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mercoledì 22 settembre 2010

Vela o motore, storie di ordinaria follia della nautica italiana .



Questa estate mi trovavo all'ancora in una baia delle Egadi con la barca a vela con cui ho lavorato e tutto ad un tratto da un mega yact, uno di quei  ferri da stiro impressionanti e che comunemente vengono definiti fantastici per lusso e comodità, mi sono sentito chiamare, era un mio vecchio amico. 

Anch'egli navigatore velista che mi ha confessato come per ragioni economiche si fosse dovuto piegare a fare il comandante su tale barca che sebbene fosse ben retribuito non lo faceva davvero vivere tutto ciò di buon grado e senza vergognarsene.

Ed infatti; la sera a cena a sentire anche io certi numeri e situazioni mi sono davvero sentito parecchio indignato, sentite quà: questa barca di 28 metri è una specie di appartamento di lusso gallegiante, 

e a sentire lui a cui credo già a partire da 1 metro di ondina non può più navigare per i mari , ma la cosa davvero terrificante sono sicuramente quando il mare è piatto e gli consente di navigare i consumi: 
  
500 litri ora,7600 litri di pieno per un autonomia di 400 miglia.

Vale a dire che queste persone per andarsi a fare un bagnetto bruciano praticamente un paio di fusti di carburante e poi magari la cosa nuovamente ancor più terrificante è che poi magari sono anche molto attenti a che l'equipaggio ed hostes facciano la raccolta differienzata della spazzatura domestica.

Beh ok...che dire,  anche io capisco come del resto leggevo e preso spunto da un post del nostro Soldini nazionale che pare la pensi allo stesso modo a riguardo, che anche capendo ed essendo consapevoli che l'italia è uno dei maggiori produttori di questie specie di barche, credo che obbiettivamnente convenga a tutti compresi quei produttori ripensare alla svelta il modo di vivere il mare.

Ma la goccia che a mio avviso farà straboccare il vaso, è che questi signori siccome ogni tanto per rientrare delle spese affittano la barca, possono immatricolarla commerciale e hanno per questo anche il carburante a costo  agevolato... 

E pensate che io per poter portare i miei amici in barca com me ho sempre la capiteneria alle costole che vorrebbe dimostrare che questi non sono amici ma cliente o persone paganti.

Quindi come al solito in Italia sono perseguiti solo i più deboli e quei velisti che magari non essendo ricchi hanno e adottano semplicemente degli escamotage per potersi mantenere una barca e non per far soldi.

Chi evade e specula è addirittura favorito.



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