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mercoledì 9 settembre 2009

Il Mare Negato, un grido di allarme !!!

Il Mare Negato, è un grido di allarme che un velista navigatoreTrapanese, che ha svolto fino ad oggi tutta la sua attività di viaggiatore a vela se vogliamo anche rilevante in totale sordina,

senza alcuna pubblicità oggi crede sia arrivato il momento almeno di essercì e denunciare quanto accade e si vede accadere per mare. Un mare non più inteso come una palestra di vita, dove ogni uomo si poteva confrontare in modo indipendente e libero con gli elementi della natura. Egli della della vela non ne ha fatto solo uno sport, ma un vero life style tanto che da anni si dedica a tempo pieno solo a questa attività di navigarea vela.

Da prima trasferendo barche a vela, da e per il Caribe e altre destinazioni per tutti quei ricchi armatori che in inverno cercano uno skipper che gli strasferisca la barca ai Caraibi o altri luoghi analoghi, che permettono in primo luogo di tenere la barca in paesi dove fa caldo.

Dopo una 10 di anni di carrira militare mi congedai e senza dare tanto risalto alla cosa nel più totale anonimato (anche perchè ricordo che tanto il dire che sarei andato in barca a vela ai Caraibi. Ricordo che a Trapani, anche nell'ambiente del porto e dei cantieri stessi, tanto non esisteva una cultura della navigazione a vela e del poter viaggiare in modo indipendente con un piccolo veliero, che esternarlo sarebbe servito solo a farmi dare del fuori di testa più di quanto già non fossi considerato..) Ma comunque sta di fatto che comprai una vecchia e gloriosa signora dei mari, un'Alpa 38 sloop da ricondizionare e far diventare per quanto possibile una vera barca a vela oceanica.

Attrezzata di tutto punto ci sono partito ed atterrato ai Caraibi, dove dopo una stagione a girarli quasi tutti, mi stabili in un vero paradiso terrestre soprattutto, per chi ama il mare e vivere in barca a vela (15 miglia di laguna ventosissima con acqua piatta dietro la barriera corallina di Los Roques) in Venezuela, dove se non fosse stato che purtroppo sto parlando propio del periodo in cui ci fu il colpo di stato al presidente Ugo Chavez e che se questo non fosse accaduto dubito che sarei mai andato via da quel posto meraviglioso, ma la vita si sa.... è anche fatta di coincidenza che avvolte non si possono proprio prevedere.

Così quasi scappando da quello splendito posto dove ormai mi ero stabilito, e attraversando il mar dei Caraibi da sud a nord contro il nord est (vento dominante aliseo) in un colpo solo 500 miglia di bolina in solitario sono arrivato a S. Domingo. Dove ho trovato un altro navigatore giramondo che si è innamorato tanto della mia barca che non ho potuto fare a meno di vendergliela, visto che già era un annetto che rimandavo un mio doveroso rientro Italia.

Ecco questo è un pò il riassunto di quello che potremo definire essere un mio curriculum di navigatore velista, che ho voluto menzionare nella speranza che l'allarme che sto lanciando possa da più gente possibile essere considerato.

Bene il periodo di cui vi ho parlato sopra è molto importante da specificare che trattasi proprio a cavallo di quando a Trapani, (mia città di origine e mio porto d'armamento)

la vela non esisteva ancora ed era solo conosciuta e considerata solo come un sport da ricchi, o tuttal più come il vecchio e antico modo con cui si navigava un tempo.

Ora che Trapani è diventata la capitale della vela non solo Italiana.

mentre accadeva delle qualificazioni alla coppa america a Trapani e tutte queste belle cose io ero appunto a Los Roques e credevo che tutto ciò potesse,in un certo qual modo , una volta caso mai fossi tornato essere una cosa positiva e che potesse anche favorirmi, ed essere per me , che di fatto nella vita non facevo altro, un qualcosa di propositivo.

Ma quando mai signori miei ma manco per niente, la realtà delle cose è invece diversa e che tra la gente comune, il mare e la vela, si sono solo alzate ulteriori barriere.

A cui difficilmente la gente comune riesce ad avere accesso non si è incentivato e cercato di creare, una cultura della vela e che quindi in primo luogho, se ne potesse dare l'accesso al mare anche alle piccole barche, insomma a chiunque e soprattutto alla gente comune.

A Trapani invece si è creata la solita cultura di una vela fatta solo per ricchi ed questo il mio grido d' all'arme ossia:

" ridare il mare e il suo accesso alla gente comune".

Ridare anche alla gente comune il diritto di poter avere accesso e apprendere l'arte dell'andare a vela e saper condurre in sicurezza un' imbarcazione.

Il problema a mio avviso sta nel fatto che a Trapani, la vela non ha avuto un retroterra culturale ed è saltata fuori dall'oggi al domani,

grazie solo a massicci investimenti e flussi di denaro, investimenti ad uso e consumo dei soliti privileggiati. Ed è proprio questo, ciò che mi indigna maggiormente, e che non mi fa essere indifferente a tutto questo.

L'inaccettabile ingiustizia a mio avviso sta nel fatto che così facendo non si fa altro che ulteriormente avvantaggiare incentivare coloro che già praticano la vela, ed hanno i soldi per permettersi di praticarla.

e non invece chi ancora si vede impossibilitato a poterla apprendere e praticare per i costi che non possono davvero ritenersi alla portata di tutti.

QUINDI PER UNA VELA + ETICA;
e alla portata di tutti poterla apprendere
,

Certo qualcuno di voi dirà... e vabbe in fondo con tutte le porcherie che si vedono e sentono oggi giorno !!! Ed avreste anche ragione a vederla così, ma riflettendoci un attimo, a mio avviso la cosa non è poi da sottovalutare perchè l'accesso a poter apprendere, istruirsi, ad una cultura del saper navigare a vela in modo indipendente è una reale e concreta vera opportunità che viene negata a chi ne ha più bisogno,

e che molte volte sono poi quegli stessi giovani, a cui magari socialmente ci si ripromette e si dice che gli vanno date delle opportunità, e si spendono poi altri soldi per creargliene di fittizie,

e non di autentiche come lo potrebbèro già essere le nostre antiche arti e mestieri, come ad esempio l'arte del navigare a vela.

Non bisogna poi stupirsi se come per già più generazioni di giovani siano state falcidiate dalle droghe ed altre problematiche giovanili che non portano a nulla se non a vedere che è sempre troppo tardi per poter fare qualcosa e che tutto ciò si sarebbe potuto evitare.

Imparare ad esempo l'arte del saper manovrare le vele al vento e navigare nella direzione in cui si vuole e deve andare, non è cosà che può essere riservata solo ai ricchi e chi ha già i soldi!!!

Perchè la vela soprattutto in una città che si candida ad essere la capitale della vela ed ha un porto come Trapani, praticarla deve essere cosa alla portata di tutti, in quanto la si puo incentivare a partire da piccole barche che vanno per mare navigano e magari sono anche più veliche e marine di tanti mega-appartamenti a vela che si vedono andare in giro.

La vela non può essere addirittura incentivata come lo è adesso solo per i ricchi, e chi di fatto già può permetterselo.

Per come è accaduto a Trapani che se si vuole davvero candidare ad essere una capitale della vela, bisogna che crei un retroterra, una cultura specifica ed incentivante a partire dalla gente comune

altrimenti Trapani anziché poter diventare una vera capitale della vela resterà solo uno dei tanti luoghi che per un periodo più o meno lungo faranno tendenza solo per ricchi annoiati in cerca di nuovi luoghi di moda.

L’UOMO E IL MARE.


Fin dall’inizio della storia l’uomo ha utilizzato il mare; come via di comunicazione ed il rapporto con esso ha accompagnato lo sviluppo dei popoli.

Oggi il rapporto con il pianeta è ambivalente: da un lato chi lo ama e lo rispetta e dall’altro chi lo sfrutta e lo inquina.


(Il boom nel porto di TRAPANI sono i gommoni con minimo 2-300 cavalli motore )
Il mio desiderio da adulto, vedendo tutto questo vorrebbe essere proprio quello di poter andare oltre tutto questo sistema di cose e speudo normalità,

e ad esempio poter far avvicinare i giovani al mare e alla vela per strapparli così dal mondo della strada, della piazza,
un desiderio anche questo autentico, ma che non trova spazio, non riesce a decollare perchè ci si ferma e non si va oltre dal vedere anche nella vela, come del resto in tutte le iniziative che si intraprendono solo ed esclusivamente un fine lucrativo e commerciale immediato.



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