-> ...VIVERE per MARE !!!: sicurezza

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venerdì 6 agosto 2010

Le tre regole d'oro per una navigare a vela in sicurezza .


In realtà questa potrebbe benissimo essere una di quelle argomentazioni dove le teorie e interpretazioni possono essere molteplici ed avvolte anche contrastanti, quelle discussioni così dette da banchina che se ci  si imbatte si rischia solo di segare la segatura. 

In primo luogo quindi opterei per far apparire la sicurezza molto più semplice di ciò che in realtà la si fa apparire, per poter così finalmente portare questo aspetto davvero importante all'attenzione di tutti coloro che intendono o si apprestano a voler navigare a vela in tutta sicurezza.

Molto semplicemente quindi alla base ci sono tre regole d'oro che bisognerà sempre tenere presente per poter praticare la navigazione a vela in sicurezza che sono le seguenti:

1. - Mantenere la barca al largo della terra.

2. - Tenere l'acqua fuori dalla barca.

3. - Rimanere sulla barca.

venerdì 19 febbraio 2010

Cosa significa e come ci si mette alla cappa per superare il mal tempo.



Come mi fa giustamente notare in una sua email Marco in effetti ha ragione!!! Si è proprio vero che anche la questione se sia  concretamente possibile ed opportuno considerare la manovra spesso menzionata soprattutto in letteratura di 


"Mettersi alla Cappa?"


qual'ora trovandosi per mare in barca a vela si venisse colti dal non previsto e avvolte repentino peggiorare delle condizioni meteo marine tali da impedire di poter mantenere la barca in rotta e quindi di continuare  in sicurezza la navigazione. Si sente parlare di 

  • Cappa Secca
  • Filante
  • Derivante

parole e indicazioni che avvolte neanche si riesce a comprenderne bene concettualmente cosa vogliano davvero esprimere, quanti hanno compreso immediatamente cosa possa significare concretamente ad esempio:

"dover creare una remora sopravvento per impedire che le onde frangano in coperta"???

Beh sicuramente un linguaggio e concetti non sempre chiarissimi che a mio avviso molto spesso e volentieri lasciano spazio alla libera interpretazione e che  trovano una risposta certa solo ed esclusivamente con l'esperienza ed il navigare davvero. 

non perchè credo non valga la pena riparlarne di tutto questo ma visto che già in passato mi sono trovato ad intervenire su questo argomento a seguire ho semplicemente aggiunto il mio intervento su di un forum dove si era appunto appena finito di menzionare la pratica del mettersi alla cappa come essere ancora oggi una soluzione proponibile ed attuale. quando a mio avviso invece diedi questo tipo di risposta==>>

Scusami ma credo che ti sei dimenticato di specificare che questo metodo del mettersi alla cappa è una pratica ormai obsoleta e che il volerla mettere oggi in pratica per come si sono evolute e sono concepite oggi le barche a vela moderne potrebbe risultare addirittura pericoloso volerlo fare visto che non si otterrebbe null'altro che far intraversare ancora più pericolasamente la barca al mare.

Mi spiego una volta diciamo ormai molti anni addietro le barche si potevano mettere alla cappa, semplicemente perchè erano concepite e costruite per poterlo all'occorrenza fare, 

oggi invece la progettazione e la costruzione e delle barche a vela si è evoluta e orientata in una direzione concezione e filosofia  totalmente opposta.  

Per chi non se ne fosse accorto infatti gli scafi erano molto pesanti a chiglia lunga ed integrata possibilmente anche da un profondo skeg, scafi molto lunghi, stretti e profondi, 

tutto lì'opposto e a differenza di oggi che soprattutto le più barche comuni (i così detti plasticoni) sono invece molto leggeri, la chiglia e la pala del timone sono diventate delle pinnette, sono molto larghi e poco immersi. 

Ed è proprio da questo che anche il modo di governarle e di navigare, si è evoluto e quindi anche con la necessità di essere condotte con tecniche e metodi diversi..

Tutto ciò che dici  tu è infatti tutto vero e culturalmente rilevante, ma non vorrei che senza fare delle giuste precisazioni, generalizzando un po troppo nel dare per scontato che chi  legge già sappia cose che invece sono a lui sconosciute. 

Pensa se poi ci fosse chi davvero a digiuno di tutto ciò, e magari con il plastimar (il plasticone classico barca da charter tipo bavaria e affini) appena presa a nolo, con la patente nautica anch'essa presa di fresco in una agenzia nautica a Milano nei fine settimana invernali,  che salito un po di mare e vento mentre traversa per la Sardegna a provare a mettersi alla cappa,  be ti assicuro che sarebbe la cosa più sbagliata e pericolasa gli si possa consigliare di fare. 

    Un ciao a presto
 _/)pipposail

mercoledì 21 gennaio 2009

Navigazione Oceanica a vela come avere una sicurezza intrinseca di base.



Ciao, oggi a riguardo della sicurezza della navigazione oceanica vorrei andare oltre ciò che tutti dovrebbero sapere,  oltre le classiche cose che comunemente tutti sappiamo dover essere fatte tipo: 

il dotarsi di un Epirb (sos, radio), di un buon riflettore radar, di luci di via rinviate in testa d'albero, dell'autogonfiabile revisionato in coperta, e tutte quelle altre precauzioni e dotazioni che si potranno e dovranno prendere in considerazione direi in modo pressochè standard e scontato.

Ma la cosa che determina ed influisce sicuramente molto su tutta la sicurezza intrinseca di una barca a vela in navigazione sarà data a mio avviso e prima di ogni altra cosa da quanto il suo equipaggio; 

anche se trattasi di un solitario sia all'occorrenza in condizione di ridurre e frazionare la superficie velica esposta al vento in modo agevole ed immediato ad ogni accenno di rinforzo di vento. 

Questo sempre nella previsione di volersi preparare seriamente ad essere un equipaggio ogni tempo, ossia che in previsioni di viaggi e navigazioni un attimo più impegnativi quindi Oceanici, metta in previsione e nel conto di dover tenere la barca in sicurezza, il chè significa tradotto con parole da marinaio saper trovare e settare comunque una configurazione velica e un'andatura che permetta sempre e comunque di navigare tenendo la barca in rotta sul timone efficace e mai perderne innanzi tutto il controllo e la padronanza, costretti ad accusare così maggiormente il mare sotto rinforzi di vento e mare grosso. 

Normalmente potendo contare per far questo di avere approntato per tempo un' attrezzatura velica che possa essere frazionata e maneggevole per configurla agevolmente in navigazione in base alle condizioni che si troveranno. Ho aggiunto questa successione di immagini sotto per dare l'idea di quante diverse possibilità di riduzione della superficie velica esposta può avere uno skipper nella possibilità di configurare in modo differente, e quindi via via nel poter ridurre la superficie velica esposta al vento in proporzione ed in base a quanto rinforza il vento. 

E quindi anche la possibilità di tenere ancora comunque in sicurezza la barca in rotta e navigazione fino ad un aumentare del vento tale da poter anche arrivare a tenere comunque la barca in rotta a secco di vele, o in una ultimissima analisi a fuggire il mare anche se questo dovesse arrivare da dove scapparlo significa tornare indietro.

Infatti sia tramite l'ausilio di un rolla-randa per la medesima e/o un o anche più rolla-fiocchi per le vele di prua. 

O anche se avremo ancora delle vele con i garrocci non infierite dentro una canaletta e quindi non rollabile, all'occorrenza vale lo stesso la regola che si dovrà comunque al minimo accenno di un rinforzo del vento poter sempre essere nelle condizioni di poter ridurre la superficie velica esposta al vento, molto tempestivamente ed agevolmente. 

E per come del resto già avveniva ancor prima che si usassero le vele avvolgibili, si potrà comunque armare un sistema che ridurrà la superfice di velica, con il sistema o metoto che è stato sempre usato dei "Terzaroli" che tramite i "matafioni" pezzi di cima appositamente lasciati penduli e pronti tramite un sistema di rinvii, ad essere serrati riuscendo così contemporaneamente ad eliminare e ridurre sempre anche uno spicchio di vela, 

Il tutto quindi per permettere (se tutto il sistema sarà ben armato e funzionte ???) comunque di poter ridurre in modo agevole e sicuro la superfice velica, il set di vele ad una configurazione di metri quadrati di vela esposta al vento opportuna e ottimale all'intensità o nodi di vento che averemo in tempo reale in quel momento.

una buona serata alla prossima da
/)pipposail



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