanza in tutta la mia vita mi ero mai trovato.

Ed infatti è la cosa che voglio suggerire di fare anche magari solo quando si esce in barca per andare a passare un fine settimana,

dico sempre che non importa dover fare per forza il giro del mondo, o di traversare gli Oceani per vivere il mare e cogliere la semplicità, la naturalezza ed essenza della navigazione d'Altura a Vela.

perché ad esempio non coinvolgete magari facendogli trovare la ricetta e gli ingredienti pronti in barca, sottocoperta la famiglia o l'equipaggio a fare il pane, la pizza, la cena.

Che senso ha, e come si può apprezzare e cogliere la vera essenza della navigazione del viaggiare in barca a vela se appena si tocca terra, ma ancor prima di raggiungerla si vive in funzione di andare al ristorante?

Intendiamoci non dico che ci sia niente di male ad andare in vacanza , o che non lo si debba fare assolutamente, ma sto solo cercando di illustrare quali tipo di approcci possono predisporre ed in un certo qual modo favorire a viversi l'essenza del navigare a vela,

ed altri che invece a mio avviso possono addirittura contribuire a viversi male e subirsi il tutto. Uno dei primi compiti dello skipper oltre la semplice e avvolte a confronto scontata conduzione della barca è

(questo l'ho appreso non essendo ricco e dovendoni quindi prestare molte volte a portare in barca tanta gente, che avrei fatto anche moltovolentieri a meno) del capitano e distribuire in compiti utili e che facciano star bene, occupato, coinvolto protagonista l'equipaggio.

Riescire appunto a mettere ognuno dell'equipaggio se vogliamo anche in uno stato d'animo adatto alla condizione ed esperienza che ci si accingé tutti insieme a viversi.

Ma andiamo per gradi e dando per scontato che disponiamo del classico fornetto a gas che quasi tutte le barche da crociera normali comunemente hanno sotto i tre fuochi,

per prima cosa il primo ingrediente che dovremo considerare e stare molto attenti ad imbustarla in maniera ermetica e stagna molto bene contro l'eventuale

umidità è la Farina che andiamo subito a vedere i vari tipi che se ne possono reperire e quale può essere al nostro uso la più indicata.

  • Farina professionale: per averne di certa la cosa migliore sarebbe conoscere un panettiere che te ne vende qualche chilo ;
  • Farina speciale per pane, acquistabile in qualunque supermercato;
  • Farina di grano duro (o semola rimacinata di grano duro) con tenore di proteine pari o superiore all'11%.
  • Farina 00 generica miscelata con una pari quantità di farina di Manitoba.
  • Il lievito di birra in panetti è il più indicato per panificare. Acquistatelo il più fresco possibile, dovrebbe avere una durata di almeno venti giorni prima del termine indicato della data di scadenza. Ma in barca ci si può anche accontentare ed avere buoni risultati anche ad usarne a lunga conservazione o con il procedimento della pasta acida, che consiste con il conservare sempre un tanto di impasto utile a far inacidire e lievitare anche l'impasto successivo.
  • L'acqua - usate pure acqua normale.Certo so pure io che l'acqua dei cassoni di una barca a vela non è una fonte su per gli alpeggi ma si farà anche con quello che si ha, ma state certi che con il giusto spirito a bordopoi alla fine si riesce sempre a spuntarla. Potete fare esperimenti con acqua minerale naturale, basta che non abbia un residuo fisso molto basso poiché il pane necessita di una certa quantità di minerali, come il calcio, presenti in basse quantità in alcune acque minerali.
  • Il sale - usate sale fino da cucina.
  • Il Tempo- La cosa più importante da organizzare e scandire per far un buon pane è il Tempo che potrà essere anche di 5-6 ore, ma volendo con la pratica e facendo un po di prove poi si riuscirà a fare anche più velocemente, ed inmodo ottimizzato. Il tempo in cui sarete al lavoro poi in realtà sarà solo di una mezza ora.
Ingredienti e quantità tipo:
500 grammi di farina;
300-350 grammi di acqua (variabile a seconda del tipo di farina);
15 grammi di lievito di birra;
10 grammi di sale (un cucchiaino raso);

I parametri come la quantità di acqua, la temperatura del forno e il tempo di cottura non posso indicarli e dovrai riuscire con un qualche prova perché dipendono dalle caratteristiche degli ingredienti, dall'ambiente e dalla attrezzatura.

Questi parametri devono essere ottimizzati con l'esperienza.

Come fare l'impasto
Potete procedere in due modi: con il metodo diretto o con quello allungato

Metodo diretto- 500 grammi di farina. Metterla in una insalatiera grande o anche sul tavolo libero facendo il classico vulcano in cui potrai immaginare che nel suo cratere centrale, andrete aggiungendo l'acqua che sarà importante che non sia troppo fredda ed in caso stemperarla prima.

300 gr di acqua nella quale avrete sciolto 15 gr (2/3 di un panetto da 25 gr) di lievito sbriciolato.

Cominciate a lavorare l'impasto con un cucchiaio di legno fino a che non comincia a formarsi un impasto omogeneo.

Aggiungete un cucchiaino raso di sale e fatelo sciogliere nell'impasto. Potete aggiungere il sale anche prima, l'importante è che non venga a contatto con il lievito.

A questo punto estraete l'impasto dall'insalatiera e trasferitelo su un piano di lavoro stabile.

Almeno per 15-20 minuti dovete impastare senz'altro e a seconda dell'energia che ci mettete.

A un certo punto sentirete che l'impasto cambia consistenza, divenendo più morbido e lavorabile, elastico e malleabile: a quel punto potete passare alla fase successiva.

La quantità di acqua assorbita dalla farina è variabile, durante le prime fasi dell'impastamento dovrete aggiungere acqua, poca alla volta, se vi sembra troppo secco e duro.

Ricordate solo che l'impasto non deve essere appiccicaticcio.

Metodo all'ungato

Mettete in una insalatiera grande 150 gr di farina con 100 gr di acqua e 15 gr di lievito.
Con un cucchiaio di legno formate un impasto omogeneo. Coprite l'insalatiera con un canovaccio e lasciate lievitare per 30 minuti.

A questo punto unite il resto della farina e dell'acqua, il sale e cominciate ad impastare seguendo il procedimento descritto sopra.

Questo metodo garantisce risultati migliori, anche se allunga il processo di 30 minuti.

Lievitazione

Una corretta lievitazione necessita di una temperatura di 25 gradi con l'80-90% di umidità.
La temperatura è facilmente raggiungibile in casa, basta mettere l'impasto in un luogo caldo, per esempio vicino a un termosifone.

L'umidità dell'ambiente domestico, invece, è sicuramente più bassa di quella ideale, quindi bisogna adottare qualche stratagemma per aumentarla.

Il metodo classico è quello di coprire bene l'insalatiera (evitando per quanto possibile rientrate di aria) con un panno inumidito con acqua tiepida.

Un'altro metodo consiste nel posizionare all'interno del forno l'insalatiera coperta con un canovaccio asciutto, insieme a un pentolino con un litro di acqua tiepida.

Se avete un termometro-barometro, potete verificare che all'interno del forno si sviluppino queste condizioni e aggiustare la quantità e la temperatura dell'acqua nel pentolino per avvicinarsi il più possibile alle condizioni ideali.

Scegliete il metodo a voi più congeniale e lasciate lievitare per 2.5-3 ore.

Come vedete qualche indicazione ho cercato di darla ma vi ribadisco che al di di queste alcune regole base poi dovrete e sarete voi in base ad alcune prove e i vostri gusti che troverete anche la giusta forma da dargli.

lunedì 5 gennaio 2009

Quale radio e antenna istallare su una barca a vela da giramondo?


Una delle molte cose che in verita bisognerà fare per armare ed attrezzare ulteriormente la nostra solita ipotetica barca a vela di serie, per renderla poi una vera ed ottimale barca da viaggio, da giramondo, le cose da fare sono molte ed avvolte anche molto soggettive, e solo indicativamente per aiutarmi a spiegarmi di cosa stia parlando, e a cosa in realtà mi rifarisco nella sostanza e azioni concrete da fare saranno ad' esempio:

  • Potenziare la produzione di energia elettrica
  • Che abbia dei pannelli Solari
  • Uno anche più generatori Eolici
  • Più di un solo ed unico sistema di autogoverno
  • Una seconda linea di ancoraggio pronta in coperta
  • Scalini per salire in testa d' albero
  • Cappottina paraspruzzi
  • Plancetta di poppa
  • Impianto d'acqua dolce e di mare a pedale
  • Vele molto frazionabili o rollabili
  • Rinvii in pozzetto di tutte le manovre
  • Serbatoi d'acqua e gasolio extra
  • Luci di via rinviate in testa d'albero

































    E molte altre cose ma mi fermo, perchè mi sono ripromesso oggi di dare nel mio piccolo possibilmente qualche indicazione che può toranre utile a risolvere il problema istallazione e risoluzione del problema comunicazione contatti con la terra diciamo quindi che ci troviamo nella necessità di istallare una potente ed affidabile stazione ricetrasmittente.

    L 'installazione tipo posso indicarvela in una Radio HF -SSB, la mia era un Keenwood ST-50 con accordatore d'antenna, ma ce ne sono anche di altre marche di analoghe. Nel disegno al lato diciamo che è un impianto fatto come si deve ed è effettivamente quello che si vede più diffusamente adottato e più spesso istallato sulle barche dei giramondo.

    Anche se io non condivido il tipo di antenna per due motivi

    1) - Che l'antenna "Antenna Filare" così è chiamata come si può notare dal disegno al lato, è ricavata dallo strallo di poppa, che è stato appositamento tagliato e ri-giuntato con degli isolatori di ceramica appositi, che credo che certamente terranno!!! anche visto anche che non mi è mai capitato sentir nulla a riguardo!!!

    Ma io avendo usato un'altro metodo consigliatomi da un vero esperto, un vero Gurò di queste cose che mi indicò la possibilità alternativa di usare un' Antenna a Dipolo che si tratta di un filo nero volante a Ti, che volendo si può usare anche in modo volante tirandolo su in testa d'albero molto agevolmente per mezzo di una cimetta e un carrucolino apposito.

    Quindi oltre ad essere più economica ed evitare di farci tagliare lo strallo di poppa, c'è anche un altro vantaggio che sarà quello di farci risparmiare di (come si vede anche sul disegno) di dover creargli la voluminosa e pesante così detta "terra" che su quella a dipolo non necessita essendo già di suo un'antenna bilanciata.

    Come contro partita. Non potevo parlare su tutte le frequenze con una sola antenna a dipolo perché l'ampiezza dei bracci della T , (come mi spiegò il gurò) sarebbero dovuti essere lunghi in base o funzione della frequenza in cui si vorrà, o servirà usare trasmettere o ricevere!!! Ma visto il costo molto contenuto di questa antenna a dipolo mi fece comunque convenire di potermene portare dietro più d'una

    Ad' Esempio: una con i bracci di 2,90 mt che mi permettesse di poter ricevere e trasmettere ad esempio dai 24.00 Mhz ai 26.000 Mtz, un'altra con i bracci 3mt per poter parlare sulla frequenza a salire e cosi andando me ne portai tagliate a misura e fatte a regola d'arte per poter parlare su tutte le frequenze che mi sarebbero potute tornare utili.

    Credo che ancora oggi si possa adottare per comodità e possibilità questo tipo di soluzione che per completezza e versatilità anche il telefono satellitare per mare non credo che ancora oggi possa garantire, beh!!!

    Poi intendiamoci, logicamente se si avrà la fortuna di farsi introdurre alla Telecom Italia dove so per certo che oltre al nostro Giovanni Soldini nazionale (che è anche normale che venga sponsorizzato)

    negli anni passati hanno largamente abbondato nello sponsorizzare l'impianto a parecchie barche che partivano per il giro del mondo,

    be allora si capisce che il problema neanche sussiste ma se parliamo del buon marinaio giramondo che come approccio e in linea di massima credo che le cose gli piaccia farsele da solo in modo indipendente ed in economia, la soluzione resti credo questa.

    Il notebook utilizzato per e-mail e fax meteo che provengono attraverso la Radio HF - SSB irrununciabile e di cui non si può fare certamente a meno di una radio ssb-hf ad onde corte

    1) - Per chiedere aiuto al di fuori del Mediterraneo

    2) - Di aderire alla AM / PM avvisi ai naviganti e bollettini) a parlare con i tuoi amici che sono su altre barche anche + 100-200 miglia di distanza.
    3) - Interfacciarci ad un notebook che potrà avereoltre che a sua volta interfacciati tutti gli strumenti di navigazione e elettronica di bordo per poter scaricarci le C-Map con tutta la cartografia che per fare un giro del mondo e considerando che una carta nautica costa mediamente non meno mai di 50-100 $ l'una, capirete il risparmio.

    A seguire alcune considerazioni e cose che bisogna sapere e tenere conto .


    Esistono in tutto il mondo singoli radioamatori o gruppi organizzati che dedicano il loro tempo al collegamento radio con imbarcazioni appartenenti alle più diverse nazionalità.
    Quasi tutti sono di una serietà e di una disponibilità incredibile: non mancando mai ai vari appuntamenti giornalieri, sabato, domenica e feste comandate comprese, offrendo tutta l’assistenza possibile.

    Alcuni rappresentano un vero punto di riferimento per decine e decine di famiglie, alle quali offrono l’unico modo per avere notizie fresche dei loro cari in navigazione e praticamente ogni anno vi è qualche imbarcazione salvata grazie alla loro solerzia. I più organizzati dispongono di vari assistenti in diverse parti del mondo, per poter così garantire una copertura totale.

    Sovente hanno a disposizione ricevitori meteofax, sono collegati con i centri di soccorso nazionali e giornalmente passano, tradotti nella loro lingua, tutti i vari bollettini meteo disponibili per le diverse zone di navigazione. La cosa più incredibile è la costanza delle loro trasmissioni: ve ne sono alcuni che operano ormai giornalmente da 15-20 anni.


    Se questo non si chiama vero volontariato, non sapremmo definirlo diversamente!

    Tra i radioamatori più conosciuti e amati da chi va per mare vi è "Pierluigi Zini", di cui vorrei e mi farebbe molto piecere avere notizie più rassicuranti delle ultima volta che ne ho reperite dai ragazzi che portarono le medicine a vela alla Isla delle Vacche ad Haiti, e che aveve avuto un infarto - e non altro stop -quindi comunque auguri al nostro caro vecchio padre , caro ed insostituibile..

    - DJ -
    il nome con cui tutti i giorni teneva la rueda de los navigantes questo il suo nome per radio che da sempre collega le tante imbarcazioni Italiane sparse nei quattro angoli della terra. Non c’è regata o operazione di soccorso che non l’abbia trovato in prima linea con la sua presenza costante e la disponibilità totale. Ricordiamo le sue levatacce (unico momento buono per collegare a quei tempi il Pacifico) per avere notizie degli amici che navigavano tra le Fiji e le Hawaii!

    Al suo attivo momenti gioiosi, come l’arrivo vittorioso in una regata importante o la prima traversata di qualche neofita e momenti inevitabilmente tristi: molte volte l’annuncio di una disgrazia successa in mare, di una brutta notizia da parte della famiglia di qualche navigatore all’altro capo della terra. La sua non è solo una voce nell’etere, è qualcosa di più, è un riferimento per tutti quelli che navigano; un punto sicuro nei collegamenti con la famiglia e nella sua voce si comprende sempre che le notizie che passa sono da lui vissute in prima persona, siano esse belle o brutte.

    Naturalmente Pierluigi e gli altri suoi colleghi sono radioamatori e purtroppo non possono collegare nessuno che non abbia un regolare e valido indicativo radio. È una grave carenza dell’organo che governa le trasmissioni nautiche: si crede che le stazioni ufficiali radiomarittime siano sufficienti a coprire i fabbisogni e le esigenze della gente che va per mare, non rendendosi conto che sovente è proprio una parola amica nel momento giusto, che può aiutare e infondere coraggio per superare un momento difficile.

    Ruota Principale e piu' importante.

    Rueda de los navigantes - 14.362 kHz, h. 22,00 UT.
    È una delle più serie e conosciute, trasmette in spagnolo, con operatori alle Canarie, Capo Verde, Argentina, Puerto Rico, Azzorre e Polinesia.
    Opera su una frequenza “pirata”, permettendo così a chiunque il collegamento.

    Le frequenze di operazione sono: 14,370 hz - 14,362.
    La prioritaria é 14,370.
    Alla seconda si passa in caso di forti disturbi radioelettrici.
    L´orario dei collegamenti della "Rueda de los Navegantes" non varia, é sempre la stessa: ore 22,00 UTC (Ore 19,00 argentine... ore 17,00 italiane ... ecc. ecc. )

    Altre ruote meno importanti.

    Ressort du cocotier - 13.970 kHz, h 23,00 UT.
    Copre la zona dei Caraibi e Brasile, in lingua francese con referenti alla Martinica, Guadalupa e Suriname.
    Anch’essa su frequenza “pirata”.

    Atlantic network - 21.400 kHz, h l3,00 UT.
    In lingua inglese, è tra le più conosciute, con operatori a Barbados, Florida e Canada. Fornisce meteo dettagliati e segue le barche nei loro spostamenti.

    Ressort de Abidjan - 14.112 kHz, h l8,00 UT.
    In lingua francese, copre tutta l’Africa occidentale e l’Atlantico e in particolare le zone tropicali ed equatoriali.

    Radio Assistance Trafic Maritime - 27.530 kHz, h. 10,30 - 16,00 UT.
    In francese sulla banda CB, con referenti in tutto l’Atlantico ma non sempre è udibile.

    Pitcairn Net - 14.180 kHz, h. 06,30 UT.
    Direttamente dall’isola degli “Ammutinati del Bounty”, in pieno Oceano Pacifico, uno dei discendenti dell’artefice dell’ammutinamento, Tom Christian VR6TC, trasmette meteo e informazioni per la Polinesia e le isole dei mari del Sud.

    --------------------------------

    Persone a terra che frequentano le ruote.
    • Rafael dall´isola di Gran Canaria (ruscus@ctv.es)
    • Alberto da Santa Fé
    • Ruben da Ushuaia
    • Pierluigi Zini , (non chiamarlo per nome in frequenza . Chiamarlo DJ )-

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    NB - Se ti servissero delle indicazioni precise, dettagliate ed esaustive non esitare a contattarmi o postare direttamnte la tua domanda sul nostro guppo in basso.

    Ti metto in contatto con il vero gurù su tutto ciò che riguarda l'aspetto tecnico manutenzione in genere e non solo. PapaMike

    Una buona serata e alla prossima da
    /)pipposail Skipper and publishers

    sabato 3 gennaio 2009



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