-> ...VIVERE per MARE !!!: 2008

domenica 28 dicembre 2008

Due Donne tra i primi dieci in corsa alla Vendèe Gloobe

Dee Caffari la Skipper di Aviva e Samantha Davies di Roxy (niente meno che l'ex PRB) sono le grandi protagoniste ed eroine di questa fantastica corsa attorno al Mondo in barca a vela in solitario.

Stanno conducendo alla pari degli skipper più agguerriti del mondo, rispettivamente due barche a vela di 18,28 metri e larghe quasi 6metri nei primi 10 alla testa della corsa.

Quindi credo di buon diritto meritano a mio avviso tutto il diritto di cronaca protagonista della vendèe gloobe stanno conducendo con estrema maestria in solitario alle rotte e latitudini più estreme alla pari una corsa davvero estrema.

Sono in questo istante partiti è 49 gg.05 h59 m 29 sec. che sono ormai partiti per questa fantastica regata attorno al mondo, molti dei nomi illustri e se vogliamo favoriti, che sono stati fermati dalla durezza di questa corsa/regata possiamo dire che si susseguono già Bernard Stamm rifugiatosi alle illes Kerguelen, poi la volta di Loìch Peyron con suo Gitana che sta andando a riparare a cap Leewin dove è già giunto a sua volta con la barca allagata per infiltrazioni d'acqua dalla ghiglia Wavre Dominique con Temenos, mentre la flotta ormai allungata per migliaia di miglia con alla testa almeno per il momento

1 - Michel Desjoyeaux - Foncia
2 - Roland Jourdain - Veolia Environnement
3 - Jean Le Cam - VM Matériaux

Due donne nei primi dieci in gara - Samantha Davies Skipper Roxy e Dee Caffari Skipper di Aviva, che stanno davvero correndo una regata stupefacente.

una buona serata e alla prossima da:
/)pipposail
skipper and pubblishers

venerdì 19 dicembre 2008

Padre e figlio si lanciano nel Giro del Mondo a Vela senza scalo sulla rotta dei Clipper



Salve oggi vi segnalo il sito di due amici velisti navigatori di quelli che sicuramente non ce ne sono soprattutto di Italiani poi ancora molti e trattasi di:

Pietro-Fresi e Vittorio-Fresi,

la cosa che sicuramente non passa inosservata assieme alla eccezzionale impresa che si accingono a compiere, è a mio avviso il bellissimo fatto di essere padre e figlio, cosa a mio avviso degna di nota ed di attenzione.

E che saranno sicuramente entrambe un gran padre ed un gran figlio per potersi imbarcare assieme in una così estrema impresa avventura se vogliamo soprattutto interiore.


Attualmente sono in navigazione alle basse
latitudini esattamente potete vedere la loro posizione attuale Qui a compimento del loro Giro del Mondo a vela (senza scalo sulla rotta dei Clipper),

ed infatti a queste famose navi a vela che a quei tempi erano molto comuni e numerosissime in quanto regolavano il commercio delle merci in tutto il mondo
,

ed appunto alla alla loro arte del navigare alla loro cultura marinara che a bordo di tali navi a vela da carico veloci che si ispirano e rifanno.

I Clipper erano navi a vela che seguivano questa rotta per via che ancora non esistevano il "Canale di Panama" ed il "Canale di Suez" e quindi erano costretti a doppiare i tre capi dei rispettivi continenti, la loro caretteristica era sicuramente essere navi da carico molto veloci.

Ma devo dire che sicuramente di questa impresa
mi ha affascinato, la sua autenticità umana che ne trapela e che si avverte sicuramente essercì, e anche per questo mi va di sostenerla per quello che posso


CONSIGLIANDOVI VIVAMENTE DI SOSTENERLI
ED ANDARE A SEGUIRLI SUL LORO SITO:
www.girodelmondofresi.com
e vi assicuro che vi sembrerà di stare in barca con loro!!!
Non ve ne pentirete.


Perchè non troverete il solito giro del mondo fatto con una Super Barca, a Vela, un staff tecnico e tutto un consorzio di sponsor come solitamente si vedono presentate, e quindi anche in un certo qual modo vendute queste esperienze di viaggi estremi ai media che poi come sappiamo ci veicolano e rivendono al suo interno la pubblicità.

Niente di tutto questo almeno a me a dato questa impressione!!!
Semplicemente quello che potrebbe essere il vostro viaggio....


Un padre e un figlio che in coppia con una piccola barca in acciaio, che tutti noi potremo avere, in un viaggio, una storia in cui davvero ognuno di noi si può rivedere o anche prendere ad esempio. Ma almeno per il momento i due fantastici marinai e navigatori che hanno a mio avviso la fortuna di viversi questa fantastica esperienza velica ed umana e quindi anche tutto il diritto della cronoca restano e sono: Pietro Fresi (noto Piero) Vittorio Fresi


Una buona giornata
alla prossima
da :
/)pipposail

- Skipper and Pubblishers -

sabato 13 dicembre 2008

Vera opportunità per Andare a vivere ai Caraibi, Los Roques


Oltre ad essere un Skipper ed un navigatore giramondo (sempre nel mio piccolo, e nelle mie possibilità) come molti si saranno accorti, o avranno già da soli capito in realtà io sono anche un web master, pubblishers, freelance indipendente, e mi occupo quindi anche di comunicazione, media ed internet in un parallelismo che cerca di completare ed arricchire entrambi i mondi.

Il Mondo del navigare, delle barche del mare, con quello di essere uno che crede molto nelle enormi potenzialità che il web da a tutti di poter sviluppare ed affinare un qualsiasi tipo di interesse o attività legata al sapere, alla conoscenza e la libera della comunicazione.

Che poi a mio avviso è ciò che serve per fare il navigatore giramondo? Non credete?

Diventa un modo di essere pro attivo che alla fine dà i suoi frutti, ed ecco che in questo blog ad esempio incominciano a convogliare quelle notizie, ed informazioni che possono davvero rendere felici chi le cerca, e magari cambiare la vita in meglio a qualcuno.

UNA SUPER INFORMAZIONE
:

Per tutti coloro a caccia di vere opportunità alternative?Potremo benissimo nell' immaginario collettivo paragonarla allo stereotipo del "Mollo tutto e apro un baretto sulla spiaggia ai tropici". Ma con la differenza che questa è una vera opportunità reale e fattibile: ho ricevuto da Roberto un amico a cui anni fa consigliai Los Roques come il posto ideale, migliore dove poter avviare la sua attività cosa che sta in questi giorni con molto gioia anche da parte mia concretizzando.

Ma la cosa per cui ve lo indico, è che ieri l'ho sentito via Skype e mi ha informato che Massimo un' altro nostro amico Vende la sua barca con già la licenza per lavorare, ma soprattutto vivere con la barca a Los Roques!! Cosa che non sarebbe possibile con una barca con bandiera Italiana o non Venezuelana. Se siete interessati a quanto costa la barca e licenza e quali siano tutti i termini potete contattare Roberto :
non dovrete far altro che rivolgervi a lui su tutto ciò che riguarda Los Roques. Ma visto che conosco molto bene sia Los Roches e sia l'attività di cui si sta parlando in quanto molti già sanno che anni fa come potete vedere ho lavorato anche io un paio di stagioni li con Eldoran.
Aggiungo che questa è certamente una reale e concreta opportunità a chi fortemente motivato di sicuro consapevole di essere stato colpito dal virus volesse davvero fare questa scelta di vita. Los Roques è il paradiso dove poter vivere su di una barca a vela, Trattasi di vere barriere ed atolli corallini che al suo interno racchiudono una laguna molto ampia e popolatissima di ogni sorta di fauna e flora marina ancora esistenti al mondo.

Davvero un posto fantastico a cui non aggiungo niente altro che tanto non credo riuscirebbe a priori a dipingervi il paradiso in terra che realmente è, per le troppe sfumature di colore, e di fatto se non fosse perché ormai io sono salito già su di un altro treno vi basti pensare che dell'opportunità di cui vi ho parlato ne sarei attratto anche io in prima persona.

Una buona giornata e alla prossiama da:
/)pipposail
Skipper and Pubblishers


martedì 9 dicembre 2008

La barca ideale per fare il giramondo secondo un mito come Ernesto Tross !



Sulla falsa riga di questo mio precedente post
La-Barca-da-Giramondo-senza-compromessi!

Questo per voler e considerare più soluzioni, ed avere quanto più materiale possibile di riferimento da comfrontare,

e vedere poi ognuno di noi, con maggior consapevolezza se è possibile arrivare a quale possa essere il compromesso più giusto,

che ci porterà a scegliere, costruire, acquistare la barca adatta alle nostre esigenze ed aspettative.

Bene a questo scopo voglio presentarvi a mio parere un mito un personaggio poliedrico in quanto navigatore, progettista, auto- costruttore scrittore e chissa quant' altro sto parlando di un vero mito:

Ernesto Tross: una persona che non ha di certo bisogno delle mie lodi o presentazioni è un mito che io seguo da sempre ed il suo "Orso Bianco" è la sua ultima creatura.

Nel suo ultimo libro La Mia Barca Sicura E. Tross condivide molti accorgimenti e soluzioni importanti per la realizzazione di una barca da viaggio che risulti sicura ed al tempo stesso di pratica gestione.  In poche parole non trattasi di studi "a tavolino" ma di esperienze vissute maturate in viaggi seri.

Tross il navigatore quando esce in barca per fare una passeggiata almeno va in Grecia, se ha tempo invece minimo arriva nell' Oceano Indiano.

Parliamo quindi di un navigatore come a mio avviso ne sono rimasti pochi di questa razza,
navigatori che allo stesso sono anche i progettisti e costruttori e skipper al tempo stesso delle barche su cui navigano.

E che se anche alcune idee a mio avviso possono essere anche un pò
superate e non essere condivise sono a mio avviso meritevoli comunque di un enorme rispetto e considerazione. 

Poi voglio dire la barca può anche non piacere ma vi asiscuro che ha delle soluzioni davvero meritevoli e risolutive, Se si vuole fare una sorta di critica molto umilmente mi permetterei ad esempio di notare che forse è un p'ò troppo sovraddimensionata nelle sartie, tenditori attrezzatura in genere!!!

Soprattutto se consideriamo il tutto in funzione del fatto che dovrebbe essere una barca che non scordiamo che come peculiarità stessa ed intrensica del materiale con cui è costruita, "l'alluminio" 

Si presuppone dovrebbe essere e rimanere nella sua costruzione ultimata abbastanza leggera da poter far pensare di non dover bisogno e necessitare tutta questa robustezza, quindi peso da cararmato. 

 Ma ripeto per il resto c'è solo da imparare ed ammirare il tutto e lascio a voi e che questo personaggio si racconti benissimo da solo potete andarlo a trovare





venerdì 28 novembre 2008

Vendèe Globe! Il Giro del Mondo in Barca a Vela unico rammarico nessuna barca Italiana!

La Vendèe Globe si sta regatando senza una benchè minima presenza Italiana!!!

Del resto anche se per tutti noi sarebbe stato lui l'uomo, lo skipper il nostro Giovannino nazionale, (Giovanni Soldini)

che avremo nella quasi più completa unanimità voluto vedere alla partenza di questa corsa regata che si disputa ogni 2 anni.

Anche se
a lui non gli si può di certo dare delle colpe, non può di certo stare da tutte le parti, ma il grande rammarico credo per tutti gli appassionati di questo genere di vela, (che ritengo non abbia nulla a che fare con ad esempio il Mace Race) è di seguire questa edizione della Vendèe Globe e dover constatare che dopo grazie anche a Giovanni Soldini che ci ha entusiasmato e fatto appassionare a questo genere di sports estremo, oggi nessuno partecipi per i nostri colori.

Ed avere riprova che in ambito di navigatori moderni che l'Italia latita quasi del tutto da calcare le regate e le corse più importanti internazionalmente se non appunto tanto quanto ci ha saputo regalare il grande Giovanni Soldini, in passato.

Nessuno pare ne abbia in un certo qual modo ereditato la sua grande classe da campione e marinità, oltre che da campione anche e sopruattutto prima di ogni altra cosa da marinaio.

Quindi non è tanto il non vedere lui ripartegipare alla Vendèe Globe, Il Giovanni nazionale della vela Italiana, che ripeto lui ha gia dato, ma il prendere atto e vedere come in questo sport nessuno ne abbia ereditato la classe, l'umiltà e marinità,

di chi per un periodo ci ha fatto sperare che gli Italiani potessero primeggiare anche in questro sports.

Forse anche per questo l'abbiamo snobbata per un paio di giorni, ma non scordiamo che si sta correndo in tempo reale!!!

Ed è sempre una Vendèe Gloobe resta ed è sempre una reagta che si corre in solitari attorno al mondo senza stop, assistenza od altro tipo di aiuto .

Come si fa essendo magari anche degli appassionati velisti navigatori a non dargli un'occhiata? http://www.vendeeglobe.org/fr/

Bene allora state un pò a sentire; la loro corsa a 18 giorni 21hore dalla partenza continua praticamente in flotta verso sud,

anche se si incomincia ad intuire l'arco che segnerà sulla carta nauitica, la lunga accostata che porterà totta la flotta ad avere una relativa nuova rotta verso est alla volta di poter mettersi di poppa il Capo di buona speranza,

che è l'untimo lembo di terra del continentre Africano verso sud, ed il primo vero grande capo da superare in questo davvero estremo giro del mondo in barca a vela solitario.

Attualmente vi è alla prima posizione un testa a testa tra
  1. Loïck Peyron - Gitana Eighty2 -
  2. Sébastien Josse - BT3 -
  3. Armel Le Cléac’h - Brit Air
buona giornata
/)pipposail

mercoledì 26 novembre 2008

Francis Chichester la storia del suo giro del mondo con il “Gypsy Moth IV”




Dopo aver circunnavigato il mondo in solitario Il 28 maggio 1967 si concludeva dopo 9 mesi di completa solitudine una memorabile impresa da record che entrerà di buon diritto nella storia della vela e non solo.

Già dalle prime ore del mattino si incominciarono sui moli del porto di Plymouth ad accalcare un pubblico fatto di migliaia di appassionati che non si erano mai visti prima per per questo genere di imprese o accadimenti, e che lo vollero riceve e acclamarlo.

Ed il 65enne Francis Chichester entrò con il suo yacht “Gypsy Moth IV” nel porto di Plymouth dove fù accolto con un 'entusiasmo forse anche inaspettato. Al suo rientro al porto di Plymouth Il navigatore, scrittore inglese,aveva fatto 29.630 miglia battendo diversi record.


Oltre al fatto già non trascurabile che Francis Chichesterche quando compi quest'avventura aveva 65 anni e che ha circumnavigato il mondo non scordiamo passando per i Capi di Buona Speranza e il Capo Horn e quindi alle basse latitudini dei 40 urlanti e 50 ruggenti, 

Non solo è riusci'a fare il giro del mondo in una piccola barca a vela (16,5 m) ma anche nei tempi più brevi mai realizzati, ed anche pasando per il tragitto più lungo senza soste per le prime (15.500 miglia marine).

Il tutto ebbe inizio il 27 agosto 1966, già con una partenza non certo che prometteva bene
infatti prima della partenza il velista subisce un incidente e si ferisce a una gamba, in modo tanto grave da poter a malapena camminare.


Inoltre, sente che la barca a qualcosa che non va e qualche cosa ancora da modificare nell'armamento.

La barca che si è costruito con le sue mani per il viaggio pesa (11,5 t), e gli risultò essere molto poco maneggevole.

Già subito dopo aver salpato da Plymouth, Chichester viene colpito dal mal di mare e,aggravato e reso ancora più dal verificarsi difetto nel sistema di autogoverno o pilota automatico.

La rotta attraverso l’Atlantico porta il navigatore lungo la costa occidentale della Spagna e dell’Africa fino al Capo di Buona Speranza.Dopo averlo circumnavigato,

Chichester prosegue verso est, diretto in Australia.Il primo porto in cui prevede di far sosta è quello di Sydney. Tuttavia, dopo aver oltrepassato il Capo di Buona Speranza, incontra tempeste e piogge violente.

Tratto dal suo libro di bordo Chichester scrive:
«Entravano molto vento e molta acqua proveniente sia dal mare sia dalla pioggia violenta. Dovevo tenermi sempre ben saldo, perché la barca rollava e le onde si infrangevano sul ponte. Dopo aver ammainato le vele, mi sono sentito male e sono sceso in cabina per sdraiarmi e cercare di dormire. È stato inutile. Mi ero appena tolto la cerata, quando la “Gypsy Moth” ha cominciato a inclinarsi...».
Tuttavia, supera la tempesta, e l’11 settembre il navigatore inglese raggiunge la fascia dei tropici.
I pesci volanti che a volte si abbattono sul ponte costituiscono una gradevole variante alla sua dieta.In questa sua solitudine Chichester fu spesso profondamente depresso, ma comunque sempre riuscendo a non perdersi mai completamente d’animo.

Il 12 dicembre 1966, dopo 107 giorni di mare e solitudine, arrivò finalmente Sydney.


Organizzo subito una conferenza stampa, dove si rivelò essere ed avere radicata dentro quella tempera e filosofia che solo i marinai di una volta a mio avviso possedevano.

Gli venne infatti fatta la fatitica domanda da un giornalista quando si fosse sentito, in tutto il viaggio fin li, più a terra e depresso? e Chichester risponde senza esitare:

«Quando è finito il gin».

Ma anche se in realtà a quel punto, Chichester ha già perso più di 15 chili di peso ed è in cattive condizioni fisiche, ma non vole neanche sentir parlare di interrompere il viaggio.


Il 29 gennaio 1967, affronta il tratto da Sydney a Plymouth, che lo porta ad attraversare Capo Horn e le isole Falkland.

Dopo meno di 100 miglia marine, la sua imbarcazione viene travolta da uno dei temutissimi cicloni che spazzano il Mar di Tasmania, ma riesce a resistere.

Nonostante il mal di mare che lo assale spesso durante le frequenti tempeste, dopo nove mesi di navigazione raggiunge Plymouth. 



Appena in tempo: dopo pochi giorni dal suo arrivo, viene ricoverato d’urgenza per un’ulcera intestinale.


La Regina Elisabetta II lo fregierà con una delle massime onoreficenze il 7 luglio successivo.

Altre notizie, per saperne di più ed approfondire ulteriomente puoi trovarle quì!
alla prossimaby-
/)pipposail

domenica 23 novembre 2008

Un' Altra bella impresa velica da poter seguire online?

Se ti piace seguire questo tipo di corse regate in solitario attorno al mondo senza scalo, non a caso credo in contemporanea in questi giorni alla partenza della Vendèe Gloobe, è partita un'altra bella impresa velica, che gli appassionati saranno lieti di seguire, ma questa volta è una corsa contro oltre tutti gli elementi già citati, anche in questo caso contro il tempo infatti sarà un precedente record che dovrà essere battuto, in tempo reale puoi seguire il tutto online qui http://www.sodebo-voile.com/accueil.html, a seguire il video che presenta l'impresa.

sabato 22 novembre 2008

La Vendèe globe, Loïck Peyron alla testa della regata.

E' Loïck Peyron lo skipper alla testa di questa affascinante corsa/regata in solitario senza scalo attorno al mondo. La flotta ha sorpassato l'equatore ieri sera 21hTU locale o 22 ore e questa mattina, a Gitana. venti oceanici da sud-est, il capo della flotta si tuffa a sud media 11-12 nodi.
  • Nationalité : fr
  • Résidence : Pornichet (44)
  • Année de naissance : né à Nantes en 1959
  • Palmarès Vendée Globe :3ème participation au Vendée Globe
  • Bateau : Gitana Eighty
  • Site internet : http://www.gitana-team.com
  • Situation :é lui alla testa della corsa che ha sorpassato l'equatore ieri sera

giovedì 20 novembre 2008

La Barca a vela da Giramondo senza compromessi!

Credo che nella possibilità di poter scegliere senza compromessi e limiti di nessun tipo (cosa che capisco assai difficile ma poniamo il caso possa essere possibile) il materiale con cui costruirei la barca da giramondo a mio avviso è  l'alluminio.

Una scelta molto difficile perchè come potrete facilmente intuire i fattori che entrano in gioco a poter condizionare la scelta possono essere davvero numerosi e di diversa natura anche e soprattutto personali. A tal punto che vedremo che non tutti quelli che apprezzano e sceglierebbero l'alluminio poi nella realtà riescono ad avere davvero una barca d'alluminio che come credo tutti sappiano risulta essere un 45 % più caro di tutti gli altri materiali con cui si potrebbe realizzare la medesima barca.


Ma resta il fatto che se mi si chiedesse di fare delle scelte ipotetiche del tipo tieni l'assegno in bianco vai a comprarti la barca gia bella e fatta pronta a partire e ad andarci ad abitare a bordo la mia scelta attuale cadrebbe sicuramente (al di la di un catamarano e che trattasi di un tutt'altro pianeta) sugli Ovni Alubat barche da giramondo a mio avviso senza compromessi.

L'alluminio è comunque nella realtà la scelta più gettonata dai francesi che sicuramente non gli si può negare una l'oro più che lunga e consolidata tradizione nel fare i giramondo a bordo di piccoli velieri prima in ferro ed oggi sempre di più in alluminio.

E quindi anche normale avere e riconoscere in loro una certa considerazione data da una lunga esperienza e tradizione nel costruire le migliori barche in metallo, acciao o alluminio adatte a questo scopo.

E se vogliamo a conferma di quanto detto ed affermato fin'ora può essere sicuramente indicativo il fatto che già Bernard Motessier si fece costruire la sua mitica Joshua nei cantieri Meta in Francia.

Come del resto allo stesso modo se dovessi farmi invece costruire una barca di qualità superiore e di super lusso mi rivolgerei ai cantieri Perini di Viareggio (ITA), e non certo ai cantieri Meta, Lyon( FR) dove attualmente costruiscono le migliori barche in metallo da velista, navigatore,  giramondo, indipendente.

Chi sceglie una barca in alluminio sa di poter contare sulla maggiore resistenza all'impatto: l'alluminio s'ammacca, mentre la vetroresina, e in particolare quella a sandwich, si fessura e capirete che per il navigatore giramondo che per mare andrà addirittura a viverci e la barca diventerà automaticamente anche la sua casa, la sua vita, limitare il rischio di una falla ed avere una barca sicuramente solida e robusta è la principale motivazione per cui molti velisti navigatori giramondo preferiscono e scelgono questo materiale.

Certamente ha anche i suoi difetti tipo come ho solo accennato i costi che saranno maggiori rispetto a quello di tutti gli altri materiali che si potrebbero usare e non solo per via di un maggior costo della materia prima in se ma anche per via di non poter ad esempio fruire delle economie di scala di una produzione in serie realizzata su stampo come ad esempio lo è per la vetroresina .

Per limitare questo e ridurre i costi alcuni cantieri come Alubat costruttore degli Ovni in alluminio hanno adottato la tecnica della costruzione a spigolo evitando la stondatura delle lamiere e la difficoltà di realizzare un efficace isolamento termo-acustico, nonché i rischi di corrosione galvanica e quindi se il primo limite resta, gli altri due sono stati in buona parte superati.

Rimane il fatto che la vetroresina resterà la regina dei materiali di costruzione ancora a lungo, non fosse altro per la sua ridotta manutenzione e i suoi costi di acquisto e di gestione ancora ineguagliabili.

Ma ripeto personalmente se poi mi si chiedesse di fare la scelta del tipo ecco i soldi quale barca compri?

Credo che la barca che  più si avvicina alle esigenze e bisogni di chi per mare sceglie di andarci a vivere tutto l'anno sulle rotte tropicali sia questo tipo di barche come gli onvi

Soluzione vedi anche la soluzione della deriva e il timone retraibili ! l'enorme robustezza entrinsega,

bisogna aggiungere che a farla diventare davvero la barca per andare in giro per il mondo nel modo più agevolmente sia nei trasferimenti oceanici,

e soprattutto anche poi per navigare anche all'interno delle pass e barriere coralline senza toccare il fondo e addirittura anche la possibilità di arenarsi spiaggiarsi cosa davvero da non sottovalutare,

soprattutto in mari o latitudini investite annualmente dalla stagione cilclonica e che quindi può essere risolutivo e utilissimo potersi spiaggiare.

lunedì 10 novembre 2008

E' partita la Vende Globe giro del mondo in solitario senza scalo, è stata anche indicata come essere l'Everest della vela

Il mondo delle regate come avrete capito non è sicuramente l'aspetto che più mi attrae del mondo velico nautico in generale.

Le uniche regate che fanno eccezzione, che mi creano inevitabilmente e ugualmente molta curiosità e molta ammirazione sono le tre quattro regate che si corrono in solitario su percorsi Oceanici.

O addirittura come per la Vende Globe attorno tutto il Mondo e addirittura appunto anche in solitario su barche davvero al limite delle prestazioni.

Ed è su questi presupposti che è partita ieri da Les Sables d’Olonne è partita la regata che è già stata in passato battezzata essere l'Everest della Vela.

La Vendée Globe è una regata che si corre in solitario, senza scalo intorno al mondo passando per i sui tre capi più temuti e meno navigabili al mondo, ed è noto che all'arrivo arriveranno non più di metà delle imbarcazioni taglierà il traguardo dei 45 mila km.

Perché per il Vendée Globe, giro del mondo a vela in solitario e senza scali, 6ª edizione, si salpa oggi da Les Sables d’Olonne, golfo di Biscaglia,


senza sapere quando, e se, si torna, I suoi skipper indicano come a bordo con loro esserci costantemente una «Passeggera clandestina chiamano paura», i capitani coraggiosi (17 francesi, 7 inglesi tra cui due donne, Dee Caffari e Samantha Davies, 2 svizzeri, uno spagnolo, un austriaco, un canadese e un americano)che hanno scelto

questo viaggio dentro se stessi prima di ogni altra cosa, in un viaggio lungo 45 mila chilometri, la prova estrema della grande vela oceanica, tre mesi al timone parlando con la barca per non impazzire.

Leggevo che statistiche alla mano la metà della flotta, trenta barche, non concluderà la regata.

Saranno passaggi obbligati i Quaranta ruggenti e i Cinquanta urlanti così sono state definite dalla letteratura che a descritto queste latitudini da navigare,

tanto è la durezza oltre che tecnica anche psicologica di questa corsa regata.

In questa edizione l'organizzazione dichiara aver messo ancora più presenza e cura nell'assistenza psicologica ai navigatori solitari che verranno in questa edizione maggiormente seguiti,

e potenziata dando ancora maggiore importanza all'assistenza spicologica dei navigatori. Che avranno un contatto quotidianamente con una squadra di psicologi che assisterà i concorrenti da terra via radio in modo molto specifico.

Anche se poi per chi avesse seguito le passate edizioni si ricorderà ad esempio che gli sforzi degli psicologi niente poterono fare,

nel 2001, per risollevare lo stato di debilitazione psicologica in cui era caduta la giovane Ellen Mac Arthur,

che l’Inghilterra adottò dopo averla sentita singhiozzare in diretta sulla Bbc di volersi ritirare e neanche gli psicologi avrebbero dato frutti se non e che solo i genitori, in collegamento dalla casa nel Derbyshire, riuscirono a dissuadere dal ritiro.

Sempre per rendere l'idea di quanto si possa preventivare dura questa regata, ad esempio bisogna per partecipare anche sottoporsi ad un corso di sopravvivenza pre-regata è obbligatorio.

Anche se non obbligatoria ma risulta essere caldamente consigliata l’assicurazione sulla vita, ed effettivamente i partecipanti non si può certo dire che possano partire senza sapere per filo e segno a cosa possono andare in contro.

E che il rischio è dietro ogni onda. Spolverando la memoria alle edizioni passate nel’1996 Pete Goss trasse in salvò il rivale Raphaël Dinelli,

alla deriva sul gommone di salvataggio nel terribile Oceano Indiano, e in quell’edizione maledetta il canadese Gerry Roufs sparì nel nulla, inghiottito dal Pacifico del Sud, sei mesi dopo i resti della sua barca furono trovati sulle coste del Cile.

Bertrand de Broc, infortunato, si ricucì la lingua seguendo le istruzioni del dottore alla rambo. Lo squadrone francese che vivrà l’evento con la passione di un Mondiale di calcio,

l’uomo che sussurra alle vele e che punta ad abbassare il record: mettersi il mare in tasca in meno di 80 giorni (il primato, che gli appartiene dal 2005, è di 87 giorni, 10 ore, 47’55’’), alla faccia del buon senso e della fantasia di Jules Verne.

La sfida è tecnica, fisica e psicologica. L’assenza di scali ne aumenta il coefficiente di difficoltà: se l’affidabilità dello scafo è già un’incognita, la solidità mentale dei solitari nei

Quaranta ruggenti e nei Cinquanta urlanti, navigando tra il 40˚ e il 50˚ parallelo dell’Emisfero Sud e doppiando i tre Capi (Buona Speranza, Leeuwin, Horn), sarà la variabile sulla quale costruire un’avventura indimenticabile o un viaggio senza ritorno.
«Laggiù non c’è sole, il mare è grigio, fa freddo, il vento soffia a 60 kmall’ora e le onde possono raggiungere otto metri d’altezza - ricorda Isabelle Autissier, leggenda francese di una vela che non esiste più ma che conserva ottima memoria -. Laggiù ti senti lontanissimo dal resto del genere umano. Il Vendée è come guardare in faccia un fantasma per cento giorni. L’equilibrio è fondamentale».
Loïck Peyron, il più giovane della dinastia di fratelli velisti, non si terrà tutto dentro:
«Il terzo giorno di regata comincio a confidarmi con il mio scafo e non mi fermo più». Dee Caffari studierà il francese: «Al mio ritorno desidero parlarlo perfettamente».
C’è chi ha imbarcato, in una cambusa prevalentemente di cibi liofilizzati per non appesantire troppo la barca, orsetti di peluche, foto dei figli, sciroppo di menta per mascherare il gusto dell’acqua desalinizzata, resistenze elettriche da usare tra gli iceberg, l’iPod, la Bibbia.

Ma sta di fatto che ogni volta che parte questa regata, non riesco di fare a meno di seguirla anche se non avremo in questa edizione il nostro mitico Giovanni Soldini, forse a testimonianza proprio del fatto che difficilmente credo si possa poi avere tutta questa vocazione ad andare a navigare certe latitudini più di una volte nella stessa vita.

Come Soldini ha già navigate è più facile che si tenga strettoa questa fortuna di poterlo raccontare e si guardi bene dal riandarci, ma questa è solo una mia idea esteporanea..

mercoledì 5 novembre 2008

Il Nostro blog " ANDARE a VIVERE x MARE" Trova ragione d'Essere nel...:

Questo blog vuole essere una libera risorsa di comunicazione e condivisione delle

informazioni e del sapere sul come seriamente si possa intraprendere nella realtà

di scegliere uno stile di vita alternativo che ci porterà a vivere su di una barca a vela ai Caraibi,

e di tutto ciò che riguardano le capacità e competenze necessarie a poterlo fare davvero,

soprattutto il mio blog trova ragione d'essere nel poter SMENTIRE molte cose che in questo ambito sono date per scontato, i luoghi comuni che creano in tutti delle radicate e sbagliate convinzioni! Come il credere che ad esempio per poter andare a Vivere per Mare su una Barca a Vela ai Caraibi tutto l'anno,

si debba essere obbligatoriamente ricchi sfondati da poterselo permettere, e che questo tipo di esperienze di conseguenza è alla fine (oltre il sogno diciamo mai realizzato di molti) purtoppo solo la realtà esclusiva di alcuni pochi privilegiati ricchi che possono finanziariamente permetterselo..

Quando nella realtà fortunatamente per chi vorrà andare oltre non è assolutamente così, non lo è mai stato in passato e credo non potrà mai esserlo!!! Il mare a me ad esempio ma come a molti altri, mi ha permesso se non di arricchirmi (io sono particolarmente allergico a questo) sicuramente di non dover più lavorare un solo giorno in modo convenzionale per come intendiamo noi il lavoro.

Si, da-15 anni a questa parte infatti ho smesso di lavorare per denaro, ma semmai per poter avere il denaro che mi possa permettere il lusso ed il privilegio, di poter fare all'interno del mio mondo quello che mi pare ed essere padrone e protagonista della mia vita.

Se ti interessa tutto questo sei nel posto giusto, attivati, iscriviti al gruppo Google apri un argomento da approfondire che ti interessa, contattami direttamente, quale altro modo migliore per acquisire informazioni così particolari e di nicchia?

Entro dicembre rinnovo inoltre il mio impegno a terminare una mia guida di progetti passo passo di come si può vivere di attività lecite profittevoli sia on-line che off-line,

rendite automatiche sul web, business e consulenze nautiche internazionali,

nel commerciare barche internazionalmente, recupero barche da riportare in mediterraneo, commerci al limite ma che non sconfinano mai nel contrabbando,

come guadagnare sul forex (Cambio valute) e tante altre attività molto profittevoli che potrò approfondire con chi saprà valorizzare nel concreto le mie informazioni.

Quindi mio piccolo consiglio, niente e nessun altro contesto quanto il Mare, ho conosciuto essere un luogo dove implica necessariamente essere se stessi e dovercisi confrontare,

non è previsto una volta salpati e aver preso il mare, sottrarsi al confronto, avere altro per la testa, o altra cosa di cui occuparsi nella realta di come fare ad andare o ritornare a terra,

o comunque navigare possibilmente la dove si vuole andare, e non dove ti porterà invece tendenzialmente il vento, dove conta la reltà e concretezza dele cose e non ciò che si dice o si vuole fare apparire,

in quanto come credo che fino a qui sia chiaro per tutti puoi che per mare bene o male bisognerà andarcisi a confrontare prima o poi davvero.

Quindi per l'andare a Vivere per Mare bisognerà che prima vi predisponiate ad intendere e vivervi questa scelta di vita di andare a viverexmare,

oltre che come opportuunità anche come una possibile svolta e fattore incentivante a crearti dei nuovi possibili correlati e profittevoli business e possibili guadagni che possano permetterti di mantenerti e vivere finalmente come meglio credi o vacazionalmente ti senti attratto e portato a fare.
Quindi una reale opportunità, anche come una possibile svolta perchè una volta che avrete fatto questa scelta, vi assicuro ed in un qualche modo testimonio, che sarà proprio il contesto e l'ambiente in cui vi sarete calato, quindi il mare, la vela, la natura e tutto il nuovo di stile di vita che ne deriva il fattore incentivante e favorevole anche sotto il profilo o punto di vista lavorativo e di guadagnarvi da vivere non preoccupatevene quindi più di tanto.
Niente anche questa sennò rischia di diventare un' altra delle tante scuse che ad ok ci si crea per non vedere come stanno le cose con se stessi, e non ammettere che poi le motivazioni che portano ad avere determinati interessi nella vita non sempre sono autentiche e vocazionali, e che avvolte possono essere indotte da tante cose non ultime le mode di andare dietro a cosa fa tendenza, fighi od altri meccanismidel genere.

Chi dentro ha la vocazione necessaria non sta li a farsi dei calcoli , parte sa che è la scelta giusta e basta.

martedì 28 ottobre 2008

Il''mito''del Giramondo del navigatore non come fuga dalla realtà! ma un ritorno ad una realtà primordiale, dove potersi ritrovare.




Il Giramondo vive il ''mito del suo viaggio" non come fuga dalla realtà ma come un ritorno ad una realtà primordiale nella quale l'uomo in quanto tale possa ritrovare la sua natura e se stesso.

Un concetto che ho ritrovato in un bell'articolo di Robert Pirsig, filosofo e viaggiatore americano diceva che:

"Quando si vive giorno dopo giorno sulla superficie dell’Oceano e lo si vede a volte terribile e pericoloso, a volte tranquillo e lento, ma sempre infinito in ogni direzione.

Lentamente allora si farà largo una certa conoscenza di sé stessi sorta e riflessa dalle onde e se comprendi questo sia che tu sia annoiato o eccitato, depresso o euforico, vittorioso o sfortunato, addirittura vivo o morto comprenderai che tutto ciò non ha assolutamente nessuna conseguenza.

Il mare continua a raccontartelo ad ogni passaggio di ogni onda quando accetti questa conoscenza di te, e non la contesti, e vai avanti comunque, ecco che arriva una vera pienezza di virtù e di autocoscienza.

E spesso, al suo arrivo la si riceve e accompagna con una gustosa risata" Il viaggio " il giramondo e la barca sono parti di un tutto.

by_/)pipposail

mercoledì 8 ottobre 2008

Una barca a chiglia lunga e timone integrato molto famosa è il Pen Duik di Éric Tabarly.



Questa è l 'immagine in scala di un modellino del famoso veliero Pen Duik di Éric Tabarly, ed è lunico modo per far vedere al di la di un disegno che evidentemente non ho cosa si intende per chiglia lunga con il timone integrato.

Ecco possiamo dire che questa sia anche la barca che meglio ha espresso e rappresenato questa filosofia di progettazione e costruzione di scafi disloganti particolarmente indicati alla navigazione d'alto mare e con ogni tempo.

Questo per rispondere a chi mi diceva che non ci sono mai state barche di questo tipo ( a chiglia lunga) famose e di successo.

Alla sua memoria è dedicata la Cité de la Voile che sorge sul litorale della città francese di Lorient, un centro polifunzionale avveniristico dedicato alla nautica e all'avventura del mare.

sabato 4 ottobre 2008

Salone Nautico di Genova, a nostro avviso un passo falso!

Certo tutti noi gente di mare credo dovremmo avere molta più considerazione per tutto ciò che il Salone della Natica di Genova ha rappresentato in questi anni nel favorire la diffussione della nautica e della vela nel nostro paese,


ma questo non può di certo evitare o non farci vedere quello che accade prorio in questi gorni alla vigilia dell'apertura della 48ma edizione e questa notizia non fa che confermare questa tendenza.

La nota e blasonata casa editrice Mursia, specializzata in libri di mare, si è vista quest'anno dall'organizzazione dell'evento ulteriormente ridotto il suo spazio espositivo all'interno della manifestazione.

Di risposta i responsabili di Mursia, a sorpresa di tutti non hanno esitato più di tanto a ritirarsi dal partecipare e a lanciare pesanti e molto dirette accuse, nei confronti dell'organizzazione e che noi dandogli risalto non credo ci sia bisogno di dire che a nostro avviso sono accuse fondate e veritiere.

Si accuse che indicherebbero negli organizzatori e responsabili del salone nautico di Genova di avere ormai snaturato quello che sarebbe dovuto essere e rappresentare il Salone nel tempo: ma che invece ormai è solo
"una nautica per magnati russi".

Tutto lusso e maxi yacht, insomma. Al vertice di Mursia pare non sia andata giù che il salone stia diventando solo ed esclusivamente un grosso business

e addio alla cultura marinaresca promossa in decenni dalle leggendarie collane dell'editore che ha pubblicato il meglio sul sapere del mare, dai manuali ai racconti di viaggi fino alla narrativa.

Ma è proprio vero che ormai il Salone inseguono solo una clientela di milionari, dimenticando i piccoli appassionati?

Una cosa è certa che una organizzazione del Salone più attenta dovrebbe a nostro avviso dovrebbe dare più spazio alla cultura e ad una nautica anche minimalista e del fai da te,

ad esempio oltre che certamente proporre anche maxi e super-miliardarie barche che per parte restano solo belle da vedere.

mercoledì 1 ottobre 2008

Navigazione a vela di notte in mari lontani e non sicuri,reti derivanti in Venezuela.


Ciao a tutti questo post vuole essere oltre che un racconto di una esperienza di navigazione da me vissuta, un vero avviso di un altro possibile pericolo da tener presente se ci si trovasse a navigare un giorno da quelle parti.

Tra il Venezuela e le loro adiacenti isole, LosRochas, Margarita, Tortuga a Puerto la Cruz di un costante pericolo che esiste e non credo che nessuno abbia o possa risolvere o regolamentare, anche e soprattutto considerando in quale situazione di instabilità politica è rimasto da allora il Venezuela.

Davanti le loro coste, oltre ad esserci una tra le lagune da barriere corallina per chi non lo sapesse tra le più belle al mondo! Per raggiungerle nell 'arcipelago di isole di Los Rochas vi è in agguato un pericolo per una barca a vela ancor di più che per una barca solo a motore che ha sicuramente più probabilità di passarci sopra, e non rimanerci impigliato di quanto invece molto probabilmente vi accadrà passandoci sopra con deriva e timone profondi di una barca a vela.

Per chi non lo avesse capito sto parlando delle così dette Reti Derivanti in quanto sono praticamente lasciate come se fossero un vero sbarramento che parte da meno di un metro sotto'acqua per quanto sarà poi profonda e lunga la rete stessa. Certamente voi penserete che più o meno queste reti sono sempre esistite e state usate in ogni angolo del mondo senza aver poi mai determinato un grosso pericolo pe le barche in navigazione .

E di fatti non lo sarebbe neanche oggi se fossero però usate come fortunatamente accade nella maggior parte dei casi nel mondo e cioè a garantire e salvaguardare prima di ogni altra cosa la la sicurezza della navigazione,

in Mediterraneo ad esempio soprattutto in prossimità delle isole Baleari tutti sanno che ce ne sono in grossa quantità, e che passando in prossimità dove ne hanno calate sicuramente ci si trova a ricevere avvisi radio per vhf, o anche visivi, ma comunque in prossimità di queste reti derivanti troverete sempre chi le sorveglia e che soprattutto avvisa e sta attento appunto al traffico che transita nelle sue vicinanze.

Così funziona, ad esempio anche dalle mie parti nel canale di Sicilia, dove ancora esistono ancora delle Tonnare che altro non sono che anche loro delle reti derivanti, nelle loro prossimità vi troverete sempre una barca detta del Rais che vigila 24 h al giorno la rete. Non è mai lasciata incustodita oltre che diramata per radio la posizione a tutti gli avvisi ai naviganti sul vhf .

Bene posso assicurarvi e due speciali e comprensivi al massimo Farmacisti (marito e moglie che erano appena salpati con me per una vacanza di 12 gg a los Rochas), purtroppo potrebbero testimoniare essermi trovato una notte a dover superare per salvare barca e tutto!!!

In Venezuela vi era appena stato il colpo di stato, e con enormi difficoltà ero riuscito con una giornata di ritardo (di cui ancora devo ringraziare la disponibilità a capire di questa coppia) ad andarli a prendere ugualmente a P.La Cruz dove imbarcavo per via dell'aeroporto vicino. Visto che comunque avevano già perso un giorno e mezzo di vacanza appena rimediato carburante e cambusa salpai anche se in navigazione notturna per los Rochas tratta che tra l'altro ormai facevo molto spesso.

Il tempo relativamente buono nel senso che in quel tratto di mare vento, onda e corrente sono cose che non mancano mai e di notte soprattutto magari perche in barca il primo giorno, procedevo con loro dentro alle prese con il mal di mare, ed io al mio posto a controllare rotta autopilota e traffico.

Procedevamo con corrente 1,5 nodi a favore, 20 anche 30 nodi di vento al lasco per la risultante che la navigazione era velocissima e si procede al gps quindi anche con la componente corrente a 7-9 nodi, ecco ed è proprio a questa velocità che dovete immaginare che fininno dentro una di queste reti con la risultante di ritrovarci nella peggiore delle situazione! praticamente di notte in alto mare, mosso agganciati e quindi anche a seguirne e riceverne tutti i contraccolpi dal salire e scenderà da onde anche alte qualche metro, con le vele che prendono vento e sbatacchiano da tutte le parti.

La prima cosa che feci avendo gente a bordo fu di lanciare un sicuritè alla radio vhf dove diedi posizione e accadimenti alla Guardia Coste Venezuelana che mi lasciava con un perentorio
"non te preoccupe co una dos oras max stamo para ia",
bene capirete che la situazione attaccati in alto mare a far su e giù sulle onde alte agganganciati al timone/elica non era una situazione che potevo pensare che la barca avesse sopportato a lungo.. senza come minimo da un momento all'altro perdere almeno la pala del timoneanche se le botte ed i grossi contraccolpi che sentivo riceveva l'asse elica non mi facevanodel tutto scartare anche una possibile via d'acque e relativo affondamente capii subito che aspettare la guardia cost non significava solo perdere la barca ma bensì mettere a repentaglio anche la vita della gente a bordo ed allora mi decisi a fare la cosa forse più sconsigliata , ma visto che lasciatemi dire che forse non sono nuovo a questo tipo di situazioni e posso anche ritenermi uno specialista nel poter risolvere queste situazioni (nasco come aereosoccorritore dell'areounautica militare, gruppo di cui posso essere davvero riconoscente averne fatto parte ma soprattutto essermi iniziato a formare imparando come prima cosa a gestire l'emergenza) quindi ragionando, mi assicurai alla barca, diedi la lampada al dottore dicendogli di non preoccuparsi e farmi solo luce, e con un coltello mi buttai in acqua e taglia il cavo portante dando modo a tutta la rete poi di strapparsi.

Tutto si è fortunatamente risolto e riuscimmo molto rallentati (dal portarmi al rimorchio alcuni metri di rete) a virare a ridosso una volta raggiunta la baia delgata sull' isola di Tortuga.

Dove in acqua piatta e aver fatto una ricca colazione e cercare di tranquillizzare gli ospiti che avevo a bordo dell'accaduto, feci il bagno e andai a tagliare tutto il resto della rete rimasto impigliato,

Oggi più di allora mi rendo conto quanto furono comprensivi e buona gente la coppia di farmacisti, che purtroppo però ammetto e me ne dispiacio che una volta finita poi la loro vacanza non ho mai più sentito, e quindi colgo l'occasione se mai leggessero questo post, di rifargli le mie più sincere scuse per l'esperienza traumatica che vissero quella notte.

Altra considerazione utile e che anche questa volta a salvare la situazione in realtà fu Eldoran al di la del mio gesto che chiunque alla fine avrebbe fatto, e che liberò la barca.

Fu ancora una volta la grande marinità intrinsega di questa barca (ELDORAN) - Alpa-38 - Sloop che le permetteva comunque di cavarsi da sola dagli impicci. Provate a pensare se Eldoran fosse stata anzi che una barca a chiglia, bulbo e timone integrato dentro uno skeg, fosse stata una qualsiasi barca moderna con chiglia e timone appesi senza nessuno skeg di raccordo e a protezione? Bene nella migliore delle ipotesi per non buttarla in tragedia avrei perso la pala del timone.

Quindi a conclusione di questo post per dirvi che per mare nulla è mai scontato e di fatto poi ho saputo che anche altri miei amici e naviganti del luogo tutti sapevano della pesca con le reti derivanti clandetina e di frodo che veniva e penso ancora oggi viene fatta senza salvaguardare minimamente la sicurezza e salvaguardia alla navigazione.

Quindi segnatevi quest'altra cosa e se mai conterete di navigre da quelle parti, tenete a mente tutto ciò e comunque in linea di massima è stato detto e di dare alla barca con cui si intenderà partire sicuramente la precedenza alla solidità e sicurezza che parte già dal tipo di materiali, progettazione e costruzione della barca


Ciao alla prossima
/)pipposail

martedì 30 settembre 2008

Preparazione della barca da giramondo, l' impianto elettrico di bordo questo sconosciuto!



Chiunque si ritrova a dover armare e preparare un piccolo veliero da o per come è stato concepito e costruito, e farlo diventare una vera barca oceanica, una così detta barca da giramondo e che quindi sia adatta sia alle navigazioni di tutti i tipi e anche soprattutto a doverci anche vivere, quindi potremo dire una casa si ritroverà inevitabilmente vuoi o non vuoi a dover rimettere mano all'impianto elettrico originale che sicuramente era nato tutta al più per garantirne le utenze standard di appunto una normale barca nata tuttal più alla così detta crocera d'altura e nulla di più.

Ad esempio per quanto questo così condividendolo possa tornare possibilmente utile ad altri ho praticamente allestito armate ben tre barche normali che poi sono quelle che ho posseduto ed ho pure in un certo qual modo giocoforza commerciato faciendole diventare vere barche da giramondo

Sia Eldoran ma già prima anche York un Vagabond 33 Ketch e sul moschitero, ma ora veniamo ad Eldoran una classicissima Alpa 38 sloop che è diventava inoltre a tutti gli effetti anche la mia casa mi trovai nell'esigenza non solo di potenziare limpianto ma in considerazione anche al fatto che come ho detto avrebbe dovuto avere anche più o meno tutte le comodità di una casa, mi trovai a dover rifare per intero tutto limpianto, Tutto partì dalle luci di via o di navigazione, anche per via che scelsi di non dotarmi del radar, una cosa da fare molto importante (che consiglio vivamente di fare) è di aggiungere e/o rinviare le luci di via in testa d'albero,noi in Italia non usiamo questo ovvio e maggiormente visibile posto dove collocare la fanaleria e luci di via semplicemente perché da noi non lo ha detto il signor Rina, è quindi non sarebbe regolamentare mentre lo sono se si continuano a mettere ad un metro dall'acqua sulla prua di una barca a vela che procede di notte sbandata tra le onde??? Viste queste contraddizzioni innanzi tutto quindi capirete che una delle prime cose che saranno da fare nell'attrezzare una barca alla navigazione Oceanica è sicuramente di portare le luci di via in testa d'albero. La persona diciamo "normale" farà in modo di aggiungere anche un solo fanale a tre vie (ne vendono di appositi) che ripetano le tre luci anche in testa d'albero, lasciando intatte quelle originali.

Io avvolte nelle mie cose devo ammettere sono un pò, un eversivo e sinceramente la parola legge, regolantari mi è sempre state antipatiche e indigeste avvolte da mandar giù, e quindi a questa decisione ho agito di conseguenza togliendo tutto e rifacendo, semplice semplice con un solo fanale in testa d'albero anziche cinque tutti in giro in barca, molto potente, sovraddimenzionato a cui dalla coperta potevo addirittura dare una luce lead stroboscopica ad intermittenza, in caso di bisogno, tipo Gibilterra, Stretto Messina di notte a far bordi per uscire con 15-20 nodi e i trenini di navi in fila indiana e luci da tutte le parti che davvero non ci capisci più nulla, e lunica speranza rimanre solo almeno la sicurezza di farti vedere, ecco credetemi non me ne importa proprio nulla di cosa è regolamentare e a norma di legge.

Ed io come vi dicevo allora così fatto. Quindi io mi son detto che valesse la pena cogliere la palla al balzo e rifare l'impianto che alla fine fosse anche molto più semplice e meno oneroso, in tutti i sensi, in quanto con una sola luce in testa d'albero ci sono in vendita,(non in Italia) dei fanali a tre vie colorati appositamente al suo intero per riuscire a dividere il 360° già in luce bianca per poppa, e verde e rossa i lati.

Mettendo quindi questo fanale a differenza che col mettere le luci in coperta come abbiamo detto andremo a risparmiare di collocare più lampade, porta lampade stagni, fili fasciettature e relativo impianto in giro per tutta la barca, semplificando di molto limpianto ed anche un futuro ulteriore risparmio di consumi essendo inoltre anche sicuramente visti.

Oltre questo mi si presentò l'esigenza di creare una nuova servitù per il secondo autopilota e tutto l'impianto che dall'eolico che lo scelsi come fonte di approvvigionamento a vela, quindi senza motore a garantirmi che la barca con l'impianto per come lo vedete sopra mi permetteva la mattina di arrivare con poco meno di meta batterie consumate e avendo usato tutta la notte

1. "Luci di via"
2. "Utenze di bordo luci cabina, pompe "
3. "Autopilota-Elettrico"
4. "Strumenti di navigazione, vari",

la radio ssb per via che aveva dei picchi anche di 100 w in trasmissione facevo in modo di usarla a motore acceso ed anche un attimo accelerato.

Poi per il capitolo frigorifero in barca. Io ho adottato questa mia soluzione avevo fatto in modo anzi che mettere il soloto frigo piccolino quasi giocattolo che poi alla fine consuma lo stesso, e poi neanche a darti la CERVEZA FRIA, io ho optato e consiglio un grosso potente compressore anzi che un normale solito frigoboat piccolo elettrico, e che quindi anche poco potente perché deve consumare poco.

Pensai una buona soluzione metterlo grosso molto potente a cinghia con una puleggia a volano motore come fosse una dinamo, o una pompa. E quando accendevo una volta al giorno motore per effettuare collegamento radio mi ghiacciava anche la ghiacciaia che manteneva, previo quando proprio necessitava dargli altri dieci minuti di motore che del resto non fanno mai male neanche alle batterie, che poi magari quella giornata è stata particolarmente allegra e avete tenuto anche la musica a palla tutto il giorno, e non la radiolina ma il cd con 90 w di amplificatore 6 casse sempre palla, insomma avrete capito che l'elettricità a bordo è più che altro un mondo in cui ci si deve necessariamente calare

Per poi anche molto in base quelli che sono i criteri bisogni trovarci dei giusti equilibri, certamente uno skipper che avrà costruito e progettato lui l'impianto sulla propria barca poi sarà anche colui che maggiormente ne saprà fare un uso ottimizzato al massimo dell'energia di bordo.

Avrete capito che parlare in modo indicativo ed esaustivo di questo aspetto dell'energia a bordo è cosa assai complicata perché non esagero nel dirvi che l'elettricità soprattutto in campo nautico è davvero un argomento sconfinato e che va ad abbracciare un sacco di considerazioni da dover fare in modo parallelo.

Quindi eviterò di entrare in quelle discussioni interminabili se è meglio l'eolico od il solare, o se sono meglio le batterie a secco o al quelle al gel, tutte cose che a mio parere si lasciano poi ad un certo punto discutere a chi non ha da tirare su l'ancora e salpare davvero e far miglia.

Se poi avete una domanda un problema tecnico in particolare da risolvere o comunque che prima di scegliere volete avvantaggiarvi anche degli errori che possono aver fatto altri sulla medesima scelta, usate il gruppo iscrivetevi e semplicissimo l'ho aperto apposta è il punto dove potrai domandare ad esempio:

1. devo cambiare le batterie alla mia barca
2. quali avete voi?
3. come vi funzionano?
4. che pregi e difetti hanno?

Del resto non cedo di chiedere troppo nell'interesse di tutti di attivare una realtà che può farci comodo a tutti, e sicuramente molto utile, quini oggi primai lasciare il blog 2 minuti iscriviti al gruppo, viverxmare trovi in alto sulla spalla destra il form di iscrizione Google, se poi di minutinei hai altri dueposta una domanda o magari chi sei .........................


..................Ciao comunque alla prossima /)pipposail

lunedì 29 settembre 2008

Partecipazione Velisti Italiani alla Mini-Transat 2009

Una notizia velica oceanica se il primo Ottobre ti trovi a passare a Milano un appuntamento interessante per gli amanti della vela oceanica, potrebbe essere a mio avviso senz' altro una capatina alla Libreria Mursia di Milano.

il 1 ottobre alle ore 19,00 ospita/incontro con i velisti italiani che parteciperanno alla "Mini Transat 2009" la regata atlantica in solitario che si corre ogni due anni su imbarcazioni di 6,5 metri. Gli skipper italian saranno:
  • Andrea Caracci
  • Luca Del Zozzo
  • Simone Gesi
  • Daniela Kein
  • Gaetano Mura
  • Giancarlo Pedote
  • Ingo Ravazzolo
  • Luca Tosi
  • Luca Zoccoli
Parte dalla Bretagna dal Porto di La Rochelle ed arrivo a Salvador de Bahia in Brasile con un unico scalo previsto.

Coordina l'incontro Gianluca Pasini, redattore de «La Gazzetta dello Sport». Sarà presente Gianluca Pantuso, presidente della Classe Mini Italia.

venerdì 26 settembre 2008

Breve storia del "Pen Duik" di Eric Tabarly,


Il "Pen Duik" è un cutter aurico di 13,60 mt costruito in Gran Bretagna nel 1898 su progetto dello scozzese William Fife Jr.

Il padre di Eric, Guy Tabarly lo acquista nel 1937 e lo donò al figlio nel 1953 quando questi fece ingresso all'accademia navale.

Ci vollero tre anni di lavori prima che finalmente il veliero ritornò a navigare condotto in maniera magistrale da quello che fu il suo capitano d'eccezzione Eric Tabarly.

Alla sua nascita i realtà (contravvenendo a quello che è la credenza in alcune parti del mondo che non si ribattezza mai una barca, il Pen Duick fu varato col nome di Astarte,

dopo il suo acquisto Guy Tabarly lo ribattezzò comunque dandogli al cutter il nome bretone di un uccellino canoro, la così detta Cincia Allegra.

Il Pen Duik è stato il capostipite di una serie di imbarcazioni molto diverse l' una dall'altra di Eric Tabarly, alcuni anni fa ne sono state riunite assieme cinque ,in una mostra che evidenziava come appunto le barche di Tabarly mostrassero in modo chiaro quali siano state le innovazioni tecnologiche negli ultimi 30-50 anni.

Traversata Oceano Atlantico, una Notte....................

Una notte in mare ........in cui forse anche io, diventai un Marinaio!
In realtà devo ammettere che era troppo tempo che il Mare me lo permetteva, si che mi perdonava di giocare con lui! Anche solo nel non considerarlo e rispettarlo nel giusto modo, si anche solo nel mettere sempre la barca alla frusta quel tantino in più, anche quando si sarebbe potuto evitare benissimo ..... perchè chi per mare ci Vive e quindi non ci va solo per competizione; questo è un atteggiamento molto sbagliato, che non paga. E quella notte una volta per sempre come solo il Mare sa fare!
Me lo insegnò!
Avevamo, io e la barca in quanto ero in solitario, lasciato molto allegramente le Isole Canarie, con vento teso al lasco alla volta di Mindelo Isole di Capo Verde . Ma che bell'andare aumenta pure un pò, cavolo se si viaggia cosi max 4 giorni sono a Capo Verde, facevo di questi ragionamenti stupidi
Hoo....!! Ma che fa aumenta ancora?
Cavolo aumenta ancora ogni tanto un onda più grande pare proprio volerci sbragare, sono ormai anche punte all'anemometro a 35/47 nodi tanta Paura, Paura non si può far niente è Così e la legge di questa traversata con gli Alisei, niente di complicato tecnicamente ma spicologicamente ci si butta a cavalcare di poppa l'Oceano Atlantico con 10 -15 nodi a salire, non ci si può più fermare, non si può più tornare indietro, e anche chiedere soccorsi diventa un terno al lotto. Non faccio in tempo a finire di pensare a tutto ciò, e un'onda più cattiva ci sdraia su di un bordo,
C.zo....................................... ma è l'Albero in Acqua NOOOOOO!!!
E' Notte è la fine!
HO PAURA, TANTA PAURA,ACQUA,
E' FINITA, SCHIUMA, ACQUA, E' FINITA 10-20 forse 30 secondi

in cui vidi tutta la mia vita passarmi davanti e se fosse stato saggio andarla a concludere e finirla lì, mi passarono davanti in rassegna tutti quelli che mi avevano dato del pazzo dell'incoscente.
E fù, Eldoran anche quella volta che pensò a salvarmi la VITA e si andò rialzando in realtà fu come uno scatto e la barca si rialzò, vidi subito anche se avevo paura ad andarlo ad ispezionare che comunque l'albero era sù, mi feci coraggio, Adrenalina-PAURA-Adrenalina rimisi alla VELA, ero da solo di notte in Oceano Atlantico e non nego che piangendo, ridendo, strillando e giurando a Me Stesso di cambiare per sempre atteggiamento ripresi fino ad oggi a navigare. Oceano Atlantico una notte in cui molto probabilmente diventai anche io .........
.........un Marinaio!!!
by /)ipposail

mercoledì 24 settembre 2008

Andatura di poppa Caraibica

Per Igor che mi chiedeva se quelle del Video sull'adatura di poppa con tenpo cattivo fossero delle condizioni da doversi ritenere condizioni normali di navigazione, be per par-condicion ecco un' altro video che dipinge invece benissimo : prima quella che è una navigazione di poppa tranquilla normale e poi...................=>

Nella seconda parte fa anche vedere e rendere un p'ò l'idea del clima che si respira, e soprattutto fate caso quante barche a vela sono all'ancora in rada, e ci si rende conto perchè i Caraibi sono considerate essere il paradiso della vela.

Ciao /)ipposail

martedì 23 settembre 2008

Il Belize, una meta per chi ama crocere in barca a vela impegnative lontane e non solo il mese di agosto.

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 Il Belize è sicuramente una delle mete ambite da chi cerca dei viaggi o crocere veliche fuori dalle consuete rotte. Be pensavo che se dovessi partire per un viaggio di tale caratteristiche,

credo che le mete che almeno in questo emisfero mi ispirerebbero molto sono questi luoghi un pò sulla falsa riga di los Rochas, Venezuela.

Dove ho avuto la fortuna di fermarmici una intera stagione a lavorare, fino a quando poi come accade a tutte le cose belle tutto finì! Si ci fu il colpo di stato a Chavez

ed il paese fini così repentinamente nel caos a tal punto di consigliarci a tutti noi che lavoravamo su barche a los Rochas (quasi tutte barche a vela Italiane) di salpare e scappare ed io tutto, ciò che avevo guadagnato inevitabilmento lo dovetti lasciare all'Harbour Village dove ormeggiai la barca, Antille Olandesi (Bonaire)

Ma ormai anche non essendomi mai spinto oltre verso Ovest di Bonaire in quanto poi nel mio viaggio con Eldoran Alpa 38 Sloop da Bonaire appunto feci in una unica traversa del mar dei Caraibi di un 500 miglia se non ricordo male alla volta di Cuba, S.Domingo.

Ma anche non essendoci mai stato posso devo ammettere che già conosco abbastanza questi luoghi per averli navigati sulla carta un sacco di volte.

In Belize vi è la seconda barriera corallina al Mondo sia per vastità sia per varietà di speci ittiche, notoriamente è infatti considerato il paradiso per i divers che ci si recano da tutto il mondo. L'attrazione però il famoso Blue Hole, il buco che nel Lighthouse Reef,

riserva di Half Moon Caye (profondità media 3 Mt) sprofonda per quasi 300 Mt e nel quale è possibile ammirare uno degli spettacoli marini naturali tra i più belli del mondo.

Ma guardando e navigando un po sulla carta nautica vedo che una crocera che andrebbe a dirigersi da quelle parti almeno a me ispirerebbe molto di andare anche per il Guatemala,

risalendo il fiume Rio Dulce navigando in flottiglia attraverso le sue 10 Mln di lussureggiante vegetazione, fino al primo dei 2 laghi, El Golfete, superando l'alto ponte di Frontera fino ad affacciarsi al vasto lago Izabal. Sinceramente mete davvero suggestive! Ma che ogni tanto a mio avviso fa bene anche sognare chissà.

alla prossima
/)pipposail



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