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mercoledì 1 ottobre 2008

Navigazione a vela di notte in mari lontani e non sicuri,reti derivanti in Venezuela.


Ciao a tutti questo post vuole essere oltre che un racconto di una esperienza di navigazione da me vissuta, un vero avviso di un altro possibile pericolo da tener presente se ci si trovasse a navigare un giorno da quelle parti.

Tra il Venezuela e le loro adiacenti isole, LosRochas, Margarita, Tortuga a Puerto la Cruz di un costante pericolo che esiste e non credo che nessuno abbia o possa risolvere o regolamentare, anche e soprattutto considerando in quale situazione di instabilità politica è rimasto da allora il Venezuela.

Davanti le loro coste, oltre ad esserci una tra le lagune da barriere corallina per chi non lo sapesse tra le più belle al mondo! Per raggiungerle nell 'arcipelago di isole di Los Rochas vi è in agguato un pericolo per una barca a vela ancor di più che per una barca solo a motore che ha sicuramente più probabilità di passarci sopra, e non rimanerci impigliato di quanto invece molto probabilmente vi accadrà passandoci sopra con deriva e timone profondi di una barca a vela.

Per chi non lo avesse capito sto parlando delle così dette Reti Derivanti in quanto sono praticamente lasciate come se fossero un vero sbarramento che parte da meno di un metro sotto'acqua per quanto sarà poi profonda e lunga la rete stessa. Certamente voi penserete che più o meno queste reti sono sempre esistite e state usate in ogni angolo del mondo senza aver poi mai determinato un grosso pericolo pe le barche in navigazione .

E di fatti non lo sarebbe neanche oggi se fossero però usate come fortunatamente accade nella maggior parte dei casi nel mondo e cioè a garantire e salvaguardare prima di ogni altra cosa la la sicurezza della navigazione,

in Mediterraneo ad esempio soprattutto in prossimità delle isole Baleari tutti sanno che ce ne sono in grossa quantità, e che passando in prossimità dove ne hanno calate sicuramente ci si trova a ricevere avvisi radio per vhf, o anche visivi, ma comunque in prossimità di queste reti derivanti troverete sempre chi le sorveglia e che soprattutto avvisa e sta attento appunto al traffico che transita nelle sue vicinanze.

Così funziona, ad esempio anche dalle mie parti nel canale di Sicilia, dove ancora esistono ancora delle Tonnare che altro non sono che anche loro delle reti derivanti, nelle loro prossimità vi troverete sempre una barca detta del Rais che vigila 24 h al giorno la rete. Non è mai lasciata incustodita oltre che diramata per radio la posizione a tutti gli avvisi ai naviganti sul vhf .

Bene posso assicurarvi e due speciali e comprensivi al massimo Farmacisti (marito e moglie che erano appena salpati con me per una vacanza di 12 gg a los Rochas), purtroppo potrebbero testimoniare essermi trovato una notte a dover superare per salvare barca e tutto!!!

In Venezuela vi era appena stato il colpo di stato, e con enormi difficoltà ero riuscito con una giornata di ritardo (di cui ancora devo ringraziare la disponibilità a capire di questa coppia) ad andarli a prendere ugualmente a P.La Cruz dove imbarcavo per via dell'aeroporto vicino. Visto che comunque avevano già perso un giorno e mezzo di vacanza appena rimediato carburante e cambusa salpai anche se in navigazione notturna per los Rochas tratta che tra l'altro ormai facevo molto spesso.

Il tempo relativamente buono nel senso che in quel tratto di mare vento, onda e corrente sono cose che non mancano mai e di notte soprattutto magari perche in barca il primo giorno, procedevo con loro dentro alle prese con il mal di mare, ed io al mio posto a controllare rotta autopilota e traffico.

Procedevamo con corrente 1,5 nodi a favore, 20 anche 30 nodi di vento al lasco per la risultante che la navigazione era velocissima e si procede al gps quindi anche con la componente corrente a 7-9 nodi, ecco ed è proprio a questa velocità che dovete immaginare che fininno dentro una di queste reti con la risultante di ritrovarci nella peggiore delle situazione! praticamente di notte in alto mare, mosso agganciati e quindi anche a seguirne e riceverne tutti i contraccolpi dal salire e scenderà da onde anche alte qualche metro, con le vele che prendono vento e sbatacchiano da tutte le parti.

La prima cosa che feci avendo gente a bordo fu di lanciare un sicuritè alla radio vhf dove diedi posizione e accadimenti alla Guardia Coste Venezuelana che mi lasciava con un perentorio
"non te preoccupe co una dos oras max stamo para ia",
bene capirete che la situazione attaccati in alto mare a far su e giù sulle onde alte agganganciati al timone/elica non era una situazione che potevo pensare che la barca avesse sopportato a lungo.. senza come minimo da un momento all'altro perdere almeno la pala del timoneanche se le botte ed i grossi contraccolpi che sentivo riceveva l'asse elica non mi facevanodel tutto scartare anche una possibile via d'acque e relativo affondamente capii subito che aspettare la guardia cost non significava solo perdere la barca ma bensì mettere a repentaglio anche la vita della gente a bordo ed allora mi decisi a fare la cosa forse più sconsigliata , ma visto che lasciatemi dire che forse non sono nuovo a questo tipo di situazioni e posso anche ritenermi uno specialista nel poter risolvere queste situazioni (nasco come aereosoccorritore dell'areounautica militare, gruppo di cui posso essere davvero riconoscente averne fatto parte ma soprattutto essermi iniziato a formare imparando come prima cosa a gestire l'emergenza) quindi ragionando, mi assicurai alla barca, diedi la lampada al dottore dicendogli di non preoccuparsi e farmi solo luce, e con un coltello mi buttai in acqua e taglia il cavo portante dando modo a tutta la rete poi di strapparsi.

Tutto si è fortunatamente risolto e riuscimmo molto rallentati (dal portarmi al rimorchio alcuni metri di rete) a virare a ridosso una volta raggiunta la baia delgata sull' isola di Tortuga.

Dove in acqua piatta e aver fatto una ricca colazione e cercare di tranquillizzare gli ospiti che avevo a bordo dell'accaduto, feci il bagno e andai a tagliare tutto il resto della rete rimasto impigliato,

Oggi più di allora mi rendo conto quanto furono comprensivi e buona gente la coppia di farmacisti, che purtroppo però ammetto e me ne dispiacio che una volta finita poi la loro vacanza non ho mai più sentito, e quindi colgo l'occasione se mai leggessero questo post, di rifargli le mie più sincere scuse per l'esperienza traumatica che vissero quella notte.

Altra considerazione utile e che anche questa volta a salvare la situazione in realtà fu Eldoran al di la del mio gesto che chiunque alla fine avrebbe fatto, e che liberò la barca.

Fu ancora una volta la grande marinità intrinsega di questa barca (ELDORAN) - Alpa-38 - Sloop che le permetteva comunque di cavarsi da sola dagli impicci. Provate a pensare se Eldoran fosse stata anzi che una barca a chiglia, bulbo e timone integrato dentro uno skeg, fosse stata una qualsiasi barca moderna con chiglia e timone appesi senza nessuno skeg di raccordo e a protezione? Bene nella migliore delle ipotesi per non buttarla in tragedia avrei perso la pala del timone.

Quindi a conclusione di questo post per dirvi che per mare nulla è mai scontato e di fatto poi ho saputo che anche altri miei amici e naviganti del luogo tutti sapevano della pesca con le reti derivanti clandetina e di frodo che veniva e penso ancora oggi viene fatta senza salvaguardare minimamente la sicurezza e salvaguardia alla navigazione.

Quindi segnatevi quest'altra cosa e se mai conterete di navigre da quelle parti, tenete a mente tutto ciò e comunque in linea di massima è stato detto e di dare alla barca con cui si intenderà partire sicuramente la precedenza alla solidità e sicurezza che parte già dal tipo di materiali, progettazione e costruzione della barca


Ciao alla prossima
/)pipposail

venerdì 26 settembre 2008

Traversata Oceano Atlantico, una Notte....................

Una notte in mare ........in cui forse anche io, diventai un Marinaio!
In realtà devo ammettere che era troppo tempo che il Mare me lo permetteva, si che mi perdonava di giocare con lui! Anche solo nel non considerarlo e rispettarlo nel giusto modo, si anche solo nel mettere sempre la barca alla frusta quel tantino in più, anche quando si sarebbe potuto evitare benissimo ..... perchè chi per mare ci Vive e quindi non ci va solo per competizione; questo è un atteggiamento molto sbagliato, che non paga. E quella notte una volta per sempre come solo il Mare sa fare!
Me lo insegnò!
Avevamo, io e la barca in quanto ero in solitario, lasciato molto allegramente le Isole Canarie, con vento teso al lasco alla volta di Mindelo Isole di Capo Verde . Ma che bell'andare aumenta pure un pò, cavolo se si viaggia cosi max 4 giorni sono a Capo Verde, facevo di questi ragionamenti stupidi
Hoo....!! Ma che fa aumenta ancora?
Cavolo aumenta ancora ogni tanto un onda più grande pare proprio volerci sbragare, sono ormai anche punte all'anemometro a 35/47 nodi tanta Paura, Paura non si può far niente è Così e la legge di questa traversata con gli Alisei, niente di complicato tecnicamente ma spicologicamente ci si butta a cavalcare di poppa l'Oceano Atlantico con 10 -15 nodi a salire, non ci si può più fermare, non si può più tornare indietro, e anche chiedere soccorsi diventa un terno al lotto. Non faccio in tempo a finire di pensare a tutto ciò, e un'onda più cattiva ci sdraia su di un bordo,
C.zo....................................... ma è l'Albero in Acqua NOOOOOO!!!
E' Notte è la fine!
HO PAURA, TANTA PAURA,ACQUA,
E' FINITA, SCHIUMA, ACQUA, E' FINITA 10-20 forse 30 secondi

in cui vidi tutta la mia vita passarmi davanti e se fosse stato saggio andarla a concludere e finirla lì, mi passarono davanti in rassegna tutti quelli che mi avevano dato del pazzo dell'incoscente.
E fù, Eldoran anche quella volta che pensò a salvarmi la VITA e si andò rialzando in realtà fu come uno scatto e la barca si rialzò, vidi subito anche se avevo paura ad andarlo ad ispezionare che comunque l'albero era sù, mi feci coraggio, Adrenalina-PAURA-Adrenalina rimisi alla VELA, ero da solo di notte in Oceano Atlantico e non nego che piangendo, ridendo, strillando e giurando a Me Stesso di cambiare per sempre atteggiamento ripresi fino ad oggi a navigare. Oceano Atlantico una notte in cui molto probabilmente diventai anche io .........
.........un Marinaio!!!
by /)ipposail

giovedì 11 settembre 2008

Effetto Venturi uno sconosciuto che può sorprendere il navigatore Velista.


Anche chi non mi conosce affatto ma ha solo letto qualcosa di me sul blog, avrà sicuramente letto che uno dei momenti più importanti della mia vita di mare, fù una notte in cui forse anche io diventai un marinaio, in cui scuffiai ero ancora molto giovane, spavaldo ed incoscente, e ricevetti due grandi lezioni!!!

Trattasi di quando lasciai io e la barca, in quanto ero in solitario, Las Palmas (isole Canarias) di poppa alla volta di Mindelo (Isole di Capo Verde) e che a mio avviso quella notte sia per esperienza che per lezione ricevuta.

Si quella notte le grandi lezioni in realtà furono due, una personale di vita a cui ho dato già risalto e una più tecnica che comunque credo valga la pena di riportarvi, in quanto non molto conosciuta soprattutto possa andare a riguardare la vela e la navigazione ma di fatto è così e trattasi dell' effetto-Venturi una situazione in cui ci si può venire a trovare chiunque navighi, lasciandosi di poppa non solo un arcipelago di Isole ma anche un vento già gagliardo e sostenuto come ad esempio lo è l'Aliseo prima di incanalarsi tra l'mbuto o comunque strettoia che sopravvento a te creano lealte isole.

Ciò che mi fece intimamente diventare anche a me un marinaio anche se era già anni che andavo per mare e parecchie miglia avevo percorso. E' stato il fatto che era troppo tempo praticamente da sempre che il Mare me lo permetteva, si mi perdonava il fatto di giocare con lui! Anche solo nel non considerarlo e rispettarlo nel giusto modo, o anche solo nel mettere sempre la barca alla frusta quel tantino in più che non serviva, e/o che si sarebbe potuto benissimo evitare ..... perchè chi per Mare ci Vive, ci abita, e quindi non ci va solo per competizione sa che questo atteggiamento è semplicemente sbagliato perchè alla lunga non paga.

E quella notte una volta per sempre come solo il Mare sa insegnare!

Me lo insegnò. Avevamo, lasciato molto allegramente le Isole Canarie con i consueti e normali 18/20 nodi di vento, bollettino ottimo con alta pressione ed alisei stabilizzati alla volta di Mindelo (Isole di Capo Verde).

Che bell'andare aumenta pure un pò, cavolo se si viaggia così max 4 giorni e sono a Capo Verde, facevo di questi ragionamenti stupidi mentre andava calando anche il giorno e ...........

Hoo! Ma che fa....? Aumenta ancora..........?E si cavolo aumenta ancora !!!

E ogni tanto un onda più grande ed incazzata pare proprio volerci sbragare, sono ormai anche punte max all'anemometro di 47 nodi, tanta Paura, praticamente quasi a secco di vele, raffiche che sembrano non terminare mai e lasciarti un tempo interminabile in bilico su di un precipizio.

Era già qualche ora che alle esaltanti surfate si era sostituita solo tanta paura, paura ma non si può far niente, è così, è la legge l' ineluttabilità di navigare gli Oceani, di traversarli e degli alisei venti tesi e costanti, niente di complicato tecnicamente.

Ma spicologicamente ci si butta tra braccia dell' Oceano in modo incondizionato a cavalcare di poppa le onde l' Atlantico con 10 -15 nodi a salire in base al sole e le ore della giornata, non ci si può più fermare, non si può più tornare indietro, e anche chiedere soccorsi è improbabile.

Non faccio in tempo a finire di pensare che forse sarebbe stato meglio smetterla di pensare a tutto questo, e un'onda più cattiva mi sdraia su di un bordo, è la FINE, immagino, intuisco e alla fine vedo l'albero in acqua NOOOOOO!

L' HO COMBINATA , la stessa sensazione di quando da bambino avvertivo di averla combinata talmente grossa che mio padre me le avrebbe date di santa ragione e che era finita come un senso di rassegnazione, si ricordo di aver pensato avvertito tutto questo e tanta PAURA, ACQUA, STAVOLTA E' FINITA, SCHIUMA, ACQUA, E' FINITA ........

10-20 forse 30 secondi in cui vidi tutta la mia vita passarmi davanti e se fosse stato saggio andarla a concludere e a finirla lì, mi passarono davanti in rassegna tutti quelli che mi avevano dato del pazzo dell' incoscente, del fuori di testa e consigliato di fare ciò che facevano tutti e che avevo letto troppi libri

Fu allora che Eldoran anche quella volta fedele e mia padrona pensò a salvarmi la vita, e si andò rialzando in realtà fu di scatto e la barca si raddrizzò. Vidi subito (anche se avevo paura ad andarlo ad ispezionare) che comunque l'albero era sù, anche se non mi sfuggi che la vela di prua o ciò che ne era rimasto sventolava a modo di bandiera ed il tangone divelto era al traino fuori barca che sbatteva su di una fiancata con dei colpi sordi ,

tagliai le cime e lo mollai in mare, pensai ne ho due e mi feci coraggio ma fu più che altro una questione di tanta Adrenalina, come potevo, rimisi alla VELA, e mi lasciai a poppa a modo di freno una lunga grossa cima con legato in fondo anche il tangone divelto al traino, ma che ben presto poi non ce ne fu neanche poi più di tanto bisogno.

Ero da solo di notte in Oceano Atlantico............ e non nego che Piangendo, Ridendo, Strillando ma soprattutto Giurando a Me Stesso che avrei per sempre cambiato atteggiamento, ripresi a navigare...........Oceano Atlantico una notte! ........in cui molto probabilmente diventai anche io un Marinaio!!!

Solo dopo inoltre appresi che lasciandosi alle spalle di poppa uno stretto tra due alte isole, conseguenzialmente sotto vento a questo naturale inbuto che si sarà venuto a creare si avrà una costante e relativa accellerazione della velocità del vento per il così detto "Effetto Venturi. (vedi su wikipedia il significato) che gli skipper e navigatori esperti conoscono bene, ed evitano.

Io anche se non ero del tutto inconsapevole del signor Venturi e di cosa avesse scoperto perchè di fatto a scuola qualcosa ne avevo sentito, mai poi avrei pensato che questo mi sarebbe potuto tornare a riscontro nel calcolare la rotta da fare, perchè di fatto ed in concreto ad evitare le problematiche che avvolte può provocare questo effetto Venturi ed il suo accellerare venti già gagliardi e sostenuti sottovento a strettoie,

basterà all'ontanarsi dall'essere sottovento la terra qualche 10 di miglia prima di mettere in fil di ruota, altrimenti sarà inevitabile che arriverete ad una certa distanza dall'ipotetico imbuto creato dalla costa che il vento già gagliardo e teso possa diventare molesto accellerando ulteriormente senza altri segnali od avvisi.

E giustificare o quanto meno spiegare come senza nessun avviso che lo facesse almeno presagire, di botto o di punto in bianco potessere essere aumentato in modo così repentino e violento il vento senza che ce ne fosse nessun sentore , se non quello che poi oggi abbiamo scoperto essere stato niente altro che inesperienza da parte mia, in quanto l'effetto Venturi credo sia sempre esistito anche da prima che io andassi in barca a vela.

Ciao alla prossima
/)ipposail

sabato 9 agosto 2008

Foto dell'alisacafo sugli scogli che delimitano l'entrata in porto a Trapani.

















Trapani entrata del porto Alle 21.25 di ieri (giovedì 7 agosto), quando era già calato il buio, un aliscafo in arrivo dall'isola di Favignana è finito contro una barriera frangiflutti del porto trapanese.

Ciao a Tutti ho voluto pubblicare questa foto ed esprimere una mia personale considerazione perchè davvero vi è qualcosa che bisognerà rivedere, su tutto ciò che regola la navigazione di questi mezzi veloci che nel periodo estivo collegano le isole.

é praticamente inaccettabile che nello stesso punto anche l'anno scorso un'altro aliscafo aveva avuto un'incidente analogo, che sempre l'anno scorso e due anni fa anche alle Eolie si sia più volte scampato il disastro,

e ricordo ancora anni fa l'incidende dell'aliscafo che prese fuoco nel golfo di Napoli ,dove poi gli casco sopra anche un elicottero del soccorso dove mori anche il pilota.

La mia cosiderazione è questa viaggiare, prendere un aliscafo è possibile che può considerarsi più pericoloso di volare e prendere un aereo, ebbene si .

Se facessimo un conto a parità di ore di viaggio tra aliscafi e aerei, considerando che di aerei anche se comunque ogni tanto anche a loro accade un incidente bisogna considerare che ne volano un numero molto ma molto superiore,

ma comunque possiamo essere sicuri nel dire che davvero la paura di viaggiare la dovremo avere tutti maggiormente nel prendere un aliscafo per raggiungere un'isola a poche miglia dalla costa, piuttosto che un aereo per andare dall'altra parte del mondo.

E su questo non penso nessuno può non ammetterlo, perchè ripeto se andassimo poi a calcolare anche in proporzione quante ore di volo fanno gli aerei in più di volo al mondo,

piuttosto di quante ore di navigazione fanno al mondo mezzi veloci marini, pensate se a parità dovessero avvenire gli stessi incidenti, quanti aerei dovrebbero cadere.

Non mi fa piecere dire questo nei confronti di una categoria di lavoratori, ma io quando monto su di un aereo o su di un aliscafo non denoto nell'equipaggio una stessa professionalità che invece a mio avviso dovrebbe esserci.

Mi spiego: nell'equipaggio di un aereo a partire dal comandante a finire all'ultimo dell'equipaggio vi è una determinata professionalità e rigore che si denota da quando ti accolgono a bordo a come ti spiegano le operazioni di emergenza, a come vengono anche a dirti che devi allacciare le cinture, ecc ecc.

 Bene io ritengo che l'equipaggio di un aliscafo dovrebbe far denotare e far trasparire l'analoga professionalità che infece latita completamente e non credo che a questo punto si possa imputare alla semplice coincidenza che avvengono ed aumentano gli incidenti per Mare.

Per mare o per cielo il navigare è sempre una cosa più che seria.

Un agurio a tutti i coinvolti pipposail



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