Ciao, in realtà ho appena finito di rispondere ad un amico,che in previsione di voler fare anch'egli quest'esperienza mi chiedeva appunto:
Se io fossi stato anche un Navigatore Solitario? E se lo fossi stato quanto questo con il senno di oggi quell'esperienza mi avesse cambiato la vita.???
Bene innanzi tutto nel rispondere a questa molto complessa e articolata domanda ho creduto necessario fare prima una doverosa premessa di riconoscere o ammettere che anche se sono stato un NAVIGATORE SOLITARIO molte volte nella mia vita o carriera di velista navigatore, ed anche in navigazioni abbastanza impegnative, non lo sono mai stato per scelta fino in fondo
(A tale proposito ad esempio ricordo di aver in solitario traversato da sud Bonaire (Antille Olandesi) a nord Canale della Mona (Santo Domingo) per ben 500miglia di bolina contro l'Aliseo di nord est, il Mar dei Caraibi in solitario)
ma di non essere comunque e appieno nel modo più autentico del termine un NAVIGATORE SOLITARIO in quanto per me non è mai stata una voluta libera scelta ma sempre solo e semplicemente una condizione una concomitanza di coincidenze in cui mi sono venuto a trovare e mi sono barcamenato.
Quindi dopo aver fatto prima questa doverosa premessa di essere io un navigatore solitario solo in parte e non nel modo autentico, e per dirla tutta fino in fondo devo riconoscere che fino a qualche anno fa, nei confronti della navigazione in solitario non nutrivo affatto una buona considerazione, anzi la snobbavo e consideravo e trattavo come essere solo ed esclusivamente un'attività da estremisti, mezzi fuori di testa, avventurieri masochisti e null'altro che avrebbe potuto affascinarmi.
Ma evidentemente non era così e questo era solo dovuto al fatto che ero ancora giovane e troppo presuntuoso ed ignorante in materia, e visto che di navigazione a vela in solitario in realtà poi non ne sapevo nulla avrei sicuramente fatto bene a starmene zitto ed aspettare a tirare delle conclusioni che di fatto poi ho dovuto immancabilmente rivedermi in quanto ho scoperto solo oggi essere la navigazione a vela in solitaro un'evoluzione naturale del velista moderno e non competitivo.
almeno a me ( ma chi me l'ha fatto fare) è stata la domanda che più comunemente mi sorgeva spontanea farmi, ogni qual volta come del resto è normale che sia, avrei avuto voglia di parlare e confrontarmi. Si in realtà soprattutto nei momenti belli, magici oserei dire, erano proprio quelli i momenti in cui piombavo in tutta la mia solitudine di navigatore solitario in mezzo al mar dei Caraibi.
Comunemente tutti pensano che ci si dovesse sentire maggiormente soli nei momenti magari di brutto tempo di difficoltà ed invece no io forse perchè in quei momenti ero indaffarato e concentrato ad uscirne e superare il momento della solitudine forse non avevo tempo di avvertirla e sta di fatto che invece l' avvertivo lancinante e forte tutta la mia solitudine di navigatore solitario nei momenti belli, magici commoventi e li che mi accorgevo di non avere altro che me stesso con cui condividere e che davvero la cosa l'avvertivo.
LE ESPERIENZE FATTE:
Tra le navigazioni in solitario che ho fatto e che mi sono maggiormente rimaste impresse sono tutte le volte che per due stagioni consegutive portavo da Puerto la Cruz (Venezuela) dei velisti turisti che venivano a trovarmi dall'Italia a Los Roches, e poi dovevo tornare con Eldoran (un Alpa 38 sloop) da solo per più di cento miglia contro vento, corrente, e onda appunto a Puerto la Cruz da dove ripartivo e facevo base con il giro dopo di turisti che imbarcavo li, e che poi alla fine della loro permaneza per poter stare fino all'ultima ora in barca riprendevano l'aereo da Los Roques stessa ed io tornavo da solo al marina di Baya Redonda.
La navigazione era davvero massacrante in quanto si doveva risalire l'Aliseo predominante che durante tutto l'arco della trentina di ore che durava questo viaggio il vento capitava che salisse anche qualche ora abbondantemente al di sopra dei 20 nodi, si trattava in pratica di navigare per quasi due giorni contro il vento, la relativa onda lunga oceanica e la corrente che anch'essa durante il viaggio poteva vedersi aumentare sempre in sfavore anche a più di 2 nodi contro e le conclusioni che ne scaturirono da queste forzate esperienze è stato che si è instaurata in me una nuova e molto coinvolgente passione per questo altro modo di approciare alla navigazione a vela d'altura.
Si devo dire che anche se ogni volta in mare da solo mi chiedevo puntualmente chi me l'avesse fatto fare, posso assicurarvi che ero anche consapevole che comunque tutto ciò mi affascinava e ricoinvolgeva puntualmente anzichè evitarlo a riprendere il mare comunque anche da solo anzichè evitarlo la volta successiva, e non potevo più fare a meno di quel sentimento di pienezza e grande riconoscenza al fatto di essere vivo che avvertivo ogni volta che riscorgevo il porto al rientro a terra dopo una dura ed avvolte estenuante navigazione in solitario.
Quindi ora per arrivare anche ad una qualche conclusione, vorrei dire che a mio avviso non c'è e non deve esistere assolutamente anche lo steriotipo del "Navigatore Solitario" ogni navigatore solitario sarà un bene che lo rimanga solo e sempre a modo suo.
Ultimamente mi è capitato di leggere anche su blog o siti web più titolati di questo che trattano e fanno invece apparire e passare il mondo della navigazione a vela in solitario come un fenomeno da baraccone non dicendo ed omettendo la verità e facendolo apparire praticabile ed accessibile solo a dei super dotati, a velisti con delle super doti fisiche e spitiche eccezzionali, disposti a rischiare un non so quale catastrofe ad ogni manovra ecc.ecc
cosa per nulla vera la navigazione in solitario è semmai l'intima intepretazione che ogni velista può dare al suo personalissimo rapporto con la navigazione a vela e null'altro. Tutto ciò che spesso si legge non scordiamo che sono le eccezzioni nel senso che levati i Giovanni Soldini della situazione che si contano su di una mano, davvero dei super professionisti istruiti e preparati appositamente per avere e fare delle performance, il mondo dei navigatori solitari poi nella realtà è fatta di velisti comuni che anzi il più delle volte arrivano alla consapevolezza della navigazione in solitario solo per necessità amore e attaccamento al mare e non certo perchè dei super uomini.
In conclusione mi è sembrato ed ho recepito troppo riduttivo leggere un articolo che dipingeva la navigazione in solitario solo come uno sport estremo, alla no limits, adatto e praticato solo da super dotati.
bene la navigazione a vela in solitario vi assicuro essere tutt'altra cosa, avvolte addirittura l'opposto di uno sport estremo ma anzi un concentrato di esperienza e saggezza che possa permettere di fare grandi viaggi traversate anche con barche minimaliste e in solitario. Insomma ritengo che questo tipo di esperienza sia troppo di più, per essere riduttivamente steriotipata o catalogata e credo che infine la navigazione a vela in solitario molte volte sia solo semplicemente
l'evoluzione del navigatore a vela moderno non competitivo.
un saluto alla prossima da
_/)pipposail