-> ...VIVERE per MARE !!!: ottobre 2008

martedì 28 ottobre 2008

Il''mito''del Giramondo del navigatore non come fuga dalla realtà! ma un ritorno ad una realtà primordiale, dove potersi ritrovare.




Il Giramondo vive il ''mito del suo viaggio" non come fuga dalla realtà ma come un ritorno ad una realtà primordiale nella quale l'uomo in quanto tale possa ritrovare la sua natura e se stesso.

Un concetto che ho ritrovato in un bell'articolo di Robert Pirsig, filosofo e viaggiatore americano diceva che:

"Quando si vive giorno dopo giorno sulla superficie dell’Oceano e lo si vede a volte terribile e pericoloso, a volte tranquillo e lento, ma sempre infinito in ogni direzione.

Lentamente allora si farà largo una certa conoscenza di sé stessi sorta e riflessa dalle onde e se comprendi questo sia che tu sia annoiato o eccitato, depresso o euforico, vittorioso o sfortunato, addirittura vivo o morto comprenderai che tutto ciò non ha assolutamente nessuna conseguenza.

Il mare continua a raccontartelo ad ogni passaggio di ogni onda quando accetti questa conoscenza di te, e non la contesti, e vai avanti comunque, ecco che arriva una vera pienezza di virtù e di autocoscienza.

E spesso, al suo arrivo la si riceve e accompagna con una gustosa risata" Il viaggio " il giramondo e la barca sono parti di un tutto.

by_/)pipposail

mercoledì 8 ottobre 2008

Una barca a chiglia lunga e timone integrato molto famosa è il Pen Duik di Éric Tabarly.



Questa è l 'immagine in scala di un modellino del famoso veliero Pen Duik di Éric Tabarly, ed è lunico modo per far vedere al di la di un disegno che evidentemente non ho cosa si intende per chiglia lunga con il timone integrato.

Ecco possiamo dire che questa sia anche la barca che meglio ha espresso e rappresenato questa filosofia di progettazione e costruzione di scafi disloganti particolarmente indicati alla navigazione d'alto mare e con ogni tempo.

Questo per rispondere a chi mi diceva che non ci sono mai state barche di questo tipo ( a chiglia lunga) famose e di successo.

Alla sua memoria è dedicata la Cité de la Voile che sorge sul litorale della città francese di Lorient, un centro polifunzionale avveniristico dedicato alla nautica e all'avventura del mare.

sabato 4 ottobre 2008

Salone Nautico di Genova, a nostro avviso un passo falso!

Certo tutti noi gente di mare credo dovremmo avere molta più considerazione per tutto ciò che il Salone della Natica di Genova ha rappresentato in questi anni nel favorire la diffussione della nautica e della vela nel nostro paese,


ma questo non può di certo evitare o non farci vedere quello che accade prorio in questi gorni alla vigilia dell'apertura della 48ma edizione e questa notizia non fa che confermare questa tendenza.

La nota e blasonata casa editrice Mursia, specializzata in libri di mare, si è vista quest'anno dall'organizzazione dell'evento ulteriormente ridotto il suo spazio espositivo all'interno della manifestazione.

Di risposta i responsabili di Mursia, a sorpresa di tutti non hanno esitato più di tanto a ritirarsi dal partecipare e a lanciare pesanti e molto dirette accuse, nei confronti dell'organizzazione e che noi dandogli risalto non credo ci sia bisogno di dire che a nostro avviso sono accuse fondate e veritiere.

Si accuse che indicherebbero negli organizzatori e responsabili del salone nautico di Genova di avere ormai snaturato quello che sarebbe dovuto essere e rappresentare il Salone nel tempo: ma che invece ormai è solo
"una nautica per magnati russi".

Tutto lusso e maxi yacht, insomma. Al vertice di Mursia pare non sia andata giù che il salone stia diventando solo ed esclusivamente un grosso business

e addio alla cultura marinaresca promossa in decenni dalle leggendarie collane dell'editore che ha pubblicato il meglio sul sapere del mare, dai manuali ai racconti di viaggi fino alla narrativa.

Ma è proprio vero che ormai il Salone inseguono solo una clientela di milionari, dimenticando i piccoli appassionati?

Una cosa è certa che una organizzazione del Salone più attenta dovrebbe a nostro avviso dovrebbe dare più spazio alla cultura e ad una nautica anche minimalista e del fai da te,

ad esempio oltre che certamente proporre anche maxi e super-miliardarie barche che per parte restano solo belle da vedere.

mercoledì 1 ottobre 2008

Navigazione a vela di notte in mari lontani e non sicuri,reti derivanti in Venezuela.


Ciao a tutti questo post vuole essere oltre che un racconto di una esperienza di navigazione da me vissuta, un vero avviso di un altro possibile pericolo da tener presente se ci si trovasse a navigare un giorno da quelle parti.

Tra il Venezuela e le loro adiacenti isole, LosRochas, Margarita, Tortuga a Puerto la Cruz di un costante pericolo che esiste e non credo che nessuno abbia o possa risolvere o regolamentare, anche e soprattutto considerando in quale situazione di instabilità politica è rimasto da allora il Venezuela.

Davanti le loro coste, oltre ad esserci una tra le lagune da barriere corallina per chi non lo sapesse tra le più belle al mondo! Per raggiungerle nell 'arcipelago di isole di Los Rochas vi è in agguato un pericolo per una barca a vela ancor di più che per una barca solo a motore che ha sicuramente più probabilità di passarci sopra, e non rimanerci impigliato di quanto invece molto probabilmente vi accadrà passandoci sopra con deriva e timone profondi di una barca a vela.

Per chi non lo avesse capito sto parlando delle così dette Reti Derivanti in quanto sono praticamente lasciate come se fossero un vero sbarramento che parte da meno di un metro sotto'acqua per quanto sarà poi profonda e lunga la rete stessa. Certamente voi penserete che più o meno queste reti sono sempre esistite e state usate in ogni angolo del mondo senza aver poi mai determinato un grosso pericolo pe le barche in navigazione .

E di fatti non lo sarebbe neanche oggi se fossero però usate come fortunatamente accade nella maggior parte dei casi nel mondo e cioè a garantire e salvaguardare prima di ogni altra cosa la la sicurezza della navigazione,

in Mediterraneo ad esempio soprattutto in prossimità delle isole Baleari tutti sanno che ce ne sono in grossa quantità, e che passando in prossimità dove ne hanno calate sicuramente ci si trova a ricevere avvisi radio per vhf, o anche visivi, ma comunque in prossimità di queste reti derivanti troverete sempre chi le sorveglia e che soprattutto avvisa e sta attento appunto al traffico che transita nelle sue vicinanze.

Così funziona, ad esempio anche dalle mie parti nel canale di Sicilia, dove ancora esistono ancora delle Tonnare che altro non sono che anche loro delle reti derivanti, nelle loro prossimità vi troverete sempre una barca detta del Rais che vigila 24 h al giorno la rete. Non è mai lasciata incustodita oltre che diramata per radio la posizione a tutti gli avvisi ai naviganti sul vhf .

Bene posso assicurarvi e due speciali e comprensivi al massimo Farmacisti (marito e moglie che erano appena salpati con me per una vacanza di 12 gg a los Rochas), purtroppo potrebbero testimoniare essermi trovato una notte a dover superare per salvare barca e tutto!!!

In Venezuela vi era appena stato il colpo di stato, e con enormi difficoltà ero riuscito con una giornata di ritardo (di cui ancora devo ringraziare la disponibilità a capire di questa coppia) ad andarli a prendere ugualmente a P.La Cruz dove imbarcavo per via dell'aeroporto vicino. Visto che comunque avevano già perso un giorno e mezzo di vacanza appena rimediato carburante e cambusa salpai anche se in navigazione notturna per los Rochas tratta che tra l'altro ormai facevo molto spesso.

Il tempo relativamente buono nel senso che in quel tratto di mare vento, onda e corrente sono cose che non mancano mai e di notte soprattutto magari perche in barca il primo giorno, procedevo con loro dentro alle prese con il mal di mare, ed io al mio posto a controllare rotta autopilota e traffico.

Procedevamo con corrente 1,5 nodi a favore, 20 anche 30 nodi di vento al lasco per la risultante che la navigazione era velocissima e si procede al gps quindi anche con la componente corrente a 7-9 nodi, ecco ed è proprio a questa velocità che dovete immaginare che fininno dentro una di queste reti con la risultante di ritrovarci nella peggiore delle situazione! praticamente di notte in alto mare, mosso agganciati e quindi anche a seguirne e riceverne tutti i contraccolpi dal salire e scenderà da onde anche alte qualche metro, con le vele che prendono vento e sbatacchiano da tutte le parti.

La prima cosa che feci avendo gente a bordo fu di lanciare un sicuritè alla radio vhf dove diedi posizione e accadimenti alla Guardia Coste Venezuelana che mi lasciava con un perentorio
"non te preoccupe co una dos oras max stamo para ia",
bene capirete che la situazione attaccati in alto mare a far su e giù sulle onde alte agganganciati al timone/elica non era una situazione che potevo pensare che la barca avesse sopportato a lungo.. senza come minimo da un momento all'altro perdere almeno la pala del timoneanche se le botte ed i grossi contraccolpi che sentivo riceveva l'asse elica non mi facevanodel tutto scartare anche una possibile via d'acque e relativo affondamente capii subito che aspettare la guardia cost non significava solo perdere la barca ma bensì mettere a repentaglio anche la vita della gente a bordo ed allora mi decisi a fare la cosa forse più sconsigliata , ma visto che lasciatemi dire che forse non sono nuovo a questo tipo di situazioni e posso anche ritenermi uno specialista nel poter risolvere queste situazioni (nasco come aereosoccorritore dell'areounautica militare, gruppo di cui posso essere davvero riconoscente averne fatto parte ma soprattutto essermi iniziato a formare imparando come prima cosa a gestire l'emergenza) quindi ragionando, mi assicurai alla barca, diedi la lampada al dottore dicendogli di non preoccuparsi e farmi solo luce, e con un coltello mi buttai in acqua e taglia il cavo portante dando modo a tutta la rete poi di strapparsi.

Tutto si è fortunatamente risolto e riuscimmo molto rallentati (dal portarmi al rimorchio alcuni metri di rete) a virare a ridosso una volta raggiunta la baia delgata sull' isola di Tortuga.

Dove in acqua piatta e aver fatto una ricca colazione e cercare di tranquillizzare gli ospiti che avevo a bordo dell'accaduto, feci il bagno e andai a tagliare tutto il resto della rete rimasto impigliato,

Oggi più di allora mi rendo conto quanto furono comprensivi e buona gente la coppia di farmacisti, che purtroppo però ammetto e me ne dispiacio che una volta finita poi la loro vacanza non ho mai più sentito, e quindi colgo l'occasione se mai leggessero questo post, di rifargli le mie più sincere scuse per l'esperienza traumatica che vissero quella notte.

Altra considerazione utile e che anche questa volta a salvare la situazione in realtà fu Eldoran al di la del mio gesto che chiunque alla fine avrebbe fatto, e che liberò la barca.

Fu ancora una volta la grande marinità intrinsega di questa barca (ELDORAN) - Alpa-38 - Sloop che le permetteva comunque di cavarsi da sola dagli impicci. Provate a pensare se Eldoran fosse stata anzi che una barca a chiglia, bulbo e timone integrato dentro uno skeg, fosse stata una qualsiasi barca moderna con chiglia e timone appesi senza nessuno skeg di raccordo e a protezione? Bene nella migliore delle ipotesi per non buttarla in tragedia avrei perso la pala del timone.

Quindi a conclusione di questo post per dirvi che per mare nulla è mai scontato e di fatto poi ho saputo che anche altri miei amici e naviganti del luogo tutti sapevano della pesca con le reti derivanti clandetina e di frodo che veniva e penso ancora oggi viene fatta senza salvaguardare minimamente la sicurezza e salvaguardia alla navigazione.

Quindi segnatevi quest'altra cosa e se mai conterete di navigre da quelle parti, tenete a mente tutto ciò e comunque in linea di massima è stato detto e di dare alla barca con cui si intenderà partire sicuramente la precedenza alla solidità e sicurezza che parte già dal tipo di materiali, progettazione e costruzione della barca


Ciao alla prossima
/)pipposail



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