-> ...VIVERE per MARE !!!: 2010

venerdì 31 dicembre 2010

EPIRB un semplice controllo che potrebbe salvarvi la vita.


Ciao quando ho deciso di voler parlare e promuovere ad un corretto uso ed una maggiore conoscenza 

di questo utile strumento salva vita per tutti coloro che praticano la navigazione a vela denominato

EPIRB (Emergency Position Indicating Radio Beacon

nel documentarmi la cosa inquietante che ho appreso e stato leggere che circa il 40% degli EPIRB (Emergency Position segnalatori radio) 

406 MHz che vengono attivati poi non vengano registrati anche se la registrazione e gratuita ed è responsabile di un corretto funzionamento di tutto il processo di soccorso e salvataggio che tutto questo è atto ad innescare.

Tuttavia la storia che segue solleva un'altra preoccupazione, perché gli EPIRB coinvolti in questa storia seppur erano stati registrati, 

avrebbero necessitato solo di un ulteriore semplice controllo per poter espletare fino in fondo la loro funzione di salva vita.

Un semplice controllo può salvare la vita 

Nel 2009 negli Stati Uniti una barca, è affondata. Beh allora, vi chiederete, cosa vuoi che abbia a che fare una barca a vela Americana che affonda con me?

Mi spiego da un'accurata indagine sull'emergenza è stato spiegato, che seppur il 406 MHz EPIRB era stato attivato questo non bastò a evitare il peggio perchè

Il segnale di pericolo si presentò inizialmente come da un faro non registrati. Ciò ha portato ad un ritardo nell avvio della ricerca, mentre un rilevamento del satellite è stato ricevuto.

Che cosa è andato storto? Anche se il faro è stato ufficialmente registrato con NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), il registro faro Stati Uniti, si è constatato che c'era un errore nella codifica.

Quindi, se si fa affidamento su l'attivazione del vostro EPIRB a 406 MHz e si confida su un rapido salvataggio , si dovrebbe fare un rapido controllo.

È necessario verificare che i caratteri del codice di identificazione stampato sul faro corrispondano alla documentazione di registrazione ricevuti dal registro faro del vostro paese. 

Questo avviso vale anche per PLB (Personal Locator Beacon).

 Aggiorna i tuoi dati di contatto Quando si cambia il tuo numero di telefono di casa o spostarsi, deve notificare faro del vostro paese registri con le nuove informazioni di contatto per le emergenze.

Acquistare il diritto EPIRB

Se siete all'estero e dovete comprare un faro nuovo, forse perché sei in ritardo sostituire il vostro ormai superato 121,5 MHz EPIRB, assicuri di parlare con il rivenditore. 

Fari devono essere registrati nel paese di origine del loro proprietario (s) e devono essere codificati per quel paese.

Quindi, se tu fossi un americano in crociera nel Pacifico, si avrebbe bisogno la spazzola di emergenza da codificare per gli Stati Uniti in modo che si potesse registrare con NOAA.

Verifica dell EPIRB Quando si desidera controllare e verificare la spazzola di emergenza, ad esempio prima di una crociera costiera o viaggio in mare aperto, assicurarsi di seguire le istruzioni del fabbricante e stare attenti a non attivarlo.

Quando devo attivare il mio EPIRB e per quanto tempo durerà?

Si deve solo attivare la spazzola di emergenza come ultima risorsa, quando si hanno esaurito tutti i mezzi possibili per salvare te e la tua equipaggio da un imminente pericolo.

Se siete in questa situazione, non girare la spazzola di emergenza e si spengono per cercare di preservare la durata della batteria. 

Questo potrebbe influenzare negativamente la spazzola di emergenza e di ritardo dei satelliti che stanno cercando di determinare la posizione.

 La batteria è progettata per attivare la spazzola di emergenza per 48 ore.

batterie EPIRB di solito negli ultimi cinque anni e la loro data di scadenza deve essere chiaramente indicata sulla etichetta del produttore.

Se lei ha dovuto attivare il tuo EPIRB durante l'emergenza, è necessario sostituire la batteria in modo da avere il pieno potere 48 ore 'a disposizione.

lunedì 27 dicembre 2010

Rolex Sydney to Hobart: partiti, Wild Oats XI conduce.

Sydney, Australia, 26 dicembre-  


Partita questa notte (ore 3 italiane), con un enorme pubblico la Rolex Sydney to Hobart 2010. 

Quasi 90 barche alla partenza  hanno lasciato la baia di Sydney con vento ideale da WNW sui 10-11 nodi e mare calmo,

per la prima tratta con vele portanti in attesa di incontrare la rotazione a SE e poi SW annunciata.

 Il primo a mettere la prua fuori dalla baia è stato ancora una volta Wild Oats XI, il supermaxi canting keel da 100 piedi di Bob Oatley, seguito da Wild Thing e Investec Loyal.

Solo una imbarcazione ed equipaggio Italiano al via l'equipaggio di OneLife,un' Amel italiano armato da Alberto Biffignandi, in regata alla Hobart. Foto Borlenghi/Rolex.

Per chi vuole seguire questa magnifica avventura ecco il link del sito ufficiale con una cartina delle posizioni in tempo reale.

Buon divertimento alla prossima da 
_/)pipposail

sabato 4 dicembre 2010

Linea di ancoraggio, come fissare la catena all'ancora e alla barca.


Arrivare in un ridosso e dare fondo all'ancora correttamente subito senza star li troppo a provarci e riprovarci io credo che sia una cosa oltre che auspicabile, essenziale e necessaria.

Infatti  bisognerà rendersi conto, che così agendo per tentativi si metteranno in allarme e si darà sicuramente fastidio a tutte le altre barche che già si trovano all'ancora in quella rada.


Inoltre credo che ogni comandante che si rispetti con la sua barca debba saper dare ancora in modo del tutto disinvolto in quasi tutte le occasioni gli si possono presentare. 

E qualora le condizioni o la particolare situazione possono far sentire un comandante non sicuro della giusta riuscita di una manovra di questo tipo; allora (sempre il buon comandante che si rispetti)!!!

L'Abortisce non sta di certo li a pensarci o cincischiare, mettendo se stesso ed altre barche ed equipaggi in  una situazione di pericolo.

Un comandante serio del resto credo che debba saper prendere le giuste misure e mire; al volo mentre si avvicina al luogo dove vorrà dare fondo all'ancora,

e non si affida di  certo a tentativi perché sa bene che  il momento dell'arrivo è solitamente , e coincide con quello della stanchezza, e del non essere essere al massimo delle proprie capacità,

ed io credo che almeno non ci si trovi in calma o ridossati completamente dal vento, non sia affatto indicato e buona norma ritrovarsi ad eseguire questo tipo di manovre che  poi come del resto ho già detto

ma ribadisco che credo che certe manovre o si sanno fare da subito a prima botta o sennò come si suol dire che Dio c'è la mandi buona,

perché andare avanti e fare affidamento sui tentativi è a mio avviso proprio la causa che predispone ed apre le porte e agli eventi di pericolo.


Certamente dar fondo all'Ancora non è che sia una manovra difficilissima  ma neanche semplicissima e scontata,  semplicemente un solo un p' ò come in tutte le cose che riguardano il mare e la navigazione a vela 

possono essere abbastanza complesse da necessitare quel minimo di esperienza che non sempre chi si mette al comando di una imbarcazione ha.

Ed allora soprattutto per chi ha poca esperienza e magari non conosce neanche il significato di parole come abbrivio, sopra-vento, sotto-vento, scarroccio che assieme a molte altre parole creano

 quel linguaggio marinaresco necessario al giusto svolgimento delle manovre a bordo e pretende ugualmente di comandare una barca a mio avviso è completamente un pericolo come del resto se ne vedono tanti. 

Ed allora facciamo conto di aver già dato L'Ancora correttamente al vento e aver mollato sufficiente catenaria (solitamente almeno due volte e mezzo la lunghezza della barca)

ed aver aspettato a spegnere il motore fino ad esser certi che l'ancora abbia preso sul fondo il compito anche se potrebbe sembrarlo non è ancora  terminato perché potrete e sarà molto utile adottare

 ancora un'utilissimo accorgimento,tecnica o trucco che permetterà di non lasciare che la barca sia direttamente attaccata al borbottin del vericello o anche ad una galloggia direttamente in coperta con o dalla catena direttamente.

Questo principalmente per due motivi il primo è quello di poter preservare tutto il musone di prua a cui si eviterà che lo fregamento della catena in tiro arrechi danni, 

oltre ai rumori di fregamento metallico che al brandeggio della barca la catenaria provocherebbe sul musone di prua dal suo sfregarci sopra.

Adottando lo Stroppo, ossia un pezzo di cima lungo un paio di metri come quella che ha in mano il signore nella foto sotto e alla cui estremità da una parte la si farà finire come si vede ed evince 

dopo aver applicato una redancia con la sua un'impiombatura (che è il tipo di nodo utile a fissare una redancia) a cui fissare il gancio che potete vedere sul tavolo sempre nella foto in basso.


Creato quindi lo stroppo, questo pezzo di cima - di un paio di metri - a cui alla fine ci sarà stato da voi applicato questo particolare tipo di gancio

che vi permetterà una volta finita la manovra di ancoraggio fermato il tutto- con la catena in tiro - di sporgervi con il busto fuori dalla prua per andare ad agganciare questo gancio ad una maglia della catena appena sotto la prua in modo che fissata l'altra estremità dello stroppo ad una bitta in coperta l'ancoraggio vi risulterà essere così fatto a regola d'arte.

Un'altra ed ultima raccomandazione di cui il provetto comandante dovrà verificarne il corretto montaggio previo il corretto funzionamento e tenuta di tutta la linea di ancoraggio e che la giunzione tra ancora catena sia necessariamente (per come si vede nella foto sotto) fatta con una particolare e snodabile giunzione che possa ruotare su se stessa .


Questo per non permettere alla catenaria in tiro che la si potrebbe facilmente immaginare come essere un'asta rigida di scalzare l'ancora dal fondo.

Ok come avrete capito più che star li ad elencare a chi non ne sa nulla tecnicamente quali siano le azioni da fare per eseguire la manovra dell'ancoraggio correttamente ho voluto condividere con tutti 

e chiunque lo voglia quali siano a mio avviso e secondo la mia esperienza quelle paio di  finezze, accortezze e cose che possono rendere questa manovra ancor fatta meglio e sicura a chi già esegue questa manovra ed ha già una sua infarinatura.

Un saluto alla prossima da:
_/)pipposail

sabato 27 novembre 2010

Per navigare gli oceani necessità: umiltà, pazienza e determinazione.


L'umiltà, la pazienza e la determinazione ho sempre ritenuto essere dei prerequisiti necessari per poter avere un approcio consapevole e responsabile con la navigazione a vela oceanica. 

Il mare non fa sconti a nessuno e prima o poi se non hai fatto bene le cose, il mare, la natura ti presenta sempre il conto da pagare. 

Ma questa estate questi miei discorsi e convinzioni anche se a molti possono apparire delle frasi fatte e scontate non sono state recepite e prese in considerazione, 

ed il signore (armatore) che da prima egli stesso mi aveva ingaggiato per condurre ed allo stesso tempo insegnarli a condurre a lui stesso il veliero,

quando mi ha sentito tirare fuori questo tipo di discorsi e che la navigazione a vela e cosa che si apprende per gradi con umiltà, pazienza e determinazione e che ad esempio prima che io potessi iniziare 

anche solo a  parlargli di vela e viaggi per mare necissitava e sarebbe servito che lui prima avesse imparato a fare i nodi e a conoscere e chiamare le cose a bordo con il loro nome. 

Bene mi ha molto semplicemente e forse visto il soggetto anche inevitabilmente congedato. 

Si e non posso negare di esserci rimasto molto male, con mio molto stupore senza neanche darmi il dovuto e un preavviso, 

ma semplicemente arrivando in barca ed imformandomi che aveva deciso di portare la barca a Roma con un altro suo amico che sarebbe arrivato di li a poco.

E siccome per uno skipper professionista serio a torto o ragione l'essere privato del comando della sua barca  è sempre una sconfitta e una cosa per cui non c'è proprio nulla di cui vantarsi, 

mi sono fino ad oggi stato zitto e messo come si suol dire la coda tra le gambe, e come del resto ben sapete reprimendomi anche del poterne parlare, 

senza mai farne accenno di aver avuto l'onore e le capacità per condurre una così bella barca di 20 metri sparkman stephens sicuro che il tempo ed il mare mi avrebbe dato ragione e reso giustizia.
Ecco la barca che questa estate ho avuto l'onore di condurre con sotto il suo armatore sconsolato per esserci finito a scogli nel canale tra Ibiza e Formentera. 
Non credo che ci sia bisogno di aggiungere altro e non intendo di certo gioire.

un saluto a tutti, alla prossima da:
_/)pipposail

mercoledì 24 novembre 2010

Il Kon Tiki una zattera a vela.

Ciao a tutti questa sera voglio dedicare un mio piccolo ed umile tributo, ad uno dei racconti di viaggi per mare a vela oceanici che più mi hanno entusiasmato sin da giovanisssimo. 

Il viaggio o per meglio dire l'avventura-impresa è quella della Zattera a Vela Kon-Tiki, con cui nel 1947 il norvegese Thor Heyerdahl 

ed intraprese a volere in sostanza dimostrare che già in era precolombiana fosse stato possibile che dei nativi Sud Americani potessero aver conolizzato via mare alcune isole della Polinesia.

Pensate che Thor Heyerdahl si fece lasciare con il suo ecquipaggio in Perù paese da dove sarebbe partita la spedizione via mare con degli studi molto meticolosi sui materiali e tecniche che si pensa abbiano potuto avere e disporre anche le popolazioni precolombiane.

E così che solo di legno di balsa e legature gli fu possibile costruire una zattera a cui in onore del dio del sole fu datogli il nome appunto di Kon-Tiki.

L'equipaggio era formato da: 
  • "Thor Heyerdahl"(1914–2002), capo spedizione.  
  • "Erik Hesselberg"(1914–1972), navigatore ed artista, (fu lui a dipingere il volto del dio sulla vela). 
  • "Bengt Danielsson"(1921–1997), cuoco e cambusiere, sociologo, servì inoltre come interprete. 
  • "Knut Haugland"(1917–2009) esperto radio, decorato dagli inglesi per azioni di guerra.
  • "Torstein Raaby" (1920–1964), trasmissioni radio. 
  • "Herman Watzinger "(1910–1986), ingegnere, registrò i dati meteo ed idrografici della spedizione. 

    Una cosa molto curiosa fù che la spedizione si fece grazie a tutti sponsor e donazioni private, le autorità peruviane contribuirono con la concessione di un'area portuale per la costruzione della zattera.

    La costruzione che fu fatta dallo stesso equipaggio si dovette attenere e basare sulle tecniche di costruzione indigena del luogo di partenza, 

    utilizzando il legno che veniva utilizzato in epoca precolombiana, quello di balsa, come tecnologia costruttiva si basarono sulla descrizione rilasciata dai colonizzatori spagnoli nelle loro cronache della colonizzazione.

    Il viaggio iniziò il 28 Aprile 1947, per 101 giorni attraverso l'Oceano Pacifico fino a quando andarono a finire sulla scogliera di

    Raroia nell'arcipelago delle Isole Tuamotu, il 7 Agosto del 1947, tutti i partecipanti alla fine arriarono in discrete condizioni di salute.

    Oltre il video documentario che vi allego a seguire e potrete visionare anche subito, ma ciò che consiglio vivamente a tutti gli appassionati di queste particolari avventure e navigazioni è il libro che descrive l'impresa

    Quando fù pubblicato stupì come in poco tempo arrivò a scalare tutte le classifiche letterarie e divenne da subito una pubblicazione di successo

    da esserne state stampate più pubblicazioe di cui l'ultima col titolo Kon-Tiki: Across the Pacific in a Raft. (Kon Tiki, attraverso il Pacifico su una zattera).

    La narrazione con l'aggiunta di immagini, filmati e commenti degli altri membri di equipaggio fu trasferito in un film che vinse un Academy Award per il miglior documentario nel 1951


    Il film fu diretto da Thor Heyerdahl con editore Olle Nordemar.


    Il Kon Tiki originale (restaurato) attualmente si trova esposto al Kon-Tiki Museum a Oslo.

    La sua costruzione era formata da un corpo principale, ed una primaria parte galleggiante della zattera, fu costituita da nove tronchi di balsa accostati tra loro, lunghi fino a 14 metri e 60 cm di diametro.

    I tronchi longitudinali ed i traversi erano legati tra loro da robuste funi di canapa di 3 cm di diametro. Tra i tronchi longitudinali lunghe pale di legno di pino svolgevano la funzione di derive.

    L'albero in legno era a forma di “A” di circa 8,8 m di altezza, a poppa dell'albero fu costruita una “cabina” in bambù intrecciato, lunga 4,2 m e larga 2,4 m coperta da foglie di banano. A poppa un lungo remo (circa 5,8 m), funzionava da timone. 

    Aveva poi la grande vela (4,6 x 5,5m) Le immagini fotografiche rappresentano anche una piccola vela superiore alla grande, ed inoltre una terza a poppa.

    La zattera era coperta in parte, come piano di calpestio, da una sorta di stuoia di fusti di legno intrecciati con bambù.

    Il documentario sulla spedizione Kon-Tiki ha vinto due Oscar, nel 1951, il libro di Heyerdahl "Kon-Tiki Expedition" è diventato un bestseller internazionale, tradotto in quasi 70 lingue.

    L'avventura o spedizone del Kon-Tiki è stata una delle ragioni principali dietro l'ascesa del trend e della tendenza che negli anni a seguire fino ai giorni nostri a creto Tiki, con bar, ristoranti, moda e musica nel 1950 - e 60-anni -

     una buona serata e alla prossima da:
    _/)pipposail

    mercoledì 17 novembre 2010

    ...::: Social Network Siciliano :::...: Hai mai pensato o sognato di ritirarti a 40 anni?

    .

    Un post che ho pensato fasse molto gradito anche per i lettori di questo blog.
    Hai mai pensato o sognato di ritirarti a 40 anni?

    martedì 16 novembre 2010

    Autunno, tempo di navigazioni e trasferimenti oceanici.



    Autunno, inverno entrante una stagione difficile per parlare di navigazione a vela dalle nostre parti (in Mediterraneo)!!!  

    Solitamente infatti in questo periodo dell'anno per il velista tradizionale diciamo nostrano, 

    ossia colui che ancor prima della barca solitamente compra un posto barca e più che navigare e viaggiare, 

    ama fare a suo dire una vela più sportiva e di circolo questo è il periodo di rintanarsi e conservare e preservare bene sia la  barca che l' attrezzatura al lungo inverno.

    Per i "Velisti Navigatori Giramondo" invece questo periodo dell'autunno oserei dire che è il periodo più concitato ed esaltante, perchè il velista navigatore giramondo che in barca a vela ci vive e molte volte anche costretto a lavorarci, deve necessariamente fare in fretta e scappare dalla morsa del freddo, inattività e brutto tempo del Mare Nostrum (Mediterraneo).

    E diciamo che dalle coste Italiane sarà costretto a fare rotta da prima verso ovest per traversare tutto il Mediterraneo ed uscirne dallo stretto di Gibilterra in 

    Oceano Atlantico per poter così finalmente mettere la pruà verso sud ed il caldo. Un caldo che per la verità non si avvertirà prima di aver navigato 700-800 miglia verso sud fino alle Isole Canarie,

    che saranno solo un preavviso del vero clima tropicale che si avvertirà e sarà raggiunto veramente solo arrivati alle Isole di Capo Verde altre 800 milia più a sud.

    Raggiunte le Isole di Capo Verde sarà anche l'ultima tappa prima di far nuovamente rotta ovest per  Traversare l'Oceano Atlantico per raggiungere così in tempo utile alle feste di natale i Caraibi, che si vendeno molto bene 

    Tutto questo diciamo fino alla primavera ed entrante estate periodo dell'anno in cui sarà nuovamente per il velista navigatore giramondo squattrinato e che deve pagarsi la barca tempo di scappare nuovamente dalla stagione dei cicloni sulla strada del ritorno in Mediterraneo in tempo utile con l'estate.

    Si in realtà è solo così che molti di noi compreso me, hanno potuto procurarsi e permettersi una barca a vela,  essere sempre là dove la stagionalità e posizione geografica consente di vivere in barca nel momento la stagione e calda ed il tempo e buono.

    Quando molte volte mi viene posta la classica domanda: 
    "Si ma come si fà al giorno d'oggi a potersi permettere di comprare una barca a vela e andarci a vivere".
    Mi verrebbe da rispondere molto semplicemente: "navigandoci davvero".Si credo proprio che il segreto su come poter riuscire oggi a comprarsi una barca a vela e andarci a vivere e mantenersi sia racchiuso tutto in questo viaggio che ho descritto e se si sarà in grado e disposti per 3-4 anni ad essere con la barca la dove utile e non si è costretti a stare molti mesi inattivi e sulle spese.

    Si navigare tante e tante miglia in modo da poter essere al momento giusto nel punto giusto è racchiuso gran parte del sapere che necessita per potersi oggi mantenere una barca a vela su cui vivere e lavorare.

    lunedì 15 novembre 2010

    vivere in barca a vela nonostante tutto

    Ciao non credo che ci sia bisogno di aggiungere molto alla foto di questa barca a vela casa, attrezzata di tutto punto non tanto per navigare ma per passare un rigido inverno ben attraccata in banchina a modo di villetta.



    Oltre ad essere molto curiosa la foto di questa barca a vela così combinata a mio avviso fa anche vedere; che chi vuole realmente vivere per mare in barca a vela poi una soluzione anche per passare un lungo e rigido inverno nei mari del nord la si trova sempre.



    lunedì 8 novembre 2010

    Vuoi fare la Traversata Atlantica su un Moana 60?

    Ciao a tutti, oggi visto che molti mi hanno chiesto se ero a conoscenza di qualche barca che imbarcava per compiere la Traversata Atlantica,

    e siccome eccoci arrivati in autunno che come spero ormai molti abbiano intuito è il periodo giusto dell'anno per compiere con i venti Alisei la fatidica e tanto sognata Traversata Atlantica. 

    Molti sono gli equipaggi anche Italiani che annualmente compiono la Traversata Atlantica, per poter passare l'inverno ai Caraibi dando la possibilità di imbarcarsi per poter partecipare e fare questa esperienza.

    Quindi se siete interessati credo facciate ancora in tempo ad imbarcarvi su un Moana  60 piedi e sotto vi giro l'offerta così com'è:


    Offriamo imbarco su Moana 60 per Traversata Atlantica con partenza il 2 dicembre da Las Palmas e arrivo stimato il 16 dicembre a San Marten - Caribe.

    Quota di partecipazione mille euro a persona -
    andrea@moana60.it -
    tel. 349/2564787
    sito web:.www.moana60.it 

    un saluto alla prossima da:
    _/)pipposail

    domenica 31 ottobre 2010

    La barca a vela in una sacca.

    In realtà è solo per spirito di condivisione e voler girare su questo blog ciò che trovo di interessante e curioso in giro in rete. Bene questo è un barchino molto curioso e che credo potesse valere la pena girarvene alcune immagini.

    martedì 26 ottobre 2010

    Energia elettrica a bordo; eolica, solare o due alternatori al posto di uno?



    Ciao a tutti anche se so di non scoprire e rivelare nulla di nuovo sono convinto che comunque ribadire come praticamente anche da soli,  in modo semplice e low cost si può risolvere il problema dell'equilibrio che praticamente bisogna creare a bordo tra i CONSUMI  e la possibilità di AUTO PRODUZIONE di energia elettrica, sia una cosa molto utile. 

    Questo perchè a me sembra che troppo spesso il neofita velista navigatore appena si trova nell'esigenza di dover aggiungere alla sua barca a vela di serie o standard delle utenze elettriche in più a quelle con cui è stata progettata per diciamo completarla e finirla di attrezzare anche per delle navigazioni più lunghe ed impegnative come ad esempio
    • il poter aggiungere alcuni strumenti di navigazione, 
    • un'autopilota, 
    • mettere anche le luci di via in testa d'albero 

    ed alcune altre aggiunte e migliorie nell'attrezzatura che fanno veramente diventare una normale barca a vela, un vero veliero d'altura attrezzato di tutto punto e quindi anche di fatto pronto a prendere il mare in qualsiasi momento per qualsiasi destinazione.

    Ma tornando a noi notavo come si è portati a considerare in modo scontato che per risoluzionare questo problema dell'energia elettrica a bordo bisognerà obbligatoriamente rimettere mano a tutto l'impianto elettrico di sana pianta, aggiungendo e dovendosi anche dotare di un sistema di auto produzione di energia supplementare o eolico o solare che in entrambe i casi risulteranno essere anche se risolutive delle soluzioni molto impegnative, ingombranti e costose. Quando a mio avviso prima ancora di arrivare a considerare tali soluzioni sarà più opportuno e necessario imparare a calcolare e stimare quali dovranno essere i consumi di bordo e di conseguenza magari capiterà di accorgersi che se si tratta  per come abbiamo detto di aggiungere solo alcune luci di via in più un auto-pilota, ed un pc la soluzione è molto più semlice e risolvibile con l'aggiunta e istallazione semplicemente di una seconda puleggia, un'altra cinghia e un'altro relativo alternatore per avere così in modo davvero semplice e low cost risolto il problema di potenziare maggiormente (raddoppiare) il nostro sistema di  auto produzione di energia elettrica di bordo. . 

    Certamente so che la soluzione moralmente e contestualmente all'andare per mare a vela spinti dal vento può far nascere delle contraddizioni con l'essere poi obbligati a dover accendere il motore e consumare un paio di litri di gasolio al giorno, ma non è solo mia convinzione che se a conti fatti questa soluzione risulta essere quella che costa meno ed ha conseguenzialmente anche un minor impatto ambiantale.

    A mio modo di vedere infatti anche il far diventare la propria barca una piccola centrale di energia rinnovabile può essere contraddittorio e la contraddizione non sta solo nell'accendere e consumare un paio di litri di gasolio al giorno ma nel fatto che basti pensare che l'energia che in tutta la sua vita un piccolo impianto di auto produzione di energia rinnovabile riuscirà a produrre non arriva e basterà neanche a ripagare i costi dei pannelli solari stessi che serviranno a far funzionare l'impianto di auto produzione di energia elettrica di bordo.

    Con il tempo e l' esperienza inoltre mi sono accorto che poi le occasione e i motivi per cui anche durante una traversata Atlantica può essere opportuno se non necessario accendere un paio dore il motore sono davvero molte e non ultima la mancanza di vento, e che quindi poteva risultare comunque una cosa opportuna se non quasi obbligata sfruttare maggiormente questa possibilità di aggiungere molto facilmente un'altro alternatore alla staffa e all'oggiamento messo già in opera  per un solo alternatore usando lo stesso e medesimo impianto.

    Come del resto si evince anche dalla foto quì sotto aggiungere un secondo alternatore risulterà essere molto semplice perchè come si  vede dove collocato un alternatore sarà molto semplice e quasi già tutto predisposto per poterne aggiungere un'altro.



    un saluto alla prossima da:
    _/)pipposail

    martedì 19 ottobre 2010

    Il Catamarano e l' importanza dei pesi che si imbarcano.



    Ciao a tutti, oggi vi voglio parlare di una superficialità che ho commesso nel momento in cui e dopo aver fatto migliaia di miglia ed essere abituato a navigare sempre su barche a vela monocarena tradizionali 

    quando un paio di anni fà anche io acquistai scelsi di  provare a navigare con un catamarano non posso negare di essercì cascato come uno stupido a fare una di quelle solite esperienze negative che solo essendo stato più attento ed informato mi sarei potuto risparmiare.

    Infatti con "MAGICA" il mio catamarano di 10mt per 6mt quando lo presi la prima stagione dal vecchio proprietario ricordo benessimo che la cosa che subito mi impressiono ed esaltò non poco del catamarano fù appunto l'essere stata un'imbarcazione davvero veloce, e soprattutto per me che avendo già fatto anche viaggi oceanici su barche monocarena di 12 metri a delle velocità massime che non superavano quasi mai i 5-6  nodi capirete che il ritrovarmi a navigare a 8-10 nodi  normalmente è stato un bel cambiamento.

    E questa maggiore velocità almeno per come io l'ho vissuta non certo per arrivare prima da qualche parte, ma solo per poter così maggiormente godere ed esaltarsi  dal vedere la scia di poppa diventare ancor più lunga e  fragorosa, e chi va a vela sa bene a cosa mi riferisco.

    Il problema o comunque la superficialità che ho commesso è stata proprio il continuare a ragionare come si ragiona sui monocarena di 10 - 12 metri soprattutto se di vecchia concezzione, e a cui quando si parte non si da poi molta importanza ai carichi ed i pesi che si imbarcano. 

    Ed è anche per questa ormai aquisita abitudine che io appena preso possesso del catamarano non ho tardato e mi è subito venuto normale e spontaneo pensare di poter aggiungere ad esempio: 

    un vericello elettrico con una catenaria a pua, o a poppa creare un rolbar con la possibilità di tirarci su il gommoncino con tutto il motore,  aggiungere un autopilota un pannello solare un eolico ecc. ecc.

    insomma ho incominciato a montare tutta quella serie di accorgimenti  e migliorie che rendono per come io sono abituato ad andare per mare una barca davvero armata di tutto punto per navigarci,  abitarci e vivercì.

    Ma  purtroppo mio malgrado il risultato che ho ottenuto io è stato che seppure ho attrezzato di tutto punto "MAGICA" ora tutto il peso caricato in più fà sì che la barca non abbia più quella velocità e manovrabilità che prima la caratterizzavano.

    Le conclusioni di tutto questo mio racconto è di tener presente che anche se poi non è che ho caricato su migliaia e migliaia di chili ma semplicemente aggiunto alcuni impianti e attrezzature che su di un monocarena non ci si pensa un attimo a dotare e che non porterebbero dei grossi inconvenienti.

    E che invece sul Catamarano agendo così si rischia di comprometterne le sue doti  migliori che sono solitamente di velocità,  stabilità e manovrabilità.

    Tanto che quest'anno ad inizio stagione sarò costretto a riscaricare davvero molte cose da MAGICA e quindi tempo, lavoro e soldi sprecati in un'esperienza che come credo di aver già detto mi sarei sicuramente potuto risparmiare se solo fossi stato meno superficiale e più informato.

    un saluto e alla prossima da:
    _/)pipposail

    domenica 3 ottobre 2010

    Video di veliero in navigazione!


    Bene che dire di più se non che non appena mi capita qualcosa che merita ed è davvero interessante da riproporvi e condividere sul blog non esito di certo a farlo.

    Questa volta trattasi di un video che molto semplicemente fa vedere un maxi veliero moderno dei giorni nostri navigare con un filo di vento. Non vorrei aggiungere altro

    se non augurarvi una buona visione e sperare che vedere questa magnifica costruzione dell'uomo navigare maestosamente vi provochi le stesse emozioni (di quasi commozione) che ha provocato in me vedere questo video.

     

    alla prossima ed un saluto da:
    _/)pipposail

    venerdì 1 ottobre 2010

    Guida Nautica Virtuale

    Ciao oggi per condividere un sito web veramente utile, al fine di potersi programmare dei viaggi o crocere in barca a vela davvero ben organizzate;

    ad incominciare dal conoscere molto bene anticipatamente i posti e località che fogliamo raggiungere.

    La maggior Guida Nautica Virtuale esistente, con informazioni su più di 8000 porti e un sistema di noleggio di Posti barca Online.

    alla prossima ed una buona giornata da:
    _/)pipposail

    mercoledì 29 settembre 2010

    Amici velisti giramondo underground dalla croazia.

    Semplicemente per spirito di condivisione non potevo, non promuovere e sostenere almeno condividendo e pubblicando sul blog viverexmare questo video:

    " The Best Of - Retrospective - Sailing Around The World"  

    di cui auguro a tutti una piacevole visione.  


    Ciao alla prossima da
    _/)pipposail

    domenica 26 settembre 2010

    Extreme Sailing Series 2010 A Trapani

    Come non ammetterlo che in questi giorni anche io non ne sia stato rapito e coinvolto da questa manifestazione. 

    Extreme Sailing Series 2010 che si è corsa quì nel porto di Trapani con questi evoluti e spettacolari catamarani di 12mt costruiti in carbonio.


     

    Anche se non ci accomuna quasi per nulla cosa esprime e fa apparire della vela non gli si può di certo negare che è di una spettocolarità fantastica che mi ha in questi quattro giorni di regate nel porto di Trapani davvero rapito e coinvolto.

    Comunque se vuoi vedere qualche immagine dell'evento quì puoi trovare alcuni scatti fatti da me. 

    Se invece la cosa ti prende e vuoi saperne di più puoi direttamente visitare il sito ufficiale dell' Extreme Sailing Series Trapani 2010 pieno di foto e vidio di questi quattro giorni di regate di Trapani.

    mercoledì 22 settembre 2010

    Vela o motore, storie di ordinaria follia della nautica italiana .



    Questa estate mi trovavo all'ancora in una baia delle Egadi con la barca a vela con cui ho lavorato e tutto ad un tratto da un mega yact, uno di quei  ferri da stiro impressionanti e che comunemente vengono definiti fantastici per lusso e comodità, mi sono sentito chiamare, era un mio vecchio amico. 

    Anch'egli navigatore velista che mi ha confessato come per ragioni economiche si fosse dovuto piegare a fare il comandante su tale barca che sebbene fosse ben retribuito non lo faceva davvero vivere tutto ciò di buon grado e senza vergognarsene.

    Ed infatti; la sera a cena a sentire anche io certi numeri e situazioni mi sono davvero sentito parecchio indignato, sentite quà: questa barca di 28 metri è una specie di appartamento di lusso gallegiante, 

    e a sentire lui a cui credo già a partire da 1 metro di ondina non può più navigare per i mari , ma la cosa davvero terrificante sono sicuramente quando il mare è piatto e gli consente di navigare i consumi: 
      
    500 litri ora,7600 litri di pieno per un autonomia di 400 miglia.

    Vale a dire che queste persone per andarsi a fare un bagnetto bruciano praticamente un paio di fusti di carburante e poi magari la cosa nuovamente ancor più terrificante è che poi magari sono anche molto attenti a che l'equipaggio ed hostes facciano la raccolta differienzata della spazzatura domestica.

    Beh ok...che dire,  anche io capisco come del resto leggevo e preso spunto da un post del nostro Soldini nazionale che pare la pensi allo stesso modo a riguardo, che anche capendo ed essendo consapevoli che l'italia è uno dei maggiori produttori di questie specie di barche, credo che obbiettivamnente convenga a tutti compresi quei produttori ripensare alla svelta il modo di vivere il mare.

    Ma la goccia che a mio avviso farà straboccare il vaso, è che questi signori siccome ogni tanto per rientrare delle spese affittano la barca, possono immatricolarla commerciale e hanno per questo anche il carburante a costo  agevolato... 

    E pensate che io per poter portare i miei amici in barca com me ho sempre la capiteneria alle costole che vorrebbe dimostrare che questi non sono amici ma cliente o persone paganti.

    Quindi come al solito in Italia sono perseguiti solo i più deboli e quei velisti che magari non essendo ricchi hanno e adottano semplicemente degli escamotage per potersi mantenere una barca e non per far soldi.

    Chi evade e specula è addirittura favorito.

    martedì 21 settembre 2010

    A Trapani pronti al via dell' Extreme Sailing Series 2010



    Salve quest'oggi solo per condividere molto semplicemente l'Extreme Sailing Series™

    un fantastico evento velico che si disputerà dal dal 23 au 26 Septembre a Trapani.

    Lo spettacolo non mancherà visto che l'Extreme Sailing Series™ si disputa con otto avveneristici ed evoluti catamarani 

    costruiti in carbonio di dodici metri  e tutti uguali, quindi otto equipaggi composti da quattro persone per barca.

    Per mia fortuna oltre ad essere un appassionato velista navigatore sono anche un Trapanese doc, ed ho per questo quindi la fortuna di poter vedere e raccontarvi questo spettacolarissimo evento velico sin dai suoi preparativi.

    Questa mattina infatti vi scrivo proprio dal molo del porto di Trapani destinato ad ospitare gli otto catamarani che arrivati ieri devono essere rimontati.

    E ciò che oggi ha attratto la mia attenzione, e che a mio parere vale la pena riportarvi  oltre l'abbondanza e ricchezza di attrezzature e materiali; 

    è la semplicità del progetto e costruzione e con quanta professionalità ed organizzazione lavorano i vari team nel rimontare e settare questi bolidi del mare.

    Pensate che gli otto catamarani anche se non di certo piccolissimi visto che parliamo sempre di un 12 metri, vengono trasportati sullo stesso carrello stradale che una volta arrivati estendendo due bracci laterali 

    sarà anche utile e servirà come sella dove potrà avvenire in modo ottimale e favorito il suo montaggio da parte dei montatori.

    Comunque bisogna riconoscere che questo evento velico Extreme Sailing Series™ porta più di qualsiasi altro la vela e gli skipper più famosi al mondo davvero tra la gente comune.

    E che questa particolarissima formula mostra quanto più di spettacolare e adrenalinico può mostrare la vela.

    Un saluto da _/)pipposail 

    venerdì 17 settembre 2010

    Extreme Sailing Series Trapani - Promo Video 30sec

    martedì 14 settembre 2010

    Barca a vela qual'è quella adatta ?

    Ciao, visto che le domande che mi vengono rivolte riguardano quasi  sempre esclusivamnte argomenti discussi e ridiscussi come ad esempio: 

    quale debba essere la barca a vela adatta a fare il giramondo? Con quale tipologia di materiale debba essere costruita? Quanto debba essere grande? O come debba essere armata? 

    Si sembrerebbe proprio così, e che questi siano gli argomenti che maggiormente preoccupano, condizionano e limitano chi si vuole cimentarsi a praticare la navigazione a vela, 

    ed è per questo che in pratica ci tengo moltissimo a sfatare e ridimensionare questo falso problema che si fanno soprattutto tutti coloro che anzichè essere attratti vocazionalmente da questa attività

    hanno deciso di praticare comunque la navigazione a vela spinti da altre motivazioni meno naturali e autentiche e che risulteranno poi essere dei condizionamenti dettati da tendenze e mode e null'altro.

    Quindi ribadisco che a mio avviso ancor prima di arrivare al problema di quale barca a vela scegliere,  chi vorrà veramente nel modo giustocimentarsi alla pratica della navigazione a vela d'altura 

    e all'andare a vivere per mare in barca a vela un periodo della propria vita sarà  molto più saggio e necessario che almeno agli inizi si preoccupi solo ed esclusivamente a fare delle miglia a vela, navigare davvero e fare più esperienza possibile.

    In pratica così si potranno acquisire le conoscenze necessarie e che possano permettere di fare le giuste considerazioni e aver consapevolezza di poter valutare,

    e poter  fare poi al momento opportuno delle scelte  giuste e consapevoli anche nei confronti di quale possa essere la miglior tipologia di barca a vela e più adatta a noi. 

    Quindi a conclusione di questo post che avrebbe dovuto stabilire quale fosse la barca adatta, vuole invece stabilire e far riflettere sul fatto che la barca adatta è solo l'ultimo dei problemi,

    e che al momento giusto non si avrà nessun problema a scegliere  quale dovrà essere se lo si farà quando avrete le giuste conoscenza per poter fare una scelta consapevole,

    quindi prima ancora di crearsi o voler dare risposte a questi falsi e/o prematuri problemi sarà più giusto e necessario preoccuparsi solo almeno agli inizi di navigare a vela, fare miglia e tanta esperienza

    che poi potrà permettervi in prima persona quelle successive e poi neanche tanto importanti e determinanti scelte come quella di quale sia o debba essere la barca a vela ideale o adatta a fare il giramondo ancor prima sapere realmente cosa significhi navigare e fare miglia per mare i barca a vela. 

    un saluto e una buona serata da:
    _/)pipposail

    sabato 4 settembre 2010

    Ecco come in Danimarca trattano i cetacei.

    Stop the whales massacre!Sinceramente non amo il buonismo a tutti i costi e questo genere di iniziative che normalmente poi vengono quasi sempre manipolate a fini di lucro.

    Ma in questo caso non sono riescito proprio a trattenermi e far vedere come ancora oggi molte popolazioni indigine delle coste  frequentate periodicamente anche dalle balene le accolgono e  anzichè sentirsi dei privilegiati e salvaguardare che tutto ciò continui nel tempo.

    Delle Balene invevce ne compiono dei veri massacri e carneficine.

    Visto e considerato che questa iniziativa è rivolta ad innescare solo un passa parola e far fare un atto concreto nello scrivere alla Regina di Danimarca stato sovrano dove ancora avvengono queste cose, se volete far pervenire anche la vostra protesta, seguite semplicemente questo banner link sotto:
    Stop the whales massacre!

    mercoledì 1 settembre 2010

    La costa Venezuelana sempre più infestata dai pirati.

    Beh scusatemi!!! Ma sembra proprio che a molti velisti, navigatori, giramondo in culo gli ci entri, ma in testa no. E si perchè i pirati Venuezelani sono da considerarsi maggiormente pericolosi,

    perchè a differenza dei pirati che ci sono ad esempio in altri mari che si interessano al passaggio delle grandi navi come accade ad esempio a Suez

    i pirati Venezuelani sono invece prevalentemente interessati proprio alle piccole barche a vela di passaggio per attaccarle e rapinare loro tutto ciò che è di valore ed ora in Venezuela non c'è da stupirsi 

    se di valore e che possono scatenare in loro di fare delle azioni di inaudita violenza fino ad anche molti omicidi,  può essere anche solo la comida (cose da mangiare).

    Oltre a dispiacermi molto infatti (per la notizia di questi giorni che una barca a vela è stata attaccata dai pirati in Venezuela scappandoci anche un morto) 

    è una cosa che mi fa anche incazzare e rosicare parecchio perchè come anche questo blog del restote stimonia avendone parlato già anni fà quì  dovrebbe essere una cosa chiara e risaputa ormai 

    che anche se stiamo nel terzo millenio i Pirati in Venezuela sono una realtà che rende molto pericoloso ed insicuro navigare soprattutto sotto costa le acque che vanno dal Golfo di Paria,Cumana,Isla Margarita,Puorto la cruz,Los Roches.

    Quindi questo post perlomeno per ribadire che se necessariamente ci si dovesse trovare a fare quelle rotte e proprio non se ne sarà potuto fare a meno di prendere almeno le giuste e necessarie precauzioni di sicurezza quindi trovate sulla stessa rotta alcune altre barche e navigare di conserva in flottiglia con loro sempre oltre le quaranta miglia dalla costa, 

    perchè se si considera che i pirati usano delle imbarcazioni chiamate pegneri non si può pensare che abbiano una maggiore autonomia e quindi così facendo si dovrebbe rimanere al di fuori della loro portata.

    Ed inoltre credo che sia sempre buona norma e normale prassi doversi informare sui paesi dove si intende navigare sia pesso il nostro ministero degli esteri che le ambasciate dei paesi che si navigheranno.

    Un saluto alla prossima da:
    _/)pipposail

    lunedì 23 agosto 2010

    Navigatori solitari: Manfred Marktel



    Ciao a tutti per la verità è già da qualche tempo che ho scoperto il sito di questo a mio avviso fantastico velista, navigatore solitario Manfred Marktel.

    Manfred è sicuramente la riprova che tutto ciò che molti di noi si vivono timidamente ed intimimente come un sogno potrebbe anche non essere una cosa irraggiungibile, e che se lo si vuole andando sempre per gradi, e con molta umiltà tutto o quasi per mare si può raggiungere.

    E' bellissimo vedere come un uomo della sua età, ed esperienza trovi sempre le motivizioni e risorse per darsi degli obbiettivi così importanti, e almeno a sentire lui mosso solo dal sapere che divulgare e condividere le sue esperienze di vita, mare e navigazioni può far sognare molti altri.

    Beh, anche se ho gusti musicali un pò differenti e non condivido appieno molte volte le colonne sonore, non si può certo negare che i suoi video riescono molte volte a farti sentire davvero in barca con lui, e sono davvero belli, oltre che informativi e molto istruttivi per tutti coloro che si apprestano e sognano di fare altrettanto.

    Non credo che ci sia bisogno che aggiunga altro se non di invitarvi ad andare a conoscere questo fantastico navigatore solitario sul suo sito quì ed augurarvi un buon divertimento.

    lunedì 16 agosto 2010

    Mollo tutto e mi faccio la barca e poi come mi mantengo?


    Ciao salve a tutti come spesso si sente  dire; sto  parlando di quella irrefrenabile voglia a mollare tutto e cambiare vita per  andare vivere in barca a vela ai tropici.

    Questo è sicuramente il sogno di molti appassionati velisti anche se per la maggior parte di loro che lo sognano purtroppo tutto questo rimane e resterà solo un sogno soprattutto per colpa della paura dell 'incognita e del come mantenersi a livello economico una volta partiti.

    In pratica dei molti che vorrebbero e sognano di fare questa scelta di vita in realtà poi pochi hanno davvero il coraggio di farla. Il come mantenersi una volta partiti in realtà  a mio avviso è solo un falso problema!!! Che in pratica non esiste e se lo crea solo chi è ancora incerto ed indeciso.

    Questo perchè nella realtà delle cose poi potrei assicurarvi con certezza che saranno davvero molte le opportunità di business a tutti i livelli che vi si prospetterà di poter fare proprio in funzione del vostro nuovo stile di vita di vivere per mare su una barca a vela.

    Per farvi un esempio pratico e concreto e non parlare sempre solo in teoria delle cose vi racconto di una famigliola su un catamarano con cui avendo traversato assieme nella stessa stagione arrivati dall'altra parte in Martinica per l'esattezza a Le Maren mi confessavano che di li a qualche giorno avrebbero dovuto porre termine al loro viaggiare e vivere in barca per mancanza di fondi soldi.

    La cosa anche se non mi fece di certo piecere neanche non posso dire che mi stupì più di tanto e mi venne in mente della mattina e dell'incontro che avevo avuto con Raul lo Skipper di un clipper di legno molto bello e ben tenuto che cercava un guardiano a cui lasciare la barca in rada in custodia una quarantina di giorni ad una persona capace e di fiducia.

    Bene parlai della cosa a Michel e lui fu ben felice di accettare l'incarico e guadagnare quello che gli  è bastato a far si che Pachita (la moglie) e lui possano vivere e navigare ancora oggi sul loro catamarano al Caribe. Questo solo per dire che se uno si apre all'esperienza che sta vivendo in modo autentico e senza problemi può star certo di potersi guadagnare da  vivere senza problemi. 

    Tutto sta a ridimensionarsi, e dare il giusto valore alle cose .

    Un saluto da
    - pipposail -

    sabato 14 agosto 2010

    Il virus della navigazione a vela.

    Molte volte ironicamente ho indicato l'intenzione o vocazione a voler mollare tutto per andare a vivere per mare su di una barca a vela come il poter essere stati colti da un virus perchè è davvero molto simile come si insinua questa necessità.

    Come un virus che ti coglie casualmente infatti conosci cosa sia il navigare a vela e piano piano ti accorgi che l'interesse a questa esperienza, a differenza di una qualsiasi altra esperienza simile fatta in passato, e che giorno dopo giorno è sempre più presente nella tua testa e nei tuoi pensieri, fino ad accorgerti che nei momenti in cui ti vuoi rilassare e vuoi stare tranquillo, diciamo che vuoi stare bene con te stesso sempre più spesso ricorri e ti ritrovi ad isolarti per pensare alle barche a vela e viaggi per mare.

    Se sei già a questo stadio è inutile dirti che il virus ha già preso possesso anche di te, e che sicuramente nella tua vita ti ritroverai a dover fare delle scelte anche se avvolte anche molto difficili e totalizzanti, come andare a vivere su una barca a vela in modo itinerante in un lento viaggio per mare.

    Il  sogno di molti che in realtà non sognamo di poter avere una barca a vela ormeggiata al marina della propria città per poterci andare a fare qualche veleggiata appena possibile e nei wek end, ma in modo molto più  totalizzante sperano e pensano di poter un giorno farsi una barca casa, per poterci senza problemi di tempo partire per un loro lento viaggio per mare a vela sulle rotte tropicali per fare magari un sempre sognato e ambito giro del mondo a vela.

    venerdì 6 agosto 2010

    Le tre regole d'oro per una navigare a vela in sicurezza .


    In realtà questa potrebbe benissimo essere una di quelle argomentazioni dove le teorie e interpretazioni possono essere molteplici ed avvolte anche contrastanti, quelle discussioni così dette da banchina che se ci  si imbatte si rischia solo di segare la segatura. 

    In primo luogo quindi opterei per far apparire la sicurezza molto più semplice di ciò che in realtà la si fa apparire, per poter così finalmente portare questo aspetto davvero importante all'attenzione di tutti coloro che intendono o si apprestano a voler navigare a vela in tutta sicurezza.

    Molto semplicemente quindi alla base ci sono tre regole d'oro che bisognerà sempre tenere presente per poter praticare la navigazione a vela in sicurezza che sono le seguenti:

    1. - Mantenere la barca al largo della terra.

    2. - Tenere l'acqua fuori dalla barca.

    3. - Rimanere sulla barca.



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