-> ...VIVERE per MARE !!!: novembre 2008

venerdì 28 novembre 2008

Vendèe Globe! Il Giro del Mondo in Barca a Vela unico rammarico nessuna barca Italiana!

La Vendèe Globe si sta regatando senza una benchè minima presenza Italiana!!!

Del resto anche se per tutti noi sarebbe stato lui l'uomo, lo skipper il nostro Giovannino nazionale, (Giovanni Soldini)

che avremo nella quasi più completa unanimità voluto vedere alla partenza di questa corsa regata che si disputa ogni 2 anni.

Anche se
a lui non gli si può di certo dare delle colpe, non può di certo stare da tutte le parti, ma il grande rammarico credo per tutti gli appassionati di questo genere di vela, (che ritengo non abbia nulla a che fare con ad esempio il Mace Race) è di seguire questa edizione della Vendèe Globe e dover constatare che dopo grazie anche a Giovanni Soldini che ci ha entusiasmato e fatto appassionare a questo genere di sports estremo, oggi nessuno partecipi per i nostri colori.

Ed avere riprova che in ambito di navigatori moderni che l'Italia latita quasi del tutto da calcare le regate e le corse più importanti internazionalmente se non appunto tanto quanto ci ha saputo regalare il grande Giovanni Soldini, in passato.

Nessuno pare ne abbia in un certo qual modo ereditato la sua grande classe da campione e marinità, oltre che da campione anche e sopruattutto prima di ogni altra cosa da marinaio.

Quindi non è tanto il non vedere lui ripartegipare alla Vendèe Globe, Il Giovanni nazionale della vela Italiana, che ripeto lui ha gia dato, ma il prendere atto e vedere come in questo sport nessuno ne abbia ereditato la classe, l'umiltà e marinità,

di chi per un periodo ci ha fatto sperare che gli Italiani potessero primeggiare anche in questro sports.

Forse anche per questo l'abbiamo snobbata per un paio di giorni, ma non scordiamo che si sta correndo in tempo reale!!!

Ed è sempre una Vendèe Gloobe resta ed è sempre una reagta che si corre in solitari attorno al mondo senza stop, assistenza od altro tipo di aiuto .

Come si fa essendo magari anche degli appassionati velisti navigatori a non dargli un'occhiata? http://www.vendeeglobe.org/fr/

Bene allora state un pò a sentire; la loro corsa a 18 giorni 21hore dalla partenza continua praticamente in flotta verso sud,

anche se si incomincia ad intuire l'arco che segnerà sulla carta nauitica, la lunga accostata che porterà totta la flotta ad avere una relativa nuova rotta verso est alla volta di poter mettersi di poppa il Capo di buona speranza,

che è l'untimo lembo di terra del continentre Africano verso sud, ed il primo vero grande capo da superare in questo davvero estremo giro del mondo in barca a vela solitario.

Attualmente vi è alla prima posizione un testa a testa tra
  1. Loïck Peyron - Gitana Eighty2 -
  2. Sébastien Josse - BT3 -
  3. Armel Le Cléac’h - Brit Air
buona giornata
/)pipposail

mercoledì 26 novembre 2008

Francis Chichester la storia del suo giro del mondo con il “Gypsy Moth IV”




Dopo aver circunnavigato il mondo in solitario Il 28 maggio 1967 si concludeva dopo 9 mesi di completa solitudine una memorabile impresa da record che entrerà di buon diritto nella storia della vela e non solo.

Già dalle prime ore del mattino si incominciarono sui moli del porto di Plymouth ad accalcare un pubblico fatto di migliaia di appassionati che non si erano mai visti prima per per questo genere di imprese o accadimenti, e che lo vollero riceve e acclamarlo.

Ed il 65enne Francis Chichester entrò con il suo yacht “Gypsy Moth IV” nel porto di Plymouth dove fù accolto con un 'entusiasmo forse anche inaspettato. Al suo rientro al porto di Plymouth Il navigatore, scrittore inglese,aveva fatto 29.630 miglia battendo diversi record.


Oltre al fatto già non trascurabile che Francis Chichesterche quando compi quest'avventura aveva 65 anni e che ha circumnavigato il mondo non scordiamo passando per i Capi di Buona Speranza e il Capo Horn e quindi alle basse latitudini dei 40 urlanti e 50 ruggenti, 

Non solo è riusci'a fare il giro del mondo in una piccola barca a vela (16,5 m) ma anche nei tempi più brevi mai realizzati, ed anche pasando per il tragitto più lungo senza soste per le prime (15.500 miglia marine).

Il tutto ebbe inizio il 27 agosto 1966, già con una partenza non certo che prometteva bene
infatti prima della partenza il velista subisce un incidente e si ferisce a una gamba, in modo tanto grave da poter a malapena camminare.


Inoltre, sente che la barca a qualcosa che non va e qualche cosa ancora da modificare nell'armamento.

La barca che si è costruito con le sue mani per il viaggio pesa (11,5 t), e gli risultò essere molto poco maneggevole.

Già subito dopo aver salpato da Plymouth, Chichester viene colpito dal mal di mare e,aggravato e reso ancora più dal verificarsi difetto nel sistema di autogoverno o pilota automatico.

La rotta attraverso l’Atlantico porta il navigatore lungo la costa occidentale della Spagna e dell’Africa fino al Capo di Buona Speranza.Dopo averlo circumnavigato,

Chichester prosegue verso est, diretto in Australia.Il primo porto in cui prevede di far sosta è quello di Sydney. Tuttavia, dopo aver oltrepassato il Capo di Buona Speranza, incontra tempeste e piogge violente.

Tratto dal suo libro di bordo Chichester scrive:
«Entravano molto vento e molta acqua proveniente sia dal mare sia dalla pioggia violenta. Dovevo tenermi sempre ben saldo, perché la barca rollava e le onde si infrangevano sul ponte. Dopo aver ammainato le vele, mi sono sentito male e sono sceso in cabina per sdraiarmi e cercare di dormire. È stato inutile. Mi ero appena tolto la cerata, quando la “Gypsy Moth” ha cominciato a inclinarsi...».
Tuttavia, supera la tempesta, e l’11 settembre il navigatore inglese raggiunge la fascia dei tropici.
I pesci volanti che a volte si abbattono sul ponte costituiscono una gradevole variante alla sua dieta.In questa sua solitudine Chichester fu spesso profondamente depresso, ma comunque sempre riuscendo a non perdersi mai completamente d’animo.

Il 12 dicembre 1966, dopo 107 giorni di mare e solitudine, arrivò finalmente Sydney.


Organizzo subito una conferenza stampa, dove si rivelò essere ed avere radicata dentro quella tempera e filosofia che solo i marinai di una volta a mio avviso possedevano.

Gli venne infatti fatta la fatitica domanda da un giornalista quando si fosse sentito, in tutto il viaggio fin li, più a terra e depresso? e Chichester risponde senza esitare:

«Quando è finito il gin».

Ma anche se in realtà a quel punto, Chichester ha già perso più di 15 chili di peso ed è in cattive condizioni fisiche, ma non vole neanche sentir parlare di interrompere il viaggio.


Il 29 gennaio 1967, affronta il tratto da Sydney a Plymouth, che lo porta ad attraversare Capo Horn e le isole Falkland.

Dopo meno di 100 miglia marine, la sua imbarcazione viene travolta da uno dei temutissimi cicloni che spazzano il Mar di Tasmania, ma riesce a resistere.

Nonostante il mal di mare che lo assale spesso durante le frequenti tempeste, dopo nove mesi di navigazione raggiunge Plymouth. 



Appena in tempo: dopo pochi giorni dal suo arrivo, viene ricoverato d’urgenza per un’ulcera intestinale.


La Regina Elisabetta II lo fregierà con una delle massime onoreficenze il 7 luglio successivo.

Altre notizie, per saperne di più ed approfondire ulteriomente puoi trovarle quì!
alla prossimaby-
/)pipposail

domenica 23 novembre 2008

Un' Altra bella impresa velica da poter seguire online?

Se ti piace seguire questo tipo di corse regate in solitario attorno al mondo senza scalo, non a caso credo in contemporanea in questi giorni alla partenza della Vendèe Gloobe, è partita un'altra bella impresa velica, che gli appassionati saranno lieti di seguire, ma questa volta è una corsa contro oltre tutti gli elementi già citati, anche in questo caso contro il tempo infatti sarà un precedente record che dovrà essere battuto, in tempo reale puoi seguire il tutto online qui http://www.sodebo-voile.com/accueil.html, a seguire il video che presenta l'impresa.

sabato 22 novembre 2008

La Vendèe globe, Loïck Peyron alla testa della regata.

E' Loïck Peyron lo skipper alla testa di questa affascinante corsa/regata in solitario senza scalo attorno al mondo. La flotta ha sorpassato l'equatore ieri sera 21hTU locale o 22 ore e questa mattina, a Gitana. venti oceanici da sud-est, il capo della flotta si tuffa a sud media 11-12 nodi.
  • Nationalité : fr
  • Résidence : Pornichet (44)
  • Année de naissance : né à Nantes en 1959
  • Palmarès Vendée Globe :3ème participation au Vendée Globe
  • Bateau : Gitana Eighty
  • Site internet : http://www.gitana-team.com
  • Situation :é lui alla testa della corsa che ha sorpassato l'equatore ieri sera

giovedì 20 novembre 2008

La Barca a vela da Giramondo senza compromessi!

Credo che nella possibilità di poter scegliere senza compromessi e limiti di nessun tipo (cosa che capisco assai difficile ma poniamo il caso possa essere possibile) il materiale con cui costruirei la barca da giramondo a mio avviso è  l'alluminio.

Una scelta molto difficile perchè come potrete facilmente intuire i fattori che entrano in gioco a poter condizionare la scelta possono essere davvero numerosi e di diversa natura anche e soprattutto personali. A tal punto che vedremo che non tutti quelli che apprezzano e sceglierebbero l'alluminio poi nella realtà riescono ad avere davvero una barca d'alluminio che come credo tutti sappiano risulta essere un 45 % più caro di tutti gli altri materiali con cui si potrebbe realizzare la medesima barca.


Ma resta il fatto che se mi si chiedesse di fare delle scelte ipotetiche del tipo tieni l'assegno in bianco vai a comprarti la barca gia bella e fatta pronta a partire e ad andarci ad abitare a bordo la mia scelta attuale cadrebbe sicuramente (al di la di un catamarano e che trattasi di un tutt'altro pianeta) sugli Ovni Alubat barche da giramondo a mio avviso senza compromessi.

L'alluminio è comunque nella realtà la scelta più gettonata dai francesi che sicuramente non gli si può negare una l'oro più che lunga e consolidata tradizione nel fare i giramondo a bordo di piccoli velieri prima in ferro ed oggi sempre di più in alluminio.

E quindi anche normale avere e riconoscere in loro una certa considerazione data da una lunga esperienza e tradizione nel costruire le migliori barche in metallo, acciao o alluminio adatte a questo scopo.

E se vogliamo a conferma di quanto detto ed affermato fin'ora può essere sicuramente indicativo il fatto che già Bernard Motessier si fece costruire la sua mitica Joshua nei cantieri Meta in Francia.

Come del resto allo stesso modo se dovessi farmi invece costruire una barca di qualità superiore e di super lusso mi rivolgerei ai cantieri Perini di Viareggio (ITA), e non certo ai cantieri Meta, Lyon( FR) dove attualmente costruiscono le migliori barche in metallo da velista, navigatore,  giramondo, indipendente.

Chi sceglie una barca in alluminio sa di poter contare sulla maggiore resistenza all'impatto: l'alluminio s'ammacca, mentre la vetroresina, e in particolare quella a sandwich, si fessura e capirete che per il navigatore giramondo che per mare andrà addirittura a viverci e la barca diventerà automaticamente anche la sua casa, la sua vita, limitare il rischio di una falla ed avere una barca sicuramente solida e robusta è la principale motivazione per cui molti velisti navigatori giramondo preferiscono e scelgono questo materiale.

Certamente ha anche i suoi difetti tipo come ho solo accennato i costi che saranno maggiori rispetto a quello di tutti gli altri materiali che si potrebbero usare e non solo per via di un maggior costo della materia prima in se ma anche per via di non poter ad esempio fruire delle economie di scala di una produzione in serie realizzata su stampo come ad esempio lo è per la vetroresina .

Per limitare questo e ridurre i costi alcuni cantieri come Alubat costruttore degli Ovni in alluminio hanno adottato la tecnica della costruzione a spigolo evitando la stondatura delle lamiere e la difficoltà di realizzare un efficace isolamento termo-acustico, nonché i rischi di corrosione galvanica e quindi se il primo limite resta, gli altri due sono stati in buona parte superati.

Rimane il fatto che la vetroresina resterà la regina dei materiali di costruzione ancora a lungo, non fosse altro per la sua ridotta manutenzione e i suoi costi di acquisto e di gestione ancora ineguagliabili.

Ma ripeto personalmente se poi mi si chiedesse di fare la scelta del tipo ecco i soldi quale barca compri?

Credo che la barca che  più si avvicina alle esigenze e bisogni di chi per mare sceglie di andarci a vivere tutto l'anno sulle rotte tropicali sia questo tipo di barche come gli onvi

Soluzione vedi anche la soluzione della deriva e il timone retraibili ! l'enorme robustezza entrinsega,

bisogna aggiungere che a farla diventare davvero la barca per andare in giro per il mondo nel modo più agevolmente sia nei trasferimenti oceanici,

e soprattutto anche poi per navigare anche all'interno delle pass e barriere coralline senza toccare il fondo e addirittura anche la possibilità di arenarsi spiaggiarsi cosa davvero da non sottovalutare,

soprattutto in mari o latitudini investite annualmente dalla stagione cilclonica e che quindi può essere risolutivo e utilissimo potersi spiaggiare.

lunedì 10 novembre 2008

E' partita la Vende Globe giro del mondo in solitario senza scalo, è stata anche indicata come essere l'Everest della vela

Il mondo delle regate come avrete capito non è sicuramente l'aspetto che più mi attrae del mondo velico nautico in generale.

Le uniche regate che fanno eccezzione, che mi creano inevitabilmente e ugualmente molta curiosità e molta ammirazione sono le tre quattro regate che si corrono in solitario su percorsi Oceanici.

O addirittura come per la Vende Globe attorno tutto il Mondo e addirittura appunto anche in solitario su barche davvero al limite delle prestazioni.

Ed è su questi presupposti che è partita ieri da Les Sables d’Olonne è partita la regata che è già stata in passato battezzata essere l'Everest della Vela.

La Vendée Globe è una regata che si corre in solitario, senza scalo intorno al mondo passando per i sui tre capi più temuti e meno navigabili al mondo, ed è noto che all'arrivo arriveranno non più di metà delle imbarcazioni taglierà il traguardo dei 45 mila km.

Perché per il Vendée Globe, giro del mondo a vela in solitario e senza scali, 6ª edizione, si salpa oggi da Les Sables d’Olonne, golfo di Biscaglia,


senza sapere quando, e se, si torna, I suoi skipper indicano come a bordo con loro esserci costantemente una «Passeggera clandestina chiamano paura», i capitani coraggiosi (17 francesi, 7 inglesi tra cui due donne, Dee Caffari e Samantha Davies, 2 svizzeri, uno spagnolo, un austriaco, un canadese e un americano)che hanno scelto

questo viaggio dentro se stessi prima di ogni altra cosa, in un viaggio lungo 45 mila chilometri, la prova estrema della grande vela oceanica, tre mesi al timone parlando con la barca per non impazzire.

Leggevo che statistiche alla mano la metà della flotta, trenta barche, non concluderà la regata.

Saranno passaggi obbligati i Quaranta ruggenti e i Cinquanta urlanti così sono state definite dalla letteratura che a descritto queste latitudini da navigare,

tanto è la durezza oltre che tecnica anche psicologica di questa corsa regata.

In questa edizione l'organizzazione dichiara aver messo ancora più presenza e cura nell'assistenza psicologica ai navigatori solitari che verranno in questa edizione maggiormente seguiti,

e potenziata dando ancora maggiore importanza all'assistenza spicologica dei navigatori. Che avranno un contatto quotidianamente con una squadra di psicologi che assisterà i concorrenti da terra via radio in modo molto specifico.

Anche se poi per chi avesse seguito le passate edizioni si ricorderà ad esempio che gli sforzi degli psicologi niente poterono fare,

nel 2001, per risollevare lo stato di debilitazione psicologica in cui era caduta la giovane Ellen Mac Arthur,

che l’Inghilterra adottò dopo averla sentita singhiozzare in diretta sulla Bbc di volersi ritirare e neanche gli psicologi avrebbero dato frutti se non e che solo i genitori, in collegamento dalla casa nel Derbyshire, riuscirono a dissuadere dal ritiro.

Sempre per rendere l'idea di quanto si possa preventivare dura questa regata, ad esempio bisogna per partecipare anche sottoporsi ad un corso di sopravvivenza pre-regata è obbligatorio.

Anche se non obbligatoria ma risulta essere caldamente consigliata l’assicurazione sulla vita, ed effettivamente i partecipanti non si può certo dire che possano partire senza sapere per filo e segno a cosa possono andare in contro.

E che il rischio è dietro ogni onda. Spolverando la memoria alle edizioni passate nel’1996 Pete Goss trasse in salvò il rivale Raphaël Dinelli,

alla deriva sul gommone di salvataggio nel terribile Oceano Indiano, e in quell’edizione maledetta il canadese Gerry Roufs sparì nel nulla, inghiottito dal Pacifico del Sud, sei mesi dopo i resti della sua barca furono trovati sulle coste del Cile.

Bertrand de Broc, infortunato, si ricucì la lingua seguendo le istruzioni del dottore alla rambo. Lo squadrone francese che vivrà l’evento con la passione di un Mondiale di calcio,

l’uomo che sussurra alle vele e che punta ad abbassare il record: mettersi il mare in tasca in meno di 80 giorni (il primato, che gli appartiene dal 2005, è di 87 giorni, 10 ore, 47’55’’), alla faccia del buon senso e della fantasia di Jules Verne.

La sfida è tecnica, fisica e psicologica. L’assenza di scali ne aumenta il coefficiente di difficoltà: se l’affidabilità dello scafo è già un’incognita, la solidità mentale dei solitari nei

Quaranta ruggenti e nei Cinquanta urlanti, navigando tra il 40˚ e il 50˚ parallelo dell’Emisfero Sud e doppiando i tre Capi (Buona Speranza, Leeuwin, Horn), sarà la variabile sulla quale costruire un’avventura indimenticabile o un viaggio senza ritorno.
«Laggiù non c’è sole, il mare è grigio, fa freddo, il vento soffia a 60 kmall’ora e le onde possono raggiungere otto metri d’altezza - ricorda Isabelle Autissier, leggenda francese di una vela che non esiste più ma che conserva ottima memoria -. Laggiù ti senti lontanissimo dal resto del genere umano. Il Vendée è come guardare in faccia un fantasma per cento giorni. L’equilibrio è fondamentale».
Loïck Peyron, il più giovane della dinastia di fratelli velisti, non si terrà tutto dentro:
«Il terzo giorno di regata comincio a confidarmi con il mio scafo e non mi fermo più». Dee Caffari studierà il francese: «Al mio ritorno desidero parlarlo perfettamente».
C’è chi ha imbarcato, in una cambusa prevalentemente di cibi liofilizzati per non appesantire troppo la barca, orsetti di peluche, foto dei figli, sciroppo di menta per mascherare il gusto dell’acqua desalinizzata, resistenze elettriche da usare tra gli iceberg, l’iPod, la Bibbia.

Ma sta di fatto che ogni volta che parte questa regata, non riesco di fare a meno di seguirla anche se non avremo in questa edizione il nostro mitico Giovanni Soldini, forse a testimonianza proprio del fatto che difficilmente credo si possa poi avere tutta questa vocazione ad andare a navigare certe latitudini più di una volte nella stessa vita.

Come Soldini ha già navigate è più facile che si tenga strettoa questa fortuna di poterlo raccontare e si guardi bene dal riandarci, ma questa è solo una mia idea esteporanea..

mercoledì 5 novembre 2008

Il Nostro blog " ANDARE a VIVERE x MARE" Trova ragione d'Essere nel...:

Questo blog vuole essere una libera risorsa di comunicazione e condivisione delle

informazioni e del sapere sul come seriamente si possa intraprendere nella realtà

di scegliere uno stile di vita alternativo che ci porterà a vivere su di una barca a vela ai Caraibi,

e di tutto ciò che riguardano le capacità e competenze necessarie a poterlo fare davvero,

soprattutto il mio blog trova ragione d'essere nel poter SMENTIRE molte cose che in questo ambito sono date per scontato, i luoghi comuni che creano in tutti delle radicate e sbagliate convinzioni! Come il credere che ad esempio per poter andare a Vivere per Mare su una Barca a Vela ai Caraibi tutto l'anno,

si debba essere obbligatoriamente ricchi sfondati da poterselo permettere, e che questo tipo di esperienze di conseguenza è alla fine (oltre il sogno diciamo mai realizzato di molti) purtoppo solo la realtà esclusiva di alcuni pochi privilegiati ricchi che possono finanziariamente permetterselo..

Quando nella realtà fortunatamente per chi vorrà andare oltre non è assolutamente così, non lo è mai stato in passato e credo non potrà mai esserlo!!! Il mare a me ad esempio ma come a molti altri, mi ha permesso se non di arricchirmi (io sono particolarmente allergico a questo) sicuramente di non dover più lavorare un solo giorno in modo convenzionale per come intendiamo noi il lavoro.

Si, da-15 anni a questa parte infatti ho smesso di lavorare per denaro, ma semmai per poter avere il denaro che mi possa permettere il lusso ed il privilegio, di poter fare all'interno del mio mondo quello che mi pare ed essere padrone e protagonista della mia vita.

Se ti interessa tutto questo sei nel posto giusto, attivati, iscriviti al gruppo Google apri un argomento da approfondire che ti interessa, contattami direttamente, quale altro modo migliore per acquisire informazioni così particolari e di nicchia?

Entro dicembre rinnovo inoltre il mio impegno a terminare una mia guida di progetti passo passo di come si può vivere di attività lecite profittevoli sia on-line che off-line,

rendite automatiche sul web, business e consulenze nautiche internazionali,

nel commerciare barche internazionalmente, recupero barche da riportare in mediterraneo, commerci al limite ma che non sconfinano mai nel contrabbando,

come guadagnare sul forex (Cambio valute) e tante altre attività molto profittevoli che potrò approfondire con chi saprà valorizzare nel concreto le mie informazioni.

Quindi mio piccolo consiglio, niente e nessun altro contesto quanto il Mare, ho conosciuto essere un luogo dove implica necessariamente essere se stessi e dovercisi confrontare,

non è previsto una volta salpati e aver preso il mare, sottrarsi al confronto, avere altro per la testa, o altra cosa di cui occuparsi nella realta di come fare ad andare o ritornare a terra,

o comunque navigare possibilmente la dove si vuole andare, e non dove ti porterà invece tendenzialmente il vento, dove conta la reltà e concretezza dele cose e non ciò che si dice o si vuole fare apparire,

in quanto come credo che fino a qui sia chiaro per tutti puoi che per mare bene o male bisognerà andarcisi a confrontare prima o poi davvero.

Quindi per l'andare a Vivere per Mare bisognerà che prima vi predisponiate ad intendere e vivervi questa scelta di vita di andare a viverexmare,

oltre che come opportuunità anche come una possibile svolta e fattore incentivante a crearti dei nuovi possibili correlati e profittevoli business e possibili guadagni che possano permetterti di mantenerti e vivere finalmente come meglio credi o vacazionalmente ti senti attratto e portato a fare.
Quindi una reale opportunità, anche come una possibile svolta perchè una volta che avrete fatto questa scelta, vi assicuro ed in un qualche modo testimonio, che sarà proprio il contesto e l'ambiente in cui vi sarete calato, quindi il mare, la vela, la natura e tutto il nuovo di stile di vita che ne deriva il fattore incentivante e favorevole anche sotto il profilo o punto di vista lavorativo e di guadagnarvi da vivere non preoccupatevene quindi più di tanto.
Niente anche questa sennò rischia di diventare un' altra delle tante scuse che ad ok ci si crea per non vedere come stanno le cose con se stessi, e non ammettere che poi le motivazioni che portano ad avere determinati interessi nella vita non sempre sono autentiche e vocazionali, e che avvolte possono essere indotte da tante cose non ultime le mode di andare dietro a cosa fa tendenza, fighi od altri meccanismidel genere.

Chi dentro ha la vocazione necessaria non sta li a farsi dei calcoli , parte sa che è la scelta giusta e basta.



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